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Economia

Crisi greca: è rottura tra Atene e Bruxelles

È rottura tra la Grecia e i creditori internazionali al tavolo tecnico di Bruxelles. "Sebbene qualche progresso sia stato fatto, il negoziato non è riuscito, poichè resta una significativa distanza tra i piani delle autorità greche e le richieste di Commissione, Bce e Fmi", hanno spiegato dall'esecutivo Ue, sottolineando che la distanza significativa è "nell'ordine dello 0,5-1% del Pil, o l'equivalente di due miliardi di euro di misure fiscali permanenti su base annuale". Ed "inoltre la proposta greca resta incompleta".

E così è fallito il tentativo del presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, di arrivare ad un accordo con la Grecia prima della riapertura dei mercati.

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Un cittadino di Atene cammina vicino a un palazzo abbandonato con un graffito che richiama la paura per il futuro
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Un manifestante raccoglie la bandiera della Ue stracciata nelle strade di Atene - 23 aprile 2015
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Una manifestante in piazza Syntagma ad Atene
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La sede del Parlamento greco ad Atene
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Manifestazione ad Atene durante l'Eurogruppo - 20 febbraio 2015
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Una donna passa vicino a un graffito nel centro di Atene - 20 febbraio 2015
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Un uomo davanti al Parlamento greco con la bandiera e un cartello: "Nostro Signore Gesù Crito, Salva la nostra Grecia" - 30 aprile 2015.

La palla passa ora all'Eurogruppo di giovedì prossimo ma lo stesso Juncker resta convinto che "con maggiori sforzi sulle riforme da parte della Grecia e volontà politica da parte di tutti, una soluzione puo' ancora essere trovata prima della fine del mese".

Atene dal canto suo ha detto ancora una volta che "non accetterà ulteriori tagli alle pensioni" mentre il ministro delle finanze, Yanis Varoufakis, ha spiegato che "un avanzo primario pari all'1% del Pil, raggiungibile a marzo, non è più possibile" per le critiche condizioni di liquidità del Paese, ribadendo per l'ennesima volta che "è necessaria una ristrutturazione del debito" greco in modo che Atene "possa ritornare sui mercati" per finanziarsi.

Il comportamento di Atene sta provocando una crescente irritazione in Germania.

Questa volta a battere i pugni sul tavolo è il ministro dell'economia tedesco e vice-cancelliere, Sigmar Gabriel, da sempre più colomba che falco nei confronti di Tispras. "L'ombra di una uscita della Grecia dall'Euro sta diventando sempre più visibile" ma Berlino "non si farà ricattare" per trovare un accordo sul salvataggio, "non si farà spingere ad accettare qualsiasi cosa", afferma il vice della Merkel, avvertendo il governo ellenico che "la pazienza dell'Europa sta finendo" e che Tsipras deve portare avanti le stesse riforme che il precedente governo di Samaras si era impegnato a fare, se vuole raggiungere un accordo.

Gabriel lancia poi una stoccata proprio a Varoufakis. "Gli esperti greci della teoria dei giochi stanno giocando d'azzardo, mettendo in pericolo il futuro del loro Paese e dell'Europa" e infine promette che "i lavoratori e le famiglie tedesche non pagheranno per le esagerate promesse elettorali fatte da un governo mezzo comunista". L'accordo tra Atene e creditori è necessario per sbloccare l'ultima tranche da 7,2 miliardi di aiuti finanziari, che sono fondamentali per garantire il futuro del Paese ellenico nell'Eurozona. Il 30 giugno prossimo la Grecia dovrà restituire 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale e il 20 luglio rimborsare alla Bce ben 3,5 miliardi di euro di titoli, detenuti da Francoforte, in scadenza.

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