Bruno Conti compie 60 anni: la fotostory di "Marazico"

Bruno Conti compie 60 anni e Roma rende omaggio ad uno dei campioni più grandi di tutta la sua storia, protagonista in giallorosso con 402 presenze e 47 reti oltre che ad una breve esperienza da allenatore nel 2005. Una storia d'amore infinita fatta di lacrime di gioia e di dolore. Come quelle per il rigore sbagliato con il Liverpool nell'epilogo della coppa dei campioni 1984 ma anche come quelle versate per la festa nello scudetto del 1983 e nella notte di Madrid nel 1982.

E pensare che Bruno conti avrebbe potuto diventare anche un giocatore di baseball: "ci sapevo fare, mi volevano in America a Santa Monica ma mio padre disse no". Nato a Nettuno, alto appena 1.65, venne scartato da Helenio Herrera che lo giudicò troppo piccolo ma dopo qualche anno ottenne anche la soddisfazione di essere indicato da Pelè come il miglior giocatore del mondiale 1982.

La carriera di Bruno Conti in 10 foto

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Bruno Conti in azione durante Roma - Torino della storica stagione 1982/1983

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Bruno Conti e Giovanni Galli con la maglia della nazionale azzurra

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2005, Daniele Pradè presenta Bruno Conti, nuovo allenatore della Roma al posto di Gigi Delneri

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Bruno Conti e Rudi Voeller

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Bruno Conti e Bruno Giordano prima di un derby nella stagione 1979/1980

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Conti e Pruzzo in maglia giallorossa

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Bruno Conti saluta i tifosi della Roma dopo la trasferta di Pistoia del 1979/1980

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Bruno Conti in azione con la maglia azzurra

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I due ex campioni giallorossi Paulo Roberto Falcao (S) e Bruno Conti (D), con il capitano della Roma Francesco Totti (C), durante la presentazione del progetto del nuovo stadio destinato a ospitare le sfide dei giallorossi.

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Bruno Conti sulla panchina della Roma nel 2005

Tra gli amici di sempre c'è Paulo Roberto Falcao. "Nel 1982 Bruno venne da me per scambiare la maglia e aveva l'aria quasi più triste della mia, mi disse che mi capiva e che gli dispiaceva per me. E non dimenticherò mai l'omaggio che mi fece l'anno dopo, quando per celebrare lo scudetto prima di Roma-Torino fece entrare in campo uno dei suoi figli vestito con la maglia del Brasile. Conti è stato il compagno della Roma con cui più mi sono identificato, dentro e fuori dal campo. Aveva la tecnica di un calciatore sudamericano, e a volte era difficile convincerlo a non fare un dribbling in più. Faceva sparire il pallone ai difensori avversari".

Unico, come l'intesa con Roberto Pruzzo, nata ai tempi in cui i due giocavano insieme al Genoa quando Gigi Simoni consegnò a Conti la prima maglia numero 7 che poi non avrebbe più abbandonato. Per questo se la prese così tanto con Sven Goran Eriksson che, dopo averlo escluso, lo rimise nella squadra titolare dandogli la maglia con il 6. A Roma resta e resterà una leggenda e dopo aver appeso le scarpe al chiodo ha avuto anche la soddisfazione di vedere il figlio Daniele arrivare in serie A e diventare una bandiera, anche se nel Cagliari. Il nipote Bruno lo ha fatto invece piangere davanti alla tv quando è entrato in campo per abbracciare il padre e festeggiare un gol al Sant'Elia. Ma oltre alla famiglia, nei suoi pensieri c'e' spesso un'altra persona, Nils Liedholm: "E' stato la vita mia..." 60 anni di dribblig, vittorie e amore per la Roma. Sessant'anni di Marazico che ancora oggi sorride perchè "me vojono bene pure i laziali..."

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