Caos DAZN, la Serie A si interroga sul futuro

Alla fine hanno tirato tutti un sospiro di sollievo, perché il Ferragosto da paura di DAZN dopo i disservizi della prima domenica di campionato ha un po' rasserenato gli animi. Qualche problema c'è stato, in misura inferiore rispetto al blackout che ha cancellato da smartphone e tv le partite del giorno prima e con la rete di salvataggio dell'apertura di un segnale backup senza quasi filtri all'ingresso. Una soluzione ovviamente d'emergenza e non ripetibile ancora, considerato che si è mandato in giro un segnale difficilmente protetto come richiesto dai bandi e dalla materia, particolarmente delicata in periodo di lotta dura alla pirateria televisiva.

Non è stato solo in Italia. Anche in Spagna DAZN ha avuto problemi irrisolvibili di accesso alla piattaforma tanto da dover concedere il segnale alle tv partner per evitare che le partite del fine settimana diventassero invisibili alla maggioranza. E ora? Adesso si lavora perché tutto torni nella norma entro il prossimo week end consapevoli che un altra figuraccia come questa non sarebbe tollerabile per nessuno. L'Agcom si è mossa e lo avrebbe fatto anche senza le sollecitazioni politica da campagna elettorale: nell'inverno scorso il dossier DAZN ha impegnato a lungo l'Autorità sia per la qualità del servizio che per la rilevazione dei dati d'ascolto, dunque oggi un percorso di reazione esiste compresi gli indennizzi.

Anche DAZN li ha annunciati, facendo riferimento nel suo comunicato a quanto prevedono le norme italiane: attenzione perché la procedura non è per nulla semplice e comoda e non è detto che un cliente danneggiato sia in grado rapidamente di soddisfarla. Non è detto che sarà semplice richiederli per gli utenti colpiti dal disservizio, ma prima di arrivare a conclusione sarà meglio attendere le mosse della Ott che ha sofferto un gigantesco danno di immagine nel momento più delicato della stagione, quello della raccolta degli abbonamenti per i prossimi mesi. La sottosegretaria Valentina Vezzali vuole mettere attorno a un tavolo tecnico la piattaforma, il Governo (uscente) e la Lega Serie A: se sarà convocato, si presenteranno tutti, ma la vera partita si gioca altrove e cioè nelle stanze dell'associazione dei club della Serie A.

Qui il caos all'inizio del campionato è stato vissuto malissimo, anche perché segue problemi che già nella scorsa stagione avevano messo sotto la lente di ingrandimento la scelta dei presidenti di staccare la spina con Sky (ora in parte rientrata) per buttarsi sullo streaming, evidentemente senza le necessarie garanzie di tenuta e qualità del servizio. La lettera spedita ai vertici di DAZN parla di "pregiudizio e danno irreparabile" ed è stata la reazione a caldo.

Impensabile, però, che da via Rosellini parta un vero e proprio ultimatum a DAZN, magari con una sorta di invito o moral suasion a cedere in sub licenza i diritti a Sky, scenario che tanti evocano ma che non ha al momento alcun appiglio neanche legale. Il contratto è blindato, le mancanze della piattaforma Ott evidenti ma a conti fatti arrivare allo strappo sarebbe un salto nel buio anche perché DAZN garantisce 840 milioni all'anno ancora fino al 30 giugno 2024 e dal punto di vista amministrativo non ci sono problemi. Dunque, si va avanti così sperando che la domenica nera non si ripeta. Un aiuto dovrebbe arrivare dal ritorno a casa di molti tifosi, così da poter diluire i contatti attraverso il nuovo canale satellitare attivato su Sky (anche se il blackout del 14 agosto ha ragioni non riconducibili alla tenuta della rete internet). Il dibattito, non solo esterno, è acceso invece su quale sia la lezione da mandare a memoria per quanto accaduto in questi mesi: il calcio è pronto a staccarsi da forme tradizionali di visione per affidarsi unicamente a internet, chiunque sia il produttore e il distributore? La risposta, per ora, è una bocciatura. Tra qualche settimana si comincerà a lavorare sui bandi 2024-2027 e il tema tornerà di strettissima attualità.

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