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Conferenza sul clima: "Siamo gli ultimi a poter salvare il pianeta"

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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015, conferenza sul clima. La foto ufficiale dei capi di Stato partecipanti
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015, conferenza sul clima. Il Presidente del Brasile Dilma Rousseff con il premier italiano Matteo Renzi (C) e il primo ministro greco Alexis Tsipras
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Il segretario di stato Usa John Kerry con il presidente russo Vladimir Putin
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015, conferenza sul clima. Il presidente russo Vladimir Putin con Angela Merkel
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015: alla conferenza sul clima il ministro francese dell'Ambiente Segolene Royal, il presidente francese Francois Hollande e il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015, conferenza sul clima. L'intervento di Barack Obama alla cerimonia di apertura
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015, conferenza sul clima- Il ministrio dell'Ambiente francese Segolene Royale con il presidente boliviano Evo Morales
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015: l'arrivo di Vladimir Putin alla conferenza sul clima
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015, conferenza sul clima. Il cancelliere tedesco Angela Merkel con il ministro tedesco dell'Ambiente Barbara Hendricks
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015, conferenza sul clima. Il primo ministro greco Alexis Tsipras
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015, conferenza sul clima. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe e il presidente della Bolivia Evo Morales
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015, conferenza sul clima, i controlli di dicurezza
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015: alla conferenza sul clima il presidente Usa Barack Obamae il segretario di stato americano John Kerry con il ministro francese dell'Ambiente Segolene Royale e il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015: alla conferenza sul clima il presidente Usa Barack Obama con il presidente cinese Jinxing
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015: alla conferenza sul clima il primo ministro inglese David Cameron con Segolene Royal, ministro dell'ambiente francese
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015: alla conferenza sul clima il presidente francese Francois Hollande con il presidente palestinese Mahmoud Abbas
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015: alla conferenza sul clima il principe Carlo d'Inghilterra con il ministro degli esteri francese Laurent Fabius
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015: alla conferenza sul clima il presidente della Svizzera Simonetta Sommaruga con il presidente francese Francois Hollande
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PARIS, FRANCE - NOVEMBER 29: Prince Charles, Prince of Wales (L) and Former Vice President of the United States, Al Gore, chat during a photograph ahead of a dinner hosted by the British Ambassador to France, Sir Peter Ricketts, for senior figures involved in climate change and development issues on November 29, 2015 in Paris, France. Prince Charles, Prince of Wales is on a two-day visit to Paris to attend the United Nations Climate Change Conference. It is the 21st yearly session of the Conference of the Parties to the 1992 United Nations Framework Convention on Climate Change and the 11th session of the Meeting of the Parties to the 1997 Kyoto Protocol. The aim of the conference is to achieve a legally binding and universal agreement on climate, from all the nations of the world. (Photo by Carl Court/Getty Images)
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Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015: alla conferenza sul clima il re di Svezia Carl Gustaf con il rpesidente francese Francois Hollande
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Parigi, 9 novembre 2015, l'omaggio del presidente Usa Barack Obama alle vittime della strage del Bataclan
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Berlino , 29 novembre 2015, la marcia per il clima alla vigilia dell'incontro dei leader mondiali a Parigi
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Los Angeles, California , 29 novembre 2015, una manifestante alla marcia per il clima alla vigilia dell'incontro dei leader mondiali a Parigi
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Los Angeles, California , 29 novembre 2015, la marcia per il clima alla vigilia dell'incontro dei leader mondiali a Parigi
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New York City , 29 novembre 2015, la marcia per il clima alla vigilia dell'incontro dei leader mondiali a Parigi
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Los Angeles, California , 29 novembre 2015, la marcia per il clima alla vigilia dell'incontro dei leader mondiali a Parigi
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Berlino , 29 novembre 2015, la marcia per il clima alla vigilia dell'incontro dei leader mondiali a Parigi
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New York City , 29 novembre 2015, la marcia per il clima alla vigilia dell'incontro dei leader mondiali a Parigi
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Berlino , 29 novembre 2015, la marcia per il clima alla vigilia dell'incontro dei leader mondiali a Parigi

"Il mondo non ha mai affrontato una sfida così grande": con questo monito, il presidente francese, Francois Hollande, ha aperto il vertice mondiale per la 21ma Conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici che dovrà cercare un accordo per scongiurare una catastrofe ambientale irreversibile.

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Gli obiettivi sono la riduzione delle emissioni ma anche un aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili, in mod da scongiurare un aumento della temperatura terrestre oltre i due gradi rispetto all'era preindustriale. Il summit dei 150 leader mondiali segna l'inizio della conferenza che si chiuderà l'11 dicembre, con un testo che dovrebbe essere "vincolante". "Il successo è alla nostra portata ma ancora non è stato raggiunto. La posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso. Abbiamo un obbligo di successo", ha affermato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius.

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha chiesto di osservare un minuto di silenzio per le vittime delle stradi del 30 novembre. "Abbiamo nelle mani il futuro delle prossime generazioni", ha poi avvertito". Hollande ha esortato a "lottare per il clima come contro il terrorismo" osservando che "i cambiamenti climatici "creano piu' migrazioni delle guerre". Barack Obama ha ammesso che gli Usa "hanno contribuito a creare il problema" e ha avvertito che "siamo l'ultima generazione che può cambiare le cose". "Dobbiamo avere qui, adesso, il potere di cambiare", ha aggiunto.

