Dopo il Diluvio, David LaChapelle in retrospettiva

© David LaChapelle
Deluge, 2006, Chromogenic Print. La serie "The Deluge" descrive la distruzione di una società basata sul consumismo, ma con una speranza di redenzione.
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Cathedral, 2007, Chromogenic Print.
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Museum, 2007, Chromogenic Print.
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Job, 2007, Chromogenic Print.
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Ruth, 2007, Chromogenic Print.
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Rape of Africa, 2009, Chromogenic Print.
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American Jesus, 2009, Chromogenic Print. In American Jesus LaChapelle ripropone l’immagine – già rivisitata in "Pieta with Courtney Love" – della Pietà rinascimentale, con Gesù che giace esanime sulle ginocchia della Madonna. Qui sostituisce alla figura materna quella di Cristo stesso nei panni di un giovane hippie che regge il corpo senza vita di Michael Jackson.
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Archangel Michael, 2009, Chromogenic Print.
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Berlin Stories, 2009, Chromogenic Print.
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Gaia, 2011, Chromogenic Print.
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Gas 76, 2012, Chromogenic Print. "Stazioni di rifornimento viste da un luogo e da un tempo futuro in cui saranno scoperte come resti architettonici di un mondo perduto, come i templi aztechi o l’Isola di Pasqua. Le culture future, con altre preoccupazioni, si interrogheranno sul loro significato."
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Gas am pm, 2012, Chromogenic Print. "Fotografate nelle foreste pluviali di Maui, le stazioni di rifornimento esemplificano un isolamento che prolifera ed è profondamente radicato nella nostra cultura. I modelli analogici in scala rivelano le imperfezioni della mano dell’uomo e del nostro sistema artificiale per creare energia. Immagini non didattiche, che non condannano e non giustificano: sarà l’approccio che sceglieremo adesso a decidere il nostro destino."
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Seismic Shift, 2012, Chromogenic Print.
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Margaret, 2012, Chromogenic Print. "Nell'insolita serie fotografica 'Natura Morta', LaChapelle offre un’inquietante e macabra galleria di 'ritratti' di personaggi famosi."
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Anonimous Politicians, 2012, Chromogenic Print. "Dopo aver appreso che il Museo Nazionale delle Cere di Dublino è stato teatro di un violento atto di vandalismo che ha causato danni all’intera collezione di statue, il fotografo ottiene il permesso di effettuare gli scatti che compongono questo ciclo. Le effigi inanimate di questi personaggi noti giacciono smembrate e orribilmente ricomposte sullo sfondo di cartoni per l’imballaggio."
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Last Supper Collage, 2012, Chromogenic Print. "Nelle foto del ciclo 'Last Supper' l’aspetto macabro cede il passo a un effetto decantato, in un certo senso sublimato dalla rievocazione di un capolavoro del passato: l'Ultima cena di Leonardo è ricostruita attraverso la successione di tredici fotografie dedicate ai protagonisti del racconto evangelico riprodotti in cera limitatamente ai dettagli delle teste e delle mani."
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Riverside, 2013, Chromogenic Print. "La ricerca poetica di David LaChapelle giunge con le serie 'Land Scape' a un nuovo approdo, che disegna orizzonti futuri dove l’umanità è scomparsa e le metropoli sono isole nel deserto, trasformate in complessi industriali incessantemente attivi."
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Kings Dominion, 2013, Chromogenic Print. "Per realizzare le immagini del progetto 'Land Scape' non sono state operati manipolazioni digitale o effetti di postproduzione: i set sono plastici realizzato da una squadra di professionisti di Hollywood specializzati nelle scenografie."
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Pacific Sunset, 2013, Chromogenic Print. "I set della serie 'Land Scape' sono frutto di un lavoro artigianale ad alta precisione, condotto mediante l'assemblaggio di oggetti industriali riciclati come bicchieri di plastica, cannucce, lattine e cartoni."
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Luna Park, 2013, Chromogenic Print. "I plastici della serie 'Land Scape' sono stati infine collocati nel contesto di un panorama reale delle colline californiane, e ripresi durante diverse ore del giorno, quando l'atmosfera vira nelle tinte dell’alba o della notte."
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Self Portrait as a House, 2013, Chromogenic Print.
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Aristocracy #3, 2015, Chromogenic Print. "La serie 'Aristocracy' fa riferimento a una classe vip, a un gioco d'alta società sospeso tra noia e autodistruzione e rappresenta la parabola esibizionista di uno snobismo che sfocia nella performance acrobatica e nella perdita di senso."

