Buone pagine per viaggiare dalle Seychelles a Beirut

A questo punto dell’estate il libro che ha sbancato tutte le classifiche, ossia Il caso Alaska Sanders di Joël Dicker (La Nave di Teseo) lo avrete già letto e riletto. Così come il vincitore del Premio Strega, Mario Desiati, che con Spatriati (Einaudi) sta avendo un meritato successo. Allora abbiamo deciso di portarvi con i nostri consigli in posti sperduti, inaspettati: dalle isole del sogno nell’oceano Indiano alle norvegesi Lofoten, dal Libano a Piombino per scoprire, come scrive Federico Pace, che questa è la stagione in cui tutto è possibile.

«Ferito a Morte» di Raffaele La Capria

È il romanzo estivo per eccellenza, perché contiene tutte le estati che abbiamo vissuto. Onirico, fuori dal tempo, da leggere tutto d’un fiato.

Una Napoli mitica e reale e poi Capri, Positano. Amori mancati, sogni, occasioni scivolate via. E il tempo inesorabile che passa.

Una scrittura perfetta, ancora oggi la chiave migliore per capire una città ambigua dove le illusioni ammaliano come serpenti a sonagli.

Affresco di un’epoca dolente, ma piena di grandi speranze.

Gli anni Cinquanta, l’Italia postbellica tra promesse e provincialismo. Nel 1961 vinse il Premio Strega, «Dudù» aveva 40 anni. L’incipit è senza dubbio uno dei più belli
della nostra letteratura. Un capolavoro assoluto.

«Stalingrado» di Vasilij Grossman

È stato definito «il Tolstoj dell’Unione Sovietica». E questo è il suo Guerra e Pace.

La storia di un uomo, a crudeltà della guerra che tutto travolge, la consapevolezza e il rimpianto per la fine della vita precedente.

È il 1942 e Pëtr Vavilov, il protagonista, un semplice contadino russo: «Sentì, non con la mente né col pensiero, ma con gli occhi, la pelle e le ossa, tutta la forza malvagia di un gorgo crudele cui nulla importava di lui». È l’essere inesorabile della Storia.

E poi la Russia, raccontata da un punto di vista diverso, mentre lotta disperatamente contro l’invasione nazista.

Un commovente, a tratti straziante, affresco. Forse sotto l’ombrellone sarà una lettura impegnativa, ma verrete ampiamente ripagati.

«Gli invisibili» di Roy Jacobsen

Negli ultimi anni le norvegesi e sperdute isole Lofoten sono diventate una ricercata meta turistica.

Jacobsen ambienta il primo romanzo della saga dei Barrøy proprio in una di queste.

Qui all’inizio del Novecento vive solo una famiglia. La natura è terribile e magnifica, l’esistenza una lotta, ma la modernità è un pericolo che si staglia all’orizzonte.

Dall’isola non si fugge, perché è un cosmo in miniatura. Si radica dentro chi la abita. I protagonisti vivono ai margini della Storia e resistono con tutte le forze all’avanzare di un mondo nuovo, diverso. Ma inevitabilmente gli equilibri si spezzeranno e così il loro splendido isolamento.

Da leggere per incamerare un po’ di sano e salutare silenzio.

«Blu come te» di Benjamin Myers

Giallo per chi ha lo stomaco forte.

Ci troviamo in un piccolo paese dello Yorkshire. Mai avremmo anche solo lontanamente immaginato che la brughiera potesse celare simili nefandezze, atroci e sadiche perversioni.

Quando scompare una ragazzina di 15 anni, figlia di un ricco e arrogante proprietario terriero, emerge un terribile universo nascosto.

Bugie, segreti sconvolgenti, verità insospettabili, un mondo sordido e ostile dove la neve da sempre ha coperto ogni cosa.

Uno stile teso, esplicito, crudo. Myers è sicuramente uno tra i migliori scrittori inglesi contemporanei, qui ben tradotto da Tommaso Pincio.

Da leggere per provare quel brivido di ghiaccio che in quest’estate rovente è vitale.

«Miseria Puttana» di Massimo Boddi

L’estate di Piombino è immersa in un silenzio particolare. Ci si può trovare sperduti tra gli edifici di archeologia industriale, le tute da lavoro che ondeggiano appese ai fili del bucato, le ciminiere che sovrastano tutto.

«La città degli ingannati», come oggi la chiamano i suoi abitanti.

Boddi racconta quando invece c’era ancora l’illusione. Almeno per un gruppo di adolescenti.