Il presidente cinese, Xi Jinping, ha assicurato che il suo Paese "si impegna nella campagna mondiale su cambiamenti climatici" e per questo "gli impegni ecologici saranno in cima all'agenda dei prossimi piani pluriennali". Per Vladimir Putin "si può crescere riducendo le emissioni" e il presidente russo ha proposto un Forum mondiale a guida Onu. Per il presidente del Consiglio Matteo Renzi il futuro del pianeta è "una sfida che riguarda tutti noi, i nostri figli e i nostri nipoti", ma è ora di "uscire dalla retorica per cui l'Italia non fa abbastanza". E mentre si è appreso che alle manifestazioni sul clima in 175 Paesi hanno partecipato 785.000 persone, il summit è stato anche un crocevia diplomatico, con il colloquio Obama-Putin, la prima stretta di mano dal 2010 tra Benjamin Netanyahu e Abu Mazen e il gelo tra lo stesso presidente russo e il collega turco Erdogan, con cui non ha voluto parlare. Parigi dovrebbe sancire un patto per contenere il riscaldamento climatico globale, dopo il fallimento della conferenza di Copenaghen nel 2009. Dalla rivoluzione industriale, le temperature sono aumentate di poco meno di un grado e nei 23 anni trascorsi dalla conferenza di Rio le emissioni di gas serra sono ulteriormente cresciute, con un nuovo record l'anno scorso.

L'obiettivo

L'obiettivo è un contenimento "sotto i 2 gradi" dell'aumento delle temperature, ha avvertito il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, sottolineando che un'intesa sul clima serve anche a "garantire la pace e la sicurezza internazionale". "Il futuro del mondo è nelle vostre mani", ha aggiunto Ban, invitando i 147 leader mondiali presenti, da Obama a Putin passando per Merkel, Renzi e Cameron, a "mostrare visione e coraggio". Il cambiamento climatico, ha dichiarato il presidente francese Hollande, di cui Ban ha riconosciuto il coraggio a confermare la Cop21 nonostante gli attentati del 13 novembre, e è  insieme al terrorismo una delle due "grandi sfide che dobbiamo affrontare" perché "ai nostri figli dobbiamo lasciare di più che un mondo libero dal terrore, un pianeta preservato dalle catastrofi, un pianeta sostenibile". Anche perché, ha avvertito il principe Carlo d'Inghilterra chiamato ad aprire i lavori, la Terra "potrà sopravvivere all'aumento dei mari e delle temperature, ma non l'Uomo". 

I numeri

Questi i numeri del grande appuntamento: 10.000 delegati e altri 30.000 tra scienziati, giornalisti, osservatori. Per la sicurezza in campo 2.500 ttra gendarmi e poliziotti più 8.000 agenti supplementari per i controlli alle frontiere, 179 Paesi, rappresentanti il 95% della popolazione e il 94% delle emissioni globali, hanno presentato le loro "promesse" di riduzione dei gas sera, le Indc's (Intended national determined contribution).

Sono 2,7 i gradi entro cui si conterrebbe il riscaldamento globale al 2100 stando agli impegni annunciati dagli Stati mentre l'obiettivo è restare sotto i due gradi.

Il 2050 è l'anno entro cui i Paesi del G7 si sono impegnati a ridurre del 70% le loro emissioni rispetto al 2010. 

La XXI Conferenza Onu sul clima Cop 21 (la sigla sta per Conferenza delle Parti) che prende il via oggi a Le Bourget, appena fuori Parigi, proseguirà sino a venerdì 11 dicembre, con l'obiettivo di raggiungere un accordo vincolante. I leader, a differenza di Copenhagen quando arrivarono per la conclusione dei lavori, questa volta apriranno la conferenza con l'intento di dare un segnale forte.

I temi trattati

Organizzati su temi specifici si terranno tra lunedì 30 e martedì: un focus sulle foreste, sulla resistenza ai cambiamenti climatici (con il segretario dell'Onu Ban Ki-moon), sul lancio dell'alleanza sul solare (con il premier indiano Narendera Modi), sul "carbon pricing" (con il direttore del Fmi Christine Lagarde), e sull'Africa (con il presidente francese Francois Hollande).

L'apertura al pubblico

Apertura a tutti, dal primo all'11 dicembre, degli "Spazi generazioni clima" che ospitano società civile e ong con dibattiti, stand, tavole rotonde, esposizioni. Previsto un incontro con i sindaci il 4 dicembre, organizzato dal sindaco di Parigi Anne Hidalgo all'Hotel de Ville.


Le giornate tematiche

Ce ne saranno quattro: il 2 dicembre sarà la Giornata degli agricoltori, il 3 la Giornata delle giovani e future generazioni, il 4 dell'educazione, l'8 sarà invece dedicato all'Africa.

La conclusione e l'accordo


Una pausa sarà fatta domenica 6 dicembre per preparare il rush finale dei negoziati, con il 7 e l'8 le dichiarazioni di alto livello di Stati e gruppi, per arrivare il 10 all'adozione delle conclusioni e l'11 alla chiusura con l'auspicata adozione dell'accordo.

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