'Ci sono io' di Alessandro Savona. La recensione

Non sono mai entrata in una casa famiglia, ma di storie ne ho sentite e lette tante. Figli di amici, conoscenti, amiche stesse che le hanno abitate. Sono queste i luoghi dei bambini soli.
Verrebbe quasi da dire dei bambini dimenticati.

Ci sono io (Dario Flaccovio) è la storia di uno di questi bambini. E di un volontario della casa in cui il piccolo è ospitato.
Sottratto alla famiglia, ad una madre e a un nonno che tutto facevano fuorché occuparsi (e preoccuparsi) di lui, cresciuto in una casa-garage, separato dal resto del mondo da una tenda, viene portato via da un mondo che non ha nulla di giusto per un bambino di cinque anni.

Piccolo, capelli scuri, costituzione magra, parole incerte e una fantasia che ha bisogno di essere alimentata, la sua corsa verso la vita e in un borgo abbandonato inizia quando il volontario della casa prende a cuore le sue gambette incerte e lo porta via per un paio di giorni.

Per conoscersi, per far dimenticare a Pitar, così lo chiama sempre e sempre lo chiamerà, il fallimento di un tentativo di adozione.
Un bambino ribelle, così lo ha definito la coppia che dopo poche ore lo ha restituito al mittente come fosse un vero e proprio pacco postale. Indesiderato.

Occorre quindi fargli riscattare ciò che gli spetta: il calore umano. Se non di una famiglia secondo la tradizione (madre-padre) quella di un uomo che ha tanto da dare perché tanto gli è stato sottratto: l'amore.

Durante questo viaggio (o rapimento) verso la libertà si inframmezzano scene di vita vissuto della voce narrante: lui piccolo allontanato dalla madre, lui adulto in visita sull'isola in cui vive il padre, lui uomo innamorato.

Alessandro Savona (architetto palermitano che fa parte, con il suo compagno Massimo, della seconda coppia omosessuale in ordine di tempo che in Italia ha ottenuto, quattro anni fa, un minorenne in affido) insegna l'amore a chi l'amore è negato. Impartisce il senso di libertà quando questa viene impedita e si accomiata con un film incompiuto in cui ognuno può decidere il finale appropriato. Se non si ha il coraggio di attribuire al tutto il pesante senso dei gesti liberatori.

Di questo romanzo, l’autore devolverà parte dei proventi a una onlus palermitana, l’AFAP, che si occupa di campagne di sensibilizzazione sul tema dell’affido familiare, istituto diverso dall’adozione e che può riguardare anche le coppie gay, molte delle quali sono però disinformate su questa possibilità.

Ci sono io. Un adulto, un bambino, un viaggio. Oppure un rapimento?
di Alessandro Savona
Dario Flaccovio, 2017

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