È il 1994, come novelli ragazzi della via Pal vivono le loro piccole «bischerate» nelle strade impolverate. Provincia infame, dove c’è poco da inventarsi.

Anche allora faceva caldissimo, Roberto Baggio sbagliò quel maledetto rigore. Non esistevano i social, cantavano gli 883 ed eravamo senza dubbio più felici.

«L'ebano errante» di Pino Cacucci

Tutto ha inizio all’Isola d’Elba, nel 1544. Due fratelli si preparano alla pesca dei calamari a Porto Longone quando li attaccano i crudeli corsari turchi.

Rapiscono Angiolina, che verrà portata nell’harem del Signore di Algeri. Diventerà Aisha, la potente Favorita.

Mentre il fratello, Lucero, partirà come soldato di ventura alla sua ricerca con lo scopo di vendicarla.

Intrighi, amori, massacri. Gran romanzo d’avventura che a tratti sembra precipitarci nel magico universo dell’Ariosto.

Un pellegrinaggio attraverso il mondo: Bologna, Venezia, Siviglia, Malta, l’Ungheria e poi il Messico. Fino alla battaglia delle battaglie: Lepanto.

Quasi mille pagine che continuerete a leggere, anche quando sarà chiuso l’ultimo ombrellone.

«Beirut au revoir» di Chiara Clausi

È uno dei posti del mondo dove la Storia è troppa per la misura degli uomini: ha plasmato il Libano, con guerre, religioni, culture e oggi scombina ancora i piani, con una crisi da cui solo nell’ultimo anno 200.000 abitanti sono fuggiti.

Eppure questo Paese e, soprattutto Beirut, restano luoghi ipnotici e straordinari.

Chiara Clausi, firma di Panorama che nella capitale mediorientale ha vissuto a lungo, è capace di tenere insieme il dato giornalistico e l’entusiasmo della scoperta.

Così la città ti dice tutta la sua bellezza, ma appena un passo più in là, ci sono gli scontri tra confessioni diverse o i campi profughi dov’è negato il futuro.

Un libro che è reportage, guida, curiosità di vita. E centra l’obiettivo: rende familiare quello che è lontano.

(Mauro Querci)

«Marsiglia '73» di Dominique Mariotti

Un noir spietato, chirurgico.

Manotti è, con Fred Vargas, la scrittrice di gialli più apprezzata in Francia.

Il protagonista è un giovane poliziotto, Théodore Daquin, colto e sofisticato (legge Sciascia). Appena arrivato a Marsiglia si trova alle prese con un delitto che nasconde molto di più di quello che sembra. Intrighi finanziari, disordini razziali, terrorismo.

Una giostra malvagia di vittime, violenti e poliziotti corrotti. Ma la protagonista assoluta è la città, già celebrata da Jean-Claude Izzo nella sua trilogia.

Dura, in mano alla malavita fin dagli anni Settanta. Eppure struggente, con il suo porto e quella luce malinconica.

Alla fine vorrete solo partire.

«La più bella estate» di Federico Pace

Effimera e luminosa, lenta e maestosa. L’estate per ognuno di noi è ricordo, chimera, attesa. A volte sa regalarci qualcosa di simile alla felicità, ma alla fine ci lascia un senso di amaro.

Forse perché finisce troppo presto.

E c’è chi la detesta. Odio l’estate, cantava Bruno Martino. Francesco Pace invece la racconta attraverso le vite di personaggi che sono riusciti a risplendere o si sono bruciati per sempre.

Da Amy Winehouse a Vincent Van Gogh fino a Marilyn Monroe, che 60 anni fa se ne andò proprio in agosto. Da sola nella sua camera da letto, con la cornetta del telefono in mano.

Malinconico e raffinato, da leggere prima che i sogni svaniscano e i racchettoni finiscano dimenticati in cabina.

«Un naufragio» di Daniele Pasquini

Tra i tanti libri che sono usciti sulla crisi della coppia questo è sicuramente il più ironico, ben scritto e inaspettato.

Valentina e Tommaso sono «normal people» come li definirebbe la scrittrice Sally Rooney. Due trentenni che quando si sposano sono già stufi.

Poi un disastroso viaggio di nozze alle Seychelles culmina in singolare naufragio su un atollo deserto.

Avevamo già capito, grazie a Lina Wertmüller, le proprietà terapeutiche di un’isola deserta. Anche qui i nostri eroi si confronteranno con le loro paure, cercando di sopravvivere e di salvare anche il rapporto.

Da leggere per la curiosità di sapere se ce la faranno. Perché quei naufraghi siamo anche noi.


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