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Catania, ha ucciso il marito perché la picchiava

Ucciso dalla moglie che da anni - dice - sopportava la sua violenza.

Alfio Longo, l'elettricista 68enne morto ieri nella sua casa a Biancavilla, in provincia di Catania, ha avuto il cranio fracassato da un ciocco di legno.

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In questa foto fornita dai Carabinieri, Vincenzina Ingrassia, 64 anni, la presunta assassina del marito Alfio Longo. Catania, 28 agosto 2015.
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Una immagine di Alfio Longo fornita dai Carabinieri. Avevano la passione per i cani, anche quelli randagi, che accudivano nella loro villa. Eppure la notte scorsa nessuno nella zona li ha sentiti abbaiare: perché dormivano pesantemente o perché non hanno abbaiato? E uno dei 'gialli' dell'omicidio di Alfio Longo, 67 anni, elettricista in pensione, e dell'aggressione a sua moglie, Enza Ingrassia, nella rapina subita la notte scorsa nella loro piccola villa sulle pendici dell'Etna, a Biancavilla.
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Carabinieri all'esterno della villa dove, nel corso di una rapina, è stato ucciso il proprietario in contrada Crocefisso di Biancavilla, Catania, 27 agosto 201
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Carabinieri all'esterno della villa dove, nel corso di una rapina, È stato ucciso il proprietario in contrada Crocefisso di Biancavilla, Catania, 27 agosto 2015.

La moglie, Vincenzina Ingrassia, 63 anni, ha prima inventato la storia di una rapina.
Poi, dopo un lungo interrogatorio ha confessato.

Questa mattina è stata arrestata dai carabinieri del comando provinciale di Catania, insieme ai colleghi dell'anticrimine di Palermo e Catania, del reparto crimini violenti del Ros e del Ris di Messina.

La rapina inventata
Vincenzina aveva raccontato che due persone, armate di pistola, si erano introdotte nella loro casa e, dopo una breve colluttazione, avrebbero legato i due coniugi con delle strisce ricavate da un lenzuolo.

Il marito, sempre secondo il racconto, non aveva ceduto alle minacce e non aveva rivelato dove la coppia custodiva i soldi.

I malviventi, a quel punto, lo avevano picchiato e colpito a morte al cranio con un ciocco di legno raccolto nel giardino dell'abitazione.

La donna, subito dopo, era riuscita a liberarsi ed a chiamare i carabinieri ai quali aveva poi raccontato quello che, secondo il suo racconto, era accaduto. La sua bugia però è durata poco.

Le incongruenze
È bastato il sopralluogo effettuato dagli uomini del Ris per mettere in luce le incongruenze del suo racconto. Lo studio dei dati tecnici fatto dai militari del reparto operativo unitamente a quelli del reparto crimini violenti ha poi confermato i sospetti.

A quel punto gli inquirenti, coordinati dal magistrato della Procura etnea, hanno cominciato un estenuante interrogatorio che si è protratto per tutta la notte. Alla fine Vincenzina non ha potuto fare altro che ammettere le proprie responsabilità.

Ha ammesso di aver inventato la rapina e di essere stata proprio lei a colpire alla testa il marito nel sonno con un ciocco di legno.

Il ciocco di legno con il quale era stata percossa la sera
A spingerla sarebbe stata una situazione famigliare pesante.
La donna ha raccontato di continue violenze patite da parte del marito negli ultimi 40 anni. Ieri sera l'ennesimo litigio, durante il quale l'uomo avrebbe colpito la donna alle gambe proprio con quella che poi sarebbe diventata l'arma del delitto.

La signora, a questo punto, ha aspettato che il marito si addormentasse e ha colpito alla testa l'uomo proprio con lo strumento con il quale era stata ferita poco prima.
Dopo la confessione è stata accompagnata presso il carcere di piazza Lanza in attesa dell'udienza di convalida che si terrà nei prossimi giorni.

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