Digital Bros: non chiamateli solo videogiochi

Si sono chiuse le iscrizioni della prima Digital Bros Academy, la scuola di formazione specializzata che permetterà a 32 giovani provenienti da tutta Italia di diventare i nuovi talenti nello sviluppo di videogiochi. Si tratta di un percorso formativo sviluppato in collaborazione con SIAM, Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri, che rappresenta, almeno per ora, l’unica possibilità per chi ama il mondo dei videogames di imparare un vero mestiere, anzi tre. Le figure da formare saranno infatti quella del Game Designer, del Game Developer e dell’Artist & Animator 2D/3D tra le mansioni più importanti per l’ideazione e lo sviluppo di un’opera videoludica.

Perché una scuola

Per l’occasione abbiamo fatto due chiacchiere con Raffaele Galante, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Digital Bros. “Lo scopo che vogliamo raggiungere è prima di tutto informativo – ci spiega – c’è bisogno di far capire, soprattutto ai ‘grandi’, che quello dei videogiochi è un mondo che può realmente dare lavoro ai più giovani. Senza la creatività di menti innovative oggi non avremmo alcuni dei titoli più gettonati degli ultimi anni, come Tomb Raider e Resident Evil. Per questo Digital Bros vuole essere un punto di riferimento per la formazione nel settore gaming supportando una nuova generazione di specialisti he seguano da vicino i migliori progetti nazionali. L’Italia è un popolo che ama videogiocare ma che è anche pieno di eccellenze digitali che hanno difficoltà ad affermarsi”.

Il punto è proprio questo. Vada per la scuola che di per sé è interessante ma, alla fine, come aiuta i ragazzi a trovare lavoro? “Sappiamo bene di cosa ha bisogno l’industria nazionale dell’intrattenimento – prosegue Galante – quindi le persone che usciranno dall’accademia saranno ‘job ready’, ovvero in grado non solo di prendere parte a progetti già avviati (magari con una mano della stessa Digital Bros ndr.) ma anche di svilupparne di indipendenti”.

British style

 “Noi vorremmo far diventare il videogioco un’esperienza totale, ponendolo all’attenzione di tutti come prodotto culturale così come avviene nel mondo anglosassone. In Italia sembra esserci sempre molta attenzione al gioco finito e meno alla filiera produttiva che c’è dietro. Come per la creazione di un film anche un progetto videoludico richiede diverse professionalità, che lavorano per validare la coerenza di una storia, il suo evolversi e la giusta integrazione tra ambiente e scenario. È come se ci fossero diversi copioni da seguire, sia narrativi che tecnici. Passione e voglia di fare non bastano, ci vogliono anche quelle competenze che si acquisiscono sul campo, con lo studio quotidiano e il confronto con i ragazzi e i docenti, che portano la loro testimonianza su come funziona davvero il mercato dei videogiochi”.

I ragazzi sembrano averlo già capito. La conferma arriva dal grande numero di richieste di iscrizione alla Accademy che alla fine ha potuto accoglierne solo 32, sia per motivi quantitativi che qualitativi (un conto è seguire 30 studenti e un altro 100). L’interesse per la materia invade tutto il paese. I primi a frequentare i corsi della Digital Bros Academy arrivano da Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia e Veneto. L’offerta formativa ha fatto breccia anche nel mondo femminile, con ben 5 ragazze iscritte, quasi un sesto del corpo studentesco. In fondo il videogioco è anche donna.

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