Le carceri, Napolitano, e il rischio di pagare una multa da decine di milioni di euro

C’è una «sentenza pilota» della Corte europea alla base del messaggio di Giorgio Napolitano sulle carceri: nel maggio 2013 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l'Italia a risolvere indefettibilmente entro un anno il problema del sovraffollamento negli istituti di pena e a prevedere i rimborsi per i detenuti vittime del problema. L'Italia non può più opporsi in alcun modo alla richiesta della Corte, perché questa ha rigettato il ricorso del nostro governo confermando il duro verdetto contro l'Italia emesso l'8 gennaio scorso.

In quella sentenza i giudici di Strasburgo avevano condannato l'Italia per aver sottoposto sette detenuti del carcere di Busto Arsizio e di Piacenza a condizioni inumane e degradanti. Gli uomini condividevano celle di 9 metri quadri con altri due carcerati e non avevano sempre accesso alle docce dove spesso mancava l'acqua calda. La Corte oltre ad aver condannato l'Italia a risarcirli con quasi 90 mila euro, ha dato al governo un anno di tempo per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri e introdurre nel proprio ordinamento misure che garantiscano ai detenuti di poter ottenere immediatamente un miglioramento delle loro condizioni oltre che un risarcimento per i danni subiti.

Nella sentenza i giudici sottolineano che spetta al governo italiano trovare le soluzioni più adatte a risolvere la questione. Tuttavia sollevano dubbi sulle misure prese sin dal 2010, in particolare con il "piano carceri", e invitano le autorità italiane a mettere in atto misure alternative al carcere e a ridurre al minimo il ricorso al carcere preventivo. Se l'Italia non dovesse riuscire a risolvere la questione entro maggio 2014 la Corte di Strasburgo ricomincerà a esaminare circa 12 mila  ricorsi giacenti per sovraffollamento già arrivati e a multare l'Italia per il non rispetto dei diritti dei detenuti. L’Italia rischia pertanto  risarcimenti per decine di milioni. 

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