Elena Ceste, il marito chiede il rito abbreviato: una scelta giusta

Michele Buoninconti ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. I suoi legali, Chiara Girola e Massimo Tortoroglio hanno presentato oggi la richiesta nell’ufficio del giudice per le indagini preliminari di Asti.

Buoninconti si trova in carcere dal 29 gennaio con l’accusa di aver ucciso la moglie Elena Ceste, la casalinga di Costigliole d’Asti sparita di casa il 24 gennaio 2014 e ritrovata morta in un canale di scolo non lontano dalla sua abitazione il 18 ottobre, 9 mesi dopo.

Michele Buoninconti e Elena Ceste nel giorno del loro matrimonio in una foto tratta dalla pagina Facebook 'Michele Buoninconti: innocente fino a prova contraria'.
I funerali di Elena Ceste a Govone, il paese dei genitori della donna in provincia di Cuneo, 7 febbraio 2015.ANSA/Manuela Macario
I manifesti fuebri per Elena Ceste a Govone, il paese dei genitori della donna in provincia di Cuneo, 7 febbraio 2015.ANSA/Manuela Macario
ANSA/ANTONINO DI MARCO

I carabinieri raggiungono la casa di Motta di Costigliole di Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste, uccisa ad Asti, per arrestrae l'uomo reo di aver ucciso la moglie, Torino, 29 Gennaio 2015. I carabinieri, alla presenza dei suoi legali, Chiara Girola e Alberto Masoero, lo hanno prelevato e portato in caserma ad Asti. L'uomo era indagato per omicidio dal 24 ottobre. ANSA/ ANTONINO DI MARCO
ANSA
In una combo Elena Ceste e il cane Gandalf.
Ansa
Michele Buoninconti e Elena Ceste nel giorno del loro matrimonio in una foto tratta dalla pagina Facebook 'Michele Buoninconti: innocente fino a prova contraria'.
Ansa
Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste, in un fermo immagine tratto da Chi l'ha visto. ANSA/
ANSA
Gandalf, il cane di Elena Ceste, la donna scomparsa a Costigliole d'Asti nel gennaio del 2014, 19 gennaio 2015.
Ansa
ANSA / Manuela Macario
E' ripreso questa mattina, tra le campagne astigiane, il sopralluogo dei carabinieri lungo il Rio Mersa, il canale di scolo che lo scorso 18 ottobre ha restituito, dopo otto mesi di ricerche, il cadavere di Elena Ceste, Asti, 30 Ottobre 2014. ANSA/ MANUELA MACARIO
E' ripreso questa mattina, tra le campagne astigiane, il sopralluogo dei carabinieri lungo il Rio Mersa, il canale di scolo che lo scorso 18 ottobre ha restituito, dopo otto mesi di ricerche, il cadavere di Elena Ceste, Asti, 30 Ottobre 2014. ANSA/ MANUELA MACARIO
ANSA
Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste, in un fermo immagine tratto da Chi l'ha visto.
Fiori sul luogo del ritrovamento del cadavere di Elena Ceste, Costiglio d'Asti, 25 ottobre 2014. ANSA / Manuela Macario
Fiori sul luogo del ritrovamento del cadavere di Elena Ceste, Costiglio d'Asti, 25 ottobre 2014. ANSA / Manuela Macario
Fiori sul luogo del ritrovamento del cadavere di Elena Ceste, Costiglio d'Asti, 25 ottobre 2014. ANSA / Manuela Macario
Michele Buoninconti, il marito di Elena Ceste iANSA / MANUELA MACARIO
Ansa
Elena Ceste in una foto dal suo profilo Facebook

Boninconti ha fatto la scelta giusta. Il rito abbreviato è una facoltà concessa all’imputato, il quale può chiedere che il processo venga deciso in udienza preliminare allo stato degli atti, ovvero con le prove che si sono formate durante la fase delle indagini. Niente dibattimento, dunque, niente testimoni, e tempi molto più corti per la giustizia. Motivo per cui, in caso di condanna l’imputato viene premiato con lo sconto di un terzo della pena: in caso di ergastolo, si scende a 30 anni, se poi viene disposto il carcere a vita con isolamento diurno, si toglie questa misura accessoria e rimane l’ergastolo semplice.

Contrariamente a quello che si pensa, la richiesta di giudizio abbreviato non equivale a una ammissione di colpa. Non è il patteggiamento, per essere chiari. Dietro la scelta dell’imputato ci può essere anche una strategia dei suoi avvocati, che valutano le indagini dell’accusa, le considerano fatte male o incomplete, intravedono uno spiraglio difensivo e di fatto bloccano la partita. Si girano le carte sul tavolo, chi ha quelle migliori vince.

Ma c’è anche un’altra possibilità: io sono innocente, e proprio per questo voglio evitare un lungo processo pubblico in cui comunque vada verrò messo al pubblico ludibrio, i particolari più insignificanti della mia vita finiranno per diventare singoli capitoli di un lungo romanzo a puntate. Non voglio la gogna e voglio essere giudicato a porte chiuse, senza clamore mediatico.

Nel caso di Michele Buoninconti, che sia innocente o colpevole, quella del rito abbreviato appare una scelta sacrosanta, anche perché non si capisce cosa possano aggiungere i testimoni con la loro deposizione in dibattimento. Per loro parlano i messaggi allegati agli atti, ogni altra parola è superflua. Oltre che inutile perdita di tempo.

YOU MAY ALSO LIKE