Dal 30 aprile al 13 settembre il Palazzo delle Esposizioni di Roma presenta David LaChapelle, dopo il Diluvio, un'ampia e importante retrospettiva dedicata al celebre fotografo statunitense, classe 1963, conosciuto per lo stile surrealista con cui è andato mescolando un barocco mix di ingredienti: il pop e l'immaginario rinascimentale, la moda, il porno e la narrazione biblica. In mostra oltre 150 opere realizzate dall'artista a partire dal 2006, anno di produzione della monumentale serie The Deluge, ispirata al grande affresco michelangiolesco della Cappella Sistina. Un lavoro che ha segnato un importante punto di svolta nel percorso di LaChapelle: non commissionato, non era destinato alle pagine di una rivista di moda o a una campagna pubblicitaria, ma venne concepito con l'unico scopo di essere esposto in una galleria d’arte o in un museo.

Nei lavori successivi a Il Diluvio, la produzione del fotografo americano si volge verso altre direzioni estetiche e concettuali. Scrive Gianni Mercurio, il curatore, nel suo saggio che presenta la retrospettiva: "Il segnale più evidente del cambiamento è la scomparsa dai lavori seriali della presenza umana: i modelli viventi che in tutti i lavori precedenti (unica eccezione è The Electric Chair del 2001, personale interpretazione del celebre lavoro di Andy Warhol) hanno avuto una parte centrale nella composizione del set e nel messaggio incarnato dall’immagine, spariscono. Le serie Car Crash, Negative Currencies, Hearth Laughs in Flowers, Gas Stations e Land Scape, fino alla più recente Aristocracy, seguono questa nuova scelta formale: LaChapelle cancella clamorosamente la carne, elemento caratterizzante della sua arte." 

Le fotografie della vasta rassegna, alcune delle quali presentate in grande formato (fino a oltre 7 metri per 2), sono organizzate in 8 sezioni: Il diluvio, La terra ride nei fiori, Natura morta, Il mio Gesù privato, Stazioni di rifornimento, Land Scape, Aristocracy e Valute al negativo/incidenti. Alcuni scatti sono totalmente inediti ed altri sono presentati per la prima volta in un museo. 

«Uno fa quel che gli piace, e poi ecco che spunta uno stile. La gente rimette insieme tutto quanto e decide che quello è il tuo stile. Un giorno ti svegli e sei felice, un altro invece sei triste, un giorno ti svegli e sei arrabbiato… se sai tradurre tutto questo nel tuo lavoro, ed esprimere i tuoi sentimenti, allora sei un artista.»

Il pubblico avrà modo di conoscere anche i lavori creati da LaChapelle nel decennio a cavallo tra il 1995 e il 2005, prima de Il Diluvio: tra le più conosciute e amate dal pubblico dell'artista, sono quelle che lo hanno reso famoso. Tra questi, troviamo i ritratti di celebrità del mondo della musica, della moda e del cinema; le scene surrealiste basate su temi religiosi; o le citazioni di grandi opere della storia dell'arte e del cinema. Una produzione segnata dalla saturazione cromatica e dal movimento, con cui il fotografo americano ha raggiunto la propria riconoscibile cifra estetica e ha influenzato molti artisti delle generazioni successive.

L'esposizione ospiterà anche una rassegna di filmati di backstage che illustrano il complesso processo di realizzazione dei set fotografici di LaChapelle. Da questi emerge chiaramente come il ruolo del fotografo si allarghi anche alla regia e alla scenografia dei propri lavori. Saranno presentati anche alcuni tra i video musicali più significativi dell'autore. Oltre a Rize, girato nei ghetti di Los Angeles e premiato al Sundance Film Festival, e alla danza mozzafiato di Sergei Polunin sulla colonna sonora Take me to church, uno dei video più visualizzati in rete. 

David LaChapelle, After the Deluge
a cura di Gianni Mercurio
30 aprile-13 settembre
Palazzo delle Esposizioni
via Nazionale 194, Roma

La rassegna, promossa da Roma Capitale‐Assessorato alla Cultura e Turismo, è prodotta da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con Madeinart e David LaChapelle Studio. 

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