La Cina lancia Cos, il suo sistema operativo

Fino ad oggi, dati alla mano , sul mercato mobile la storia è segnata. I dominatori assoluti sono Apple con il suo iOS e Google con l’onnipresente Android, OS capace di adattarsi a diversi tipi di device ma sempre agile nel presentarsi nel migliore dei modi, sia nelle versioni brandizzate dai vendor che “nudo” (come sulla serie Nexus). Qualcuno però è convinto che la folta schiera tra cui scegliere, non dimentichiamo Windows Phone e BlackBerry, non sia abbastanza e decide perciò di presentare il proprio sistema operativo, convinto di poter sbaragliare la concorrenza.

Si tratta della Cina che ha da poco lanciato CosChina Operating System", una sorta di sistema operativo nazionale, sviluppato in casa per attirare i tecnofili patrioti. Cos fa parte di quella serie di prodotti pensati dal governo cinese per rivaleggiare con i prodotti culturali occidentali. Un modus operandi che fa parte della storia del paese orientale, il cui governo è convinto, da tempo, della validità dei progetti tecnologici fatti in casa, siano essi software o hardware: l’esempio più eclatante è il RedPad .

Il sistema operativo Cos sarebbe il risultato della collaborazione del governo cinese con le società Shangai Liantong e l’Institute of Software at the Chinese Academy of Sciences, meglio conosciuto come ISCAS. Secondo il Wall Street Journal , Cos è basato su Linux e, non a caso, da un primo video di presentazione , assomiglia molto ad una versione personalizzata di Android. Secondo la testata americana, parte del progetto di sviluppo sarebbe stato svolto dalla HTC, azienda thailandese che ha dato alla luce uno dei migliori smartphone della scorsa stagione: l’HTC One.

Non è una certezza (ma una grossa probabilità), che Cos avrà tante delle limitazioni imposte dal governo cinese ai suoi utenti. Tra queste l’impossibilità di accedere a Google, Facebook, Twitter e YouTube e su altri siti considerati non corrispondenti alla linea socio-politica del paese. Quello che per il resto del mondo potrebbe apparire come una limitazione, in realtà potrebbe diventare un vantaggio per gli utenti cinesi. Avere tra le mani uno smartphone o un tablet che accede di default ai servizi abilitati, che peraltro sostituiscono a pieno quelli inaccessibili nel paese, potrebbe suscitare l’interesse di tutta quella fascia di clienti che non si sentono soddisfatti nell’utilizzare un device iOS o Android che risulta, di fatto, limitato rispetto a quelli degli utenti esteri.

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