Craco
Mark Perna
Italia

Basilicata ghost to ghost

Le pieghe dell'Italia "minore" evidenziano che i luoghi meno blasonati non hanno nulla da invidiare alle principali attrazioni del Bel Paese. In questa estate di riscoperta del nostro territorio la Basilicata è tra quelle terre in grado di sorprendere anche uscendo da Matera e i suoi Sassi che certo non hanno più bisogno di presentazioni.

La regione del Sud, ancora autentica e poco inflazionata è una bella scoperta, soprattutto percorrendo le strade meno battute, itinerari che si possono fare anche in camper come suggerisce Yescapa, la piattaforma europea di sharing tra privati.

Craco
Il primo punto di approdo che non vi lascerà indifferenti è il villaggio spettrale di Craco. Qui il tempo si è fermato quando nel 1963 una frana iniziò a minacciare questo vitale centro abitato. Dal 1974 tutti gli abitanti, per motivi di sicurezza lasciarono le proprie abitazioni trasformando questo luogo in un desolante, ma suggestivo borgo cristallizzato nel tempo. Non sorprende che le vecchie vestigia del centro medioevale, con ancora integra la torre di avvistamento normanna, siano stato lo scenario di film come The Passion di Mel Gibson, 007 Quantum of Solace e il più recente Basilicata Coast to Coast di Rocco Pappaleo. Una visita guida con i volontari che tengono in vita questo posto è obbligata, al tramonto tutto si gusta con maggiore suggestione.

Aliano
Inserito tra i Borghi autentici d'Italia e tra i borghi Bandiera Arancione del TCI, Aliamo con le sue gole profonde e le imponenti cattedrali d'argilla consente agli appassionati di attività all'aria aperta di cimentarsi in escursioni e passeggiate alla scoperta della natura e della cultura del luogo. All'interno del borgo antico, tra le case in mattoni crudi, in cui Carlo Levi ha vissuto e ha scelto di essere sepolto, è ancora possibile ritrovare intatti i luoghi descritti nel romanzo Cristo si è fermato ad Eboli e raccontati nel film del 1979 di Francesco Rosi. Tra le abitazioni che raccontano la storia di Aliano merita una menzione la Casa del Malocchio che, con sembianze dal volto umano, si dice tenga lontani gli influssi maligni.

Castelmezzano
Incluso per la sua bellezza tra i Borghi più Belli d'Italia la "Città paesaggio" di Castelmezzano è incastonato nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane. L'impianto medievale mantiene intatta la sua atmosfera antica fatta di vicoli, manieri normanni, palazzi storici, case che si arrampicano sulla roccia, scale ripide e ponti di pietra. Il Percorso delle Sette Pietre è una tappa da non perdere: un itinerario di 90 minuti attraverso un antico sentiero contadino che unisce i comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa. Da questo borgo parte anche il famoso Volo dell'Angelo: una discesa nel vuoto di un chilometro e mezzo che consente di sorvolare le Dolomiti Lucane, sospesi a quattrocento chilometri dal suolo e perfettamente imbracati ad un cavo di acciaio. Una delle zip line più lunghe d'Italia.

Volo dell'AngeloMark Perna

Pietrapertosa
Borgo gemello della vicina Castelmezzano, anche Pietrapertosa è anche lui inserito tra i Borghi più belli d'Italia è fa parte dell'area del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane. Come nel villaggio vicino qui si celebrano i riti arborei nel mese di maggio mentre in agosto danze e profumi arabeggianti si diffondono per le strade del borgo antico in occasione dell'evento "Sulle tracce degli arabi". Questo "piccolo presepe" a cielo aperto che affaccia sulla Valle del Basento è riuscito a preservare nel tempo la fisionomia medievale e il suo passato saraceno soprattutto nel quartiere più antico posto alle pendici del Castello. Nonostante le piccole dimensioni, il borgo custodisce chiese ed edifici storici di gran valore come la Chiesa di San Giacomo Maggiore (Matrice) o Chiesa Madre del 1400 e il Convento di San Francesco del 1474.

Valsinni
L'antico borgo lucano di Valsinni si raggiunge proseguendo l'itinerario andando in direzione dell'estremità nord orientale del Parco Nazionale del Pollino, tra il fiume Sinni e il Monte Còppolo. Conosciuto fino al 1873 con il nome di Favale si ritiene sia stato fondato dai profughi di Serra Maiori e poi passato di mano a diverse famiglie feudali. Proprio alla famiglia Morra si lega la storia del borgo diventato famoso come scenario dell'atroce assassinio della giovane e originale poetessa petrarchesca del '500 Isabella Morra, che qui visse per un breve periodo e trovò la morte per mano dei fratelli. Abbarbicato sui fianchi rocciosi di uno sperone che domina la gola del Sinni, il borgo antico è sormontato dal monumentale castello baronale dei Morra, dove nel XVI secolo visse la poetessa. Si dice che nel silenzio dei vicoli e nelle sere più buie si sentano ancora i lamenti la gentildonna. Ovviamente è tutto frutto della suggestione (e del marketing), ma tanto basta per dare a questo luogo un motivo di visita per chi cerca avventure gotiche e dark.

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