Filippo Monteforte - Getty Images
News

Craxi ed il ricordo di Berlusconi

La storia, parallela e diversa, di loro due, gli ex premier condannati e senza passaporto, sembra destinata a non finire mai in archivio. Bettino Craxi, scomparso nel suo esilio forzato a Hammamet, a soli 66 anni (ne aveva 58 quando iniziò ad essere sepolto senza scampo da  una valanga di avvisi di garanzia) resterà sempre il convitato di pietra di qualsiasi consulto attorno alla «salma» di quel che restava del Pci-Pds-Ds sgominato da Matteo Renzi. Silvio Berlusconi, che prese nel 1994 il testimone dei moderati e della sinistra moderna craxiana, è però, come per una nemesi storica, l’unico leader uscito indenne dalla «caduta degli dei» dell’8 dicembre scorso, giorno dell’avvento del trentenne «Matteo». Il Pci è ormai definitivamente in soffitta. Ma la storia intrecciata di loro due resiste ancora.

Loro due: il politico a tutto tondo che modernizzò l’Italia e l’ex imprenditore di Arcore trasformatosi in politico, che a dispetto della decadenza da senatore è più che mai sulla scena e sale ancora nei sondaggi. La storia della «famigerata» coppia, avversata dagli stessi nemici di ieri e di oggi, riandrà in onda venerdì 13 dicembre, quando alle 17, 30, Berlusconi varcherà la soglia della Fondazione Craxi, a Roma, via Montevideo. 

Lo farà per ricordare il suo vero e sincero amico «Bettino», a 13 anni dalla scomparsa (19 gennaio 2000). Ma non sarà un’operazione nostalgica. C’è attesa per il suo discorso. Alla Fondazione non sanno già più dove trovare spazio per gli ospiti.

Sarà probabilmente un discorso per ribadire che in Italia c’è una giustizia per la quale si è colpevoli a seconda del nome che si porta. Quando Stefania Craxi, ex sottosegretario agli Esteri del governo Berlusconi, presidente della Fondazione, dedicata alla memoria di suo padre, lo ha invitato, l’ex premier non ha esitato un attimo a dire di sì. Stefania e Berlusconi presenteranno, con lo stesso autore, il libro di Nicolò Amato «Bettino Craxi dunque colpevole» (Rubettino editore). Amato (Nicolò) fu con Enzo Lo Giudice e Giannino Guiso avvocato di Craxi.

Scrive del suo libro: «il mio obiettivo è ristabilire un po’ di verità per Bettino, perché dopo vent’anni, ora che i tribunali degli uomini hanno esaurito il loro compito, sia il tribunale della storia a esprimere un giudizio obiettivo. Dopo che è stato ingiustamente condannato in un clima violento, di guerra, Craxi merita di riprendere il suo posto nella storia d’Italia». Il libro rievoca la vicenda giudiziaria dell’ex premier e leader socialista. L’«ingiusto processo», anticipato da Craxi stesso nel suo ultimo discorso alla Camera nel 1993, discorso giudicato da molti tecnicamente perfetto, viene ripercorso nel libro tappa per tappa.

Anticipa Stefania Craxi a Panorama.it: «Perché ho invitato Berlusconi? Lui è una personalità diversa da quella di mio padre che agiva in un’epoca diversa. Ma Berlusconi è vittima degli stessi processi speciali apparecchiati per Craxi». Sottolinea, Stefania: «Processi senza difesa, in cui parla e agisce solo l’accusa con il giudice pronto a omologare quanto sostiene solo l’accusa». Dura conclusione: «Craxi e Berlusconi sono vittime di clan giornalistici e giudiziari in stretto collegamento tra loro, che hanno dato vita a spettacoli pubblici per eliminare la vittima designata». Il 19 gennaio Craxi verrà ricordato come ogni anno ad Hammamet. Il Cav non potrà esserci. Non ha più il passaporto.

YOU MAY ALSO LIKE