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Attacco al museo del Bardo di Tunisi, il punto sulle indagini

Prende corpo l'ipotesi che il giovane marocchino Abdel Majid Touil, arrestato a Gaggiano (Milano) dagli uomini della Digos e del Ros per la strage del museo del Bardoe sul quale pende una richiesta di estradizione delle autorità tunisine sia stato vittima di un errore o di uno scambio di persona.  Arrivato a bordo di un barcone con altre 97 persone a Porto Empedocle il 17 febbraio scorso, dopo aver ricevuto un decreto di allontanamento, il ragazzo, secondo i familiari e i vicini di casa che vivono a Gaggiano, non si sarebbe mai mosso  dal piccolo paese dell'hinterland milanese. In casa sua non sono stati trovate né armi né documenti compromettenti.

La scuola di alfabetizzazione cui si è iscritto dopo il suo arrivo a Gaggiano, dove vive con la madre e i fratelli, lo segnala classe il 6, il 12 e il 16 marzo. L'attentato al Bardo, nel quale Abdel avrebbe giocato un ruolo che non è ancora stato specificato dalle autorità tunisine, risale al 18 marzo. È davvero credibile che il marocchino - mai attenzionato dalla polizia italiana per le sue idee radicali - abbia preso un aereo di andata e ritorno per Tunisi? La madre conferma che la sera dell'attentato era con lei a guardare la tv. Come mai, inoltre, la madre ha denunciato lo smarrimento del passaporto di suo figlio clandestino il 15 aprile ai carabinieri di Trezzano? Non è affatto scontato che le autorità italiane concedano l'estradizione.

Ansa
Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
Ansa
Touil Abdelmajid, il giovane marocchino arrestato a Gaggiano, nel Milanese, dalla Digos della Polizia e dal Ros dei Carabinieri, ritenuto coinvolto nella strage al Museo del Bardo a Tunisi
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Ha riaperto al pubblico il museo del Bardo a Tunisi, teatro della strage del 18 marzo. Tunisi, 30 marzo 2015
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Donne tunisine in una sala del Bardo. Tunisi, 30 marzo 2015
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La lapide in memoria delle vittime della strage. Tunisi, 30 marzo 2015
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Una sala del Bardo. Tunisi, 30 marzo 2015
29 marzo 2015, la marcia per le vie di Tunisi contro il terrorismo. FETHI BELAID/AFP/Getty Images)
29 marzo 2015, la marcia per le vie di Tunisi contro il terrorismo. FETHI BELAID/AFP/Getty Images)
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29 marzo 2015, la marcia per le vie di Tunisi contro il terrorismo.
29 marzo 2015,Tunisi, una donna sventola una bandiera con la scritta "free" durante la marcia contro il terrorismo. EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)
29 marzo 2015, la marcia per le vie di Tunisi contro il terrorismo. FETHI BELAID/AFP/Getty Images
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29 marzo 2015, la marcia per le vie di Tunisi contro il terrorismo. FETHI BELAID/AFP/Getty Images
Il premier Matteo Renzi arriva a Tunisi per partecipare alla marcia contro il terrorismo insieme ad altri leader mondiali, 29 marzo 2015. ANSA/ PALAZZO CHIGI - TIBERIO BARCHIELLI
29 marzo 2015, la marcia per le vie di Tunisi contro il terrorismo. ANSA/ CLAUDIO ACCOGLI
29 marzo 2015, Bab Saadoun, la piazza di Tunisi da dove è partita la marcia internazionale contro il terrorismo. ANSA/ CLAUDIO ACCOGLI
29 marzo 2015, la marcia per le vie di Tunisi contro il terrorismo. ANSA/ CLAUDIO ACCOGLI
ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
Un momento dei funerali di Orazio Conte e Antonella Sesino, le due vittime torinesi dell'attentato di Tunisi, nel Santuario della Consolata, Torino, 23 Marzo 2015
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Un momento dei funerali di Orazio Conte e Antonella Sesino, le due vittime torinesi dell'attentato di Tunisi, nel Santuario della Consolata, Torino, 23 Marzo 2015
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Un momento dei funerali di Orazio Conte e Antonella Sesino, le due vittime torinesi dell'attentato di Tunisi, nel Santuario della Consolata, Torino, 23 Marzo 2015
Giuseppina Biella, Orazio Conte e Francesco Caldara, tre delle vittime dell'attacco terroristico al museo del Bardo di Tunisi. ANSA
Foto da Twitter

