Borsa e mercati, i 7 paesi in cui le quotazioni sono più convenienti

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Le borse più convenienti sono quelle di Grecia, Cina, Hong Kong, India, Giappone, Russia e Turchia, ma lo sono per motivi diversi. Grecia e Turchia, ad esempio, stanno attraversando una fase economicamente molto difficile e proprio per questo vengono definite nazioni finanziariamente fragili. I rischi sono altissimi, ma lo stesso vale per i rendimenti, se l'investimento funziona.


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Molto di versi sono i casi di Russia e Giappone. La prima deve il suo posizionamento nella fascia alta di questa classifica a una situazione di incertezza politica che, se verrà risolta in tempi relativamente rapidi, potrà lasciare spazio a buoni affari. Ma i rischi restano altissimi. Il Giappone, invece, è l'unico paese sviluppato che vanta una borsa "economica" e "di successo". Gli esperti di The Telegraph non sono riusciti a spiegare questa anomalia, ma di certo consigliano la borsa di Tokyo agli investitori di tutto il mondo.


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Cina e India devono la loro convenienza alla loro condizione di paesi emergenti "in discreta salute", la prima perché ha un'economia che cresce ancora a ritmi sostenuti, la seconda perché con l'arrivo di Narendra Modi dovrebbe, finalmente, esplodere, confermando tutte le potenzialità in termini di crescita e sviluppo che le vengono attribuite da decenni. Le borse di Pechino e New Delhi, quindi, hanno costi relativamente bassi, ma le aspettative sul piano dello sviluppo sono tali da far immaginare rendimenti altrettanto spettacolari.


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Hong Kong, infine, si trova in una posizione intermedia. Come il Giappone, non può che essere considerata una realtà sviluppata e ben funzionante, ma gode anche dei vantaggi di una burocrazia snella e di costi contenuti e, soprattutto, sembra essersi attrezzata alla perfezione per sfruttare tutte le opportunità che arrivano dalla vicinissima Repubblica popolare.


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All'interno della categoria di paesi in cui borse e mercati hanno costi relativamente bassi e buone opportunità sul piano dei rendimenti (ovvero con due delle tre variabili considerate positive e una negativa) The Telegraph inserisce moltissime nazioni europee: Francia, Ungheria, Italia, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia, Portogallo e Austria.


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Nel campione di 34 nazioni analizzato da The Telegraph, la terza fascia, quella contraddistinta da paesi con due variabili negative e solo una positiva e presentata come relativamente costosa a livello di investimenti in borsa, è la più numerosa. Vi rientrano Australia, Belgio, Brasile, Cile, Colombia, Finlandia, Germania, Israele, Olanda, Messico, Nuova Zelanda, Svizzera, Thailandia e Regno Unito.


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Chiudono la classifica i quattro paesi più costosi: Indonesia, Pakistan, Sri Lanka e Stati Uniti. Il motivo? Negli ultimi anni hanno lavorato talmente bene da aver attirato una quantità tale di investimenti che ha fatto salire i costi e ha portato a un progressivo assottigliamento dei rendimenti. Una conclusione che rende realistico immaginare che, prima o poi, alcune delle nazioni che oggi si trovano nella prima fascia finiranno nella quarta, forse molto più in fretta di quanto potremmo immaginare.


L'investimento perfetto costa poco e si rivende molto bene. Eppure, ci sono talmente tanti modi per calcolare i rendimenti e le opportunità offerte dalle singole borse nazionali che può diventare difficile decidere dove e come muoversi. The Telegraph propone una classifica basata su tre variabili presentate come le più utili a confrontare i diversi paesi tra loro più che le singole aziende che operano in borsa, offrendo quindi una nuova graduatoria dei mercati in grado di evidenziare dove le quotazioni sono più o meno convenienti e redditizie.

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