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La bimba «rapita» dalle malelingue

Che fare se una coppia di genitori, un distinto signore italiano sui 75 anni e una brasiliana trentenne, finiscono nell’occhio del ciclone per le maldicenze di una cittadina che non apprezza la loro differenza d’età e non gradisce affatto il carattere in effetti un po’ troppo esuberante di lei?

Che fare, soprattutto, se l’ostilità del vicinato riesce a fare strappare alla coppia la figlia, una bimba di nemmeno 4 anni, inducendo con qualche accusa di troppo prima il sindaco e poi il Tribunale dei minori a sottrarla ai genitori, per poi collocarla in un centro d’affido segreto?

Il compito di risolvere il caso, e il dramma di una famiglia, è caduto sulle spalle di Francesco Pesce, giovane e agguerrito avvocato milanese. Dalla fine di luglio il legale è alle prese con la vicenda, triste e paradossale, di F. V. e I. L., residenti in un piccolo Comune del Pavese. I due, disperati, si sono rivolti a lui per riavere indietro la figlia, che il sindaco della cittadina ha fatto prelevare dai servizi sociali dopo una serie di segnalazioni convergenti, dalle quali emergeva una presunta «inadeguatezza genitoriale» della coppia.

L’avvocato Pesce racconta così il momento dell’allontanamento, adesso confermato dal Tribunale dei minorenni di Milano, cui ha assistito solo grazie alla tempestività del suo intervento: «Mi sono trovato di fronte 6 carabinieri, più 4 sanitari del 118, più 3 assistenti sociali, più un camion dei pompieri, e Dio solo ne sa il perché. C’era anche il medico di famiglia e una discreta folla di vicini e curiosi: dai presenti venivo informato che, con una scusa, i militari avevano bussato e si erano fatti aprire la porta di casa ("Deve firmare un documento..."). Quindi una fiumana di gente aveva invaso la casa salendo le scale, e trovando la bambina in braccio alla madre qualcuno gliel’aveva letteralmente strappata di dosso. Al mio arrivo, il mio cliente era steso sul divano con i sanitari che gli diagnosticavano problemi di cuore e tre costole rotte, mentre la madre urlava e veniva trattenuta a fatica dai carabinieri».

Di fronte a un intervento che fa quasi impallidire il ricordo della cattura di Bernardo Provenzano, l’avvocato cerca di mantenere l’equilibrio. «È possibile che la signora abbia tenuto comportamenti non sempre apprezzati dai vicini» dice «ma non capisco che cosa abbia a che fare questo con l’allontanamento della figlia: nei suoi confronti il decreto del Tribunale riporta accuse di presunte violenze e di incuria, ma sono tutte falsità».

Pesce insiste: «Il padre è stato alto dirigente d’azienda, è un uomo serio, colto, affidabile.  La madre ha il solo difetto di essere giovane e di temperamento. Ma si amano e adorano la figlia. Io spero che il Tribunale vorrà verificare meglio le accuse che un vicinato non proprio amichevole ha ingiustamente rivolto loro».

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