Black Lives Matter, proteste USA
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Dallas: la questione razziale e il dilemma di Obama

È il giorno di Barack Obama. A quattro giorni dalla strage degli agenti in divisa, avvenuta a Dallas per mano di un ex reduce dall'Afghanistan che voleva vendicare gli afroamericani uccisi dalla polizia, il presidente americano è chiamato a pronunciare un discorso difficile, forse il più difficile della sua presidenza.

Trovare le parole giuste per dimostrare di essere vicino ai familiari dei poliziotti, per difendere le istituzioni e le forze di sicurezza in un momento di gravi tensioni razziali e sociali in America, e trovare le parole giuste per dare risposte concrete a quella grande fetta d'America nera che si sente ed è esclusa, per la quale nulla è cambiato dacché è stato eletto, nel 2008, il primo presidente nero della storia americana.

Un esercizio di equilibrismo dialettico - dove Obama ha sempre primeggiato - non sarà più sufficiente, mentre Donald Trump - il controverso candidato repubblicano alla Casa Bianca - mena fendenti che potrebbero rendere sempre più complicata la corsa di Hillary Clinton: «Guardate che cosa succede sotto la debole leadership di Obama e di gente come la corrotta Hillary Clinton. Siamo una Nazione divisa, eppure il nostro presidente ci dice che la Nazione non è affatto divisa. Sta vivendo in un mondo immaginario». Per Barack Obama è la prova del fuoco.


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10 luglio 2016. Attraversando il centro di Londra, un gruppo di manifestanti del movimento "Black Lives Matter" marcia per solidarietà agli afro-americani uccisi dalla polizia negli Stati Uniti.

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10 luglio 2016. Alcuni manifestanti in fuga nei pressi di una stazione di rifornimento, mentre la polizia si prepara ad affrontare i manifestanti a Baton Rouge, in Louisiana, USA.

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10 luglio 2016. Un gruppo di manifestanti grida lo slogan "Mani in alto, non sparate" durante una protesta contro la polizia a Baton Rouge, Louisiana, USA.

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10 luglio 2016. Lutto per gli agenti di polizia assassinati da un cecchino a Dallas, Texas, USA, nel corso di una protesta contro le violenze della polizia.

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10 luglio 2016. Attraversando il centro di Londra, un gruppo di manifestanti del movimento "Black Lives Matter" marcia per solidarietà agli afro-americani uccisi dalla polizia negli Stati Uniti.

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10 luglio 2016. Attraversando il centro di Londra, un gruppo di manifestanti del movimento "Black Lives Matter" marcia per solidarietà agli afro-americani uccisi dalla polizia negli Stati Uniti.

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10 luglio 2016. Attraversando il centro di Londra, un gruppo di manifestanti del movimento "Black Lives Matter" marcia per solidarietà agli afro-americani uccisi dalla polizia negli Stati Uniti.

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10 luglio 2016. Attraversando Park Lane, nel centro di Londra, un gruppo di manifestanti del movimento "Black Lives Matter" marcia per solidarietà agli afro-americani uccisi dalla polizia negli Stati Uniti.

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9 luglio 2016. La polizia in azione durante l'arresto di due manifestanti a St. Paul, Minnesota, USA.

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9 luglio 2016. La polizia schierata per affrontare i manifestanti di "Black Lives Matter" a Baton Rouge, Louisiana.

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9 luglio 2016. Attivisti sdraiati per terra per protesta contro l'assassinio di Philando Castile a Minneapolis, Minnesota, USA.

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9 luglio 2016. Un uomo di nome Arthur Reed viene trattenuto durante un alterco con il sindaco di Baton Rouge, Kip Holden, che ha annunciato in conferenza stampa le sue dimissioni.

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9 luglio 2016. Proteste di solidarietà al movimento "Black Lives Matter" a Brixton, nel Regno Unito.

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9 luglio 2016. Proteste di solidarietà al movimento "Black Lives Matter" a Brixton, nel Regno Unito.

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9 luglio 2016. Proteste di solidarietà al movimento "Black Lives Matter" a Brixton, nel Regno Unito.

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10 luglio 2016. Un momento della protesta contro le violenze della polizia a Baton Rouge, Louisiana, USA.

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10 luglio 2016. "Black Lives Matter" sullo striscione di un gruppo di manifestanti durante una protesta a Berlino, in Germania.

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10 luglio 2016. "Black Lives Matter" sul cartello di una manifestante durante una protesta a Berlino, in Germania.

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Da New York ad Atlanta, da Miami a Fort Lauderdale, in Florida, fino a Baton Rouge, in Louisiana, teatro di una recente esecuzione a sangue freddo da parte di un'agente di polizia, gli attivisti di Black Lives matter sono sul piede di guerra. Bloccano autostrade, ingaggiano scontri e sassaiole contro i cordoni di polizia, cui è giunto l'ordine di cercare di non esasperare il clima.

Tra arresti di massa e il timore che la protesta possa sfuggire di mano agli stessi leader del movimento, l'America teme che anche Dallas - dove sono stati schierati anche alcuni blindati in occasione della visita di Omaba, Biden e George W.Bush - possa diventare il teatro di qualche nuova clamorosa protesta, che qualcosa possa non andare per il verso giusto, che qualche folle come Micah Johnson possa approfittare dell'occasione per passare alla storia. 

Ci sono frange anche radicali del movimento nero americano. C'è chi considera Barack Obama, nel migliore dei casi, come uno Zio Tom che si è venduto ai bianchi per fingere di avere un presidente afroamericano, e c'è chi lo considera un finto nero che non viene dal ghetto e non conosce la vera vita della gente di colore. Non sono frange così numericamente irrisorie nell'America nera. C'è anche chi, tra i giovanissimi, accusa in America i leader di comunità  - sempre molto ascoltati dalle generazioni nere precedenti - di avere completamente fallito.In fondo, le Black Panthers - il movimento nero armato degli anni 70 che reclutava attivisti nelle carceri e tra gli ultimi della terra - è nato così.

Evitare che il movimento nero possa farsi fagocitare dalle spinte estremiste significa fornire risposte concrete, non solo parole. Quelle risposte che attendono anche i poliziotti e gli agenti di sicurezza, tra i quali spira oggi il vento della rivalsa, spesso impauriti e - come ha detto lo stesso Barack Obama  - vittime anche loro di un'America sempre più spaccata lungo linee sociali e razziali. Che cosa dirà oggi il presidente? E soprattutto: basteranno le parole?

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