Cookie amore e odio: il caso Italia

Lo scorso 16 gennaio il team che lavora con il Garante italiano della Privacy aveva pubblicato un video esplicativo sul significato dei cookie con unaserie di norme indirizzate ai creatori di siti per preservare i dati personali dei visitatori. Il filmato è parte di una campagna divulgativa intrapresa dal Garante per informare meglio i cittadini italiani sulle potenzialità dei cookie ma anche sui rischi della diffusione di troppi dati sensibili a portali e siti internet per i quali, almeno fino a qualche tempo fa, non esisteva una comune linea d’azione.

Le tracce digitali

Con il provvedimento generale sull’uso dei cookie varato a maggio del 2014 l’autorità che tutela la privacy ha invece segnato un nuovo corso verso un’informazione più trasparente sull’utilità delle tracce digitali lasciate dai navigatori durate le loro traversate informatiche, informazioni che per l’utente medio possono sembrare insignificanti ma che invece valgono un bel po’ di soldi, soprattutto quando si parla di targetizzazione e profilazione dell’utenza; un po’ quello che succede se cercate un articolo su Amazon e poi ve lo ritrovate ovunque sul web.

Effetto Datagate

Con la normativa l’Italia si pone in linea con le indicazioni dell’Unione Europea sulla gestione dei cookie, argomento di interesse soprattutto a seguito delle rivelazioni di Edward Snowden sul Datagate. In primo piano c’è l’esigenza di tutelare maggiormente i cittadini della Rete sia i più esperti che i novizi. Secondo le indicazioni e il video promosso dal Garante, Caffeina, una startup italiana che si occupa di trasformazione digitale, ha stilato dei punti riassuntivi su quello che cambia per chi sviluppa un sito web e di conseguenza per chi lo visita.

Cosa cambia

“Al primo contatto con il sito, l’utente deve essere informato che si fa uso di cookie con finalità di marketing, anche di terze parti e che, proseguendo con la propria navigazione, si autorizza la loro installazione. Se poi lo vorrà, si potranno modificare successivamente i propri consensi ai singoli cookie, attraverso un apposito menu”. Seguendo le norme del Garante è essenziale che le informazioni siano mostrate in maniera chiara attraverso un elemento grafico visibile ma poco invasivo che “determini una discontinuità, seppur minima, dell’esperienza di navigazione” e superabile “solo mediante un intervento attivo dell’utente”. In pratica c’è bisogno di un banner o di un elemento nella pagina che evidenzi la presenza dei cookie e le conseguenze descritte dall’autorità. Nel caso di omessa Informativa è prevista una multa da 6.000 a 36.000 euro mentre per l’installazione di cookie in assenza di preventivo consenso la sanzione sale fino a 120.000 euro.

A che punto siamo

Ma dopo più di un mese dall’ulteriore comunicazione del Garante il web italiano è davvero cambiato adottando tutte le misure necessarie per far capire agli utenti il significato dei cookie? “C’è ancora qualche mese di tempo (2 giugno 2015 ndr.) per adeguare siti e applicazioni alle prescrizioni del Garante sia dal punto di vista tecnico che da quello legale – ci dicono da Caffeina - questo implica un importante cambio di paradigma in cui l'utente e la sua privacy vengono messi al centro”. Insomma siamo ancora indietro se si pensa che secondo un’indagine di Federprivacypiù di due siti su tre, in Italia, ancora non rispetta le prescrizioni. I ragazzi di Caffeina sono però certi di una cosa: “Queste misure permetteranno una maggiore alfabetizzazione sui rischi e le opportunità di marketing legate ai cookie così ognuno sarà in grado di prevenire perdite di informazioni accidentali ed essere più consapevole su come agire per proteggere la propria privacy”.

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