Cisco, una voce da scoprire (o riscoprire)

Sono passati quasi sette anni da quando Stefano Bellotti, per tutti Cisco, ha lasciato i Modena City Ramblers per intraprendere la carriera da solista. Nel frattempo si è dato parecchio da fare: ha pubblicato tre dischi di inediti, un libro, un live. Ha collezionato collaborazioni illustri e non ha mai smesso di girare l’Italia dividendosi tra piazze importanti e palcoscenici abbastanza periferici, dove comunque ha sempre trovato un nocciolo duro di fan pronti a raggiungerlo e desiderosi di ascoltarlo.

Quest’estate sta portando in tour Fuori i secondi, il suo ultimo lavoro in studio. E lo schema è pressoché analogo: si divide tra date in grandi città come Firenze, Modena e Milano e altre decisamente più sperdute. Che, va detto, affronta con la stessa passione e professionalità (e parliamo con cognizione di causa, avendolo ascoltato sia a Roma che a San Mauro Forte, paesino arrampicato sulle colline di Matera). Ecco, l’impressione è che Cisco sia uno di quei personaggi del panorama nazionale che è stato sottovalutato o che comunque non sta raccogliendo il successo che invece meriterebbe.

Mescola sonorità folk con strizzate d’occhio alla migliore tradizione cantautorale nostrana. Abbina impegno politico, senz’altro più diluito e più contemporaneo rispetto alla militanza spinta dei Modena, a qualità vocali fuori dal comune. Sia quando attacca con Multumesc, brano di apertura di questi concerti estivi dedicato al popolo rom, sia quando passa a La lunga notte, testo dai toni cupi che contiene però la sua dose di speranza, come la ben riuscita I tempi siamo noi. C’è la nostalgia di un’epoca che ormai appartiene al passato in La dolce vita e c’è Golfo mistico, che, a modo suo, è un inno alla vita di chi lotta per non rassegnarsi mai.

Ad accompagnarlo c’è un ottimo gruppo di musicisti con ricchezza di trombe, violini e contrabbassi, oltre a un pezzetto importante del suo passato remoto, quello dei tempi dei Modena, che affiora soprattutto nella seconda parte della scaletta. Da Ebano a Morte di un poeta, da Una perfecta excusa a I cento passi, riecco classici proposti sempre con un tocco personale e un arrangiamento che mai li stravolge. Fino all’immancabile chiusura con Ninnananna, gemma lunare che ha quasi vent’anni ma ogni volta suona splendida come un sogno a occhi aperti.

Twitter: @marmorello

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