Banche italiane: perché preoccupano gli investitori stranieri

Iniziare la settimana con due bordate dei quotidiani più letti dalla comunità finanziaria non è quello che si aspettavano ai piani di alti di Banca Mps e delle altre banche italiane finite ancora una volta nel mirino della speculazione.

Ma è quello che è successo ieri, lunedì 4 luglio. Il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo molto duro nei confronti delle banche italiane, in particolare della banca senese, ricordando i 390 miliardi di euro in crediti deteriorati in pancia agli istituti, pari al 17% dei crediti totali del sistema bancario italiano, che potrebbero innescare una crisi finanziaria al pari del crac Lehman nel 2008.

Sette anni fa, ricorda il quotidiano newyorkese, i crediti dubbi delle banche americane erano dieci volte inferiori a quelli accumulati in Italia.

L'articolo di apertura dell'edizione europea del Financial Times di lunedì 4 luglio sul piano del governo Renzi per salvare le banche italiane

Brexit: le conseguenze economiche per l'Italia


L'attacco del Financial Times
Stessi toni dal Financial Times: lunedì mattina ha dedicato addirittura l’apertura dell’edizione europea al premier Renzi che sarebbe pronto a salvare le banche con soldi pubblici infischiandosene delle regole europee, se fossero oggetto di una severa pressione sistemica.

Articolo subito smentito da Palazzo Chigi: la sfida a Bruxelles è sulla crescita e gli investimenti, necessari nel post Brexit, e "non sulle banche, rispetto alle quali il Governo rispetta le regole vigenti in Europa” e per le quali Renzi predilige "le soluzioni di mercato".

Tuttavia, l’agenzia Bloomberg lunedì 27 giugno, quattro giorni dopo il voto in Gran Bretagna, aveva pubblicato alcune indiscrezioni, citando fonti anonime, che parlavano di un piano del governo italiano per iniettare 40 miliardi di euro nelle banche italiane, una cifra necessaria per rafforzare il patrimonio degli istituti più deboli.

Un numero simile è stato stimato di recente da Goldman Sachs: le banche italiane, scrive in un report, con una pulizia attorno a 40 miliardi di euro si metterebbero in sicurezza e 27 miliardi servirebbero solo per le banche principali (ossia Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Bpm, Banco Popolare, UBI e Bper).

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Una soluzione difficile
Perché il doppio attacco da parte della stampa finanziaria anglosassone? E cosa non convince gli investitori internazionali?

Il comparto bancario a Piazza Affari a giugno è crollato (-27,35% in un mese, -60% in un anno) trascinandosi dietro Piazza Affari, maglia nera tra le principali Borse mondiali.

Come ha ricordato Fitch, la speculazione ha colpito il settore bancario italiano in modo particolarmente duro perché è uno dei più deboli d'Europa a causa della scarsa qualità degli asset. È successo lo scorso inverno, durante il crollo delle Borse mondiali; è accaduto ancora una volta nei giorni del referendum sulla permanenza del Regno Unito nella Ue e potrebbe accadere di nuovo nei prossimi mesi.

Nonostante i deboli legami economici tra l’Italia e il Regno Unito, la vittima di Brexit oggi sembra essere proprio il nostro paese, magari proprio per mano di hedge fund britannici, come ha mostrato una ricostruzione pubblicata su Milano Finanza venerdì scorso su dati Bloomberg: sono stati i fondi speculativi della City a vendere allo scoperto i titoli di Mps.

Ecco perché, peer frenare gli attacchi, sarà necessario un messaggio forte. Cosa non facile. I contatti tra autorità italiane e la Commissione europea stanno andando avanti da settimane. Roma vorrebbe lanciare un paracadute, anche se Fitch ricorda che "la legislazione europea in tema di utilizzo di risorse pubbliche renderà difficile raggiungere una soluzione".

Il tempo a disposizione è poco. Il 29 luglio saranno resi noti gli esiti dei nuovi stress test ed entro quella data dovrebbe essere chiuso il dossier italiano.

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