Incentivi alle assunzioni: perché è stato un flop

Circa 13.700 domande, di cui 9.284 confermate. Sono i dati resi noti dal Corriere della Sera sugli incentivi alle assunzioni per i giovani, istituiti alla fine di giugno dal governo Letta. Le cifre non sembrano affatto esaltanti e fanno già pensare a un mezzo fiasco, anche se è presto per tirare un bilancio definitivo.

ECCO CHI PUO' AVERE GLI INCENTIVI

Il premier Enrico Letta e il ministro del lavoro, Enrico Giovannini , si sono affrettati a precisare che si tratta di numeri tutt'altro che scoraggianti, visto che si riferiscono soltanto al primo mese di vita delle agevolazioni (cioè a ottobre). Lo scopo del governo è infatti quello di creare, nell'arco di un triennio, almeno 100mila posti di lavoro per i giovani con meno di 29 anni di età. Dunque, sostiene Letta, in appena 30 giorni è già stato raggiunto il 14% degli obiettivi prefissati.

A ben guardare, il dibattito su questi numeri sembra soltanto tempo perso. Che siano 14mila o 100mila, infatti, i posti di lavoro creati con gli incentivi del governo sono indubbiamente una goccia nel mare, se confrontati con le cifre drammatiche sulla disoccupazione in Italia. I senza lavoro con un'età tra 15 e 24 anni, infatti, nel nostro paese sono più di 600mila, di cui circa 300mila risultano privi di un impiego da oltre 12 mesi. A questo nutrito esercito di persone, si aggiungono altri 900mila disoccupati tra i 25 e 34 anni, di cui quasi 500mila non lavorano da più di un anno. Totale: un milione e mezzo di giovani a spasso, che fanno il paio con un altro milione e mezzo di disoccupati più anziani, che hanno più di 34 anni. Nel complesso, è bene ricordarlo, i nostri connazionali alla ricerca disperata di un impiego hanno raggiunto ormai la soglia record di quasi 3,2 milioni. Sono cifre che si commentano da sole e che fanno impallidire quelle sugli incentivi del governo Letta.

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