La memoria ritardata di Carraro: "Campionato '98 falsato". Quando era n°1 di Lega...

Nell'aprile del 1998 Franco Carraro era presidente della Lega nazionale Professionisti, il palazzo buono del calcio italiano. Non era un dirigente qualunque, ma uno che prima di arrivare in via Rosellini era stato in Figc per 31 anni (dal 1966), ne era stato il numero uno in divese occasioni e lo sarebbe tornato dal 2001, era uomo di Uefa e Fifa, membro del Cio dal 1982 e ministro dello Sport dall'87 al '90. Insomma, Franco Carraro era il calcio e lo sport italiano e in quella torrida primavera del 1998 si trovò a maneggiare la polemica esplosiva tra Moratti e la Juventus culminata nella collisione tra Ronaldo e Iuliano del 28 aprile, stadio Delle Alpi, gara decisiva per l'assegnazione dello scudetto.

Un'immagine che è superfluo riprodurre essendo scolpita per sempre nella memoria dei tifosi interisti e juventini, divisi su tutto da quel giorno a partire dall'interpretazione del contatto che Ceccarini, arbitro di quel pomeriggio, derubricò salvo poi pentirsi nei mesi successivi. Tutto caduto in prescrizione, nel senso tecnico e anche storico, perché dopo quel Juventus-Inter il calcio italiano ha vissuto almeno altre tre ere, è passato da Calciopoli, ha visto vincere tutto l'Inter di Moratti e, adesso, il ritorno del dominio bianconero.

Premessa necessaria per affrontare le dichiarazioni rilasciate da Franco Carraro a Repubblica in risposta dell'attacco di Moggi che lo ha accusato di essere la vera cupola, colui che telefonando muoveva tutti i fili. Tesi respinta da Carraro con qualche gustoso particolare, come la ricostruzione di quanto accaduto in quell'ormai lontano 1998. "A differenza di quanto avvenne nel '98, la Juventus del 2005 e 2006 aveva la squadra più forte e ha vinto sul campo e non a causa delle interferenze. Che, però, ci furono. Ci furono molte cose che non andavano bene" dice Carraro. Il '98? "Quello secondo me fu l'unico campionato veramente falsato a favore della Juventus, si ricorda il rigore su Ronaldo?".

Bomba sganciata e discussione aperta. Siccome in casa Inter quel torneo è portato a simbolo di un sistema che da tempo vedeva il club nerazzurro penalizzato dal potere altrui è indubbio che la frase dell'uomo che allora sedeva nelle stanze del comando non lascia indifferenti. Anche perché la sentenza d'Appello del Tribunale di Napoli (pagina 108) parla testualmente di "sistema collaudato operante già dagli anni 1999/2000 fra soggetti che, sulla falsariga di intessere 'rapporti amichevoli' ponevano in essere condotte finalizzate a falsare la reale portata e potenzialità di alcune squadre di calcio". Il 1999 è l'anno successivo alla bufera dello scontro Iuliano-Ronaldo, costata il posto al designatore Baldas: sorteggio e poi la coppia di designatori Bergamo-Pairetto a tutela degli interessi di tutti.

La memoria di Carraro, insomma, è molto interessante. Peccato che arrivi con quasi un ventennio di ritardo sui tempi. Se c'era qualcosa a fine anni Novanta sarebbe stato doveroso denunciarlo, altrimenti oggi non serve a nulla se non a regolare qualche conto privato. Cosa del resto fatta nel 2004 con le telefonate finite nell'inchiesta Calciopoli (dalla quale Carraro è uscito prosciolto in sede penale nel 2009 e con una multa di 80.000 euro a livello sportivo), fatte perché "avevo intravisto un pericolo per la mia federazione e mi ero preso la responsabilità di intervenire" dice oggi Carraro. Nel '98 evidentemente il pericolo non c'era. O se c'era, Carraro era girato dall'altra parte.



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