Foto da Twitter
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
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18 marzo 2015. Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, nella capitale della Tunisia, dove due uomini armati di fucili mitragliatori hanno compiuto una strage, uccidendo ventuno persone, di cui diciannove stranieri (quattro i turisti italiani).
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Soccorsi ai feriti nell'assalto al museo Bardo di Tunisi
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Soccorsi ai feriti nell'assalto al museo Bardo di Tunisi
Nell'infografica realizzata da Centimetri il luogo e gli orari dell'attacco terroristico all'interno del museo Bardo di Tunisi, 18 marzo 2015. ANSA/CENTIMETRI
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Tunisi. Le forze di polizia aprono un varco per le autoambulanze che trasportano i feriti dell'attentato al Museo del Bardo
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Soccorso a uno dei feriti nell'assalto al museo Bardo di Tunisi
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Soccorso a uno dei feriti nell'assalto al museo Bardo di Tunisi
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Soccorso a uno dei feriti nell'assalto al museo Bardo di Tunisi
Un fermo immagine tratto da Sky Tg 24 mostra le forze speciali tunisine che fanno scappare gli ostaggi liberati a Tunisi. ANSA/SKY TG 24
Un fermo immagine tratto da Sky Tg 24 mostra le forze speciali tunisine che fanno scappare gli ostaggi liberati a Tunisi. ANSA/SKY TG 24
Un fermo immagine tratto da Sky Tg 24 mostra le forze speciali tunisine che fanno scappare gli ostaggi liberati a Tunisi. ANSA/SKY TG 24
Un fermo immagine tratto da Sky Tg 24 mostra le forze speciali tunisine che fanno scappare gli ostaggi liberati a Tunisi. ANSA/SKY TG 24
Un fermo immagine tratto da Sky Tg 24 mostra le forze speciali tunisine che fanno scappare gli ostaggi liberati a Tunisi. ANSA/SKY TG 24
Una foto tratta dall'account Twitter di Skydancer mostra le forze speciali tunisine fuori dal museo del Bardo a Tunisi, 18 marzo 2015.
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
Un fermo immagine tratto da Sky Tg 24 mostra le forze speciali tunisine appostate sui tetti dopo avere accerchiato i terroristi che hanno preso in ostaggio alcune persone a Tunisi. ANSA/SKY TG 24
Un fermo immagine tratto da Sky Tg 24 mostra le forze speciali tunisine appostate sui tetti dopo avere accerchiato i terrroristi che hanno preso in ostaggio alcune persone a Tunisi. ANSA/SKY TG 24 - EDITORIAL USE ONLY
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
Una foto tratta dall'account Twitter di Ayya Harraz mostra le forze speciali tunisine a Tunisi, 18 marzo 2015.
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
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Il blitz delle forze speciali tunisine al Museo Bardo di Tunisi
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
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Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino
Una foto tratta dall'account Twitter di Farouk Afi mostra gli ostaggi all'interno del museo del Bardo a Tunisi, 18 marzo 2015.
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Una foto del museo del Bardo ripresa quattro giorni fa a Tunisi. ANSA/FRANCESCO NUCCIO
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Una foto del museo del Bardo ripresa quattro giorni fa a Tunisi. ANSA/FRANCESCO NUCCIO
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Una foto del museo del Bardo ripresa quattro giorni fa a Tunisi. ANSA/FRANCESCO NUCCIO
Facebook Tunivisions Magazine
La polizia fuori dal Museo Bardo di Tunisi oggetto di un attentato
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Ostaggi nel Museo Bardo di Tunisi
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Anche donne e bambini tra gli ostaggi al Museo Bardo di Tunisi
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Una donna ostaggio nel Museo Bardo di Tunisi

Due terroristi uccisi sul posto
I due terroristi uccisi dalle forze speciali durante il blitz al museo del Bardo sono entrambi tunisini.

Si tratta di Yassine Labidi, originario di un quartiere popolare della capitale, e Jabeur Khachnaoui, originario di Kasserine, e fanno parte di un commando formato da almeno tre persone.

Un latitante
Il terzo componente individuato in Maher Ben Mouldi Gaydi manca tuttora all'appello, pur essendo ricercato dalle polizie di tutto il mondo insieme ad altre persone tra cui due marocchini e un algerino (il marocchino arrestato in Italia faceva parte di questa prima lista).

Arresti l'indomani dell'attentato
All'indomani dell'attacco vengono arrestate 9 persone, le indagini si dirigono fin da subito verso il gruppo tunisino Katibat Okba Ibn Nafaa, diretto dall'algerino Lokman Abou Sakher, affiliato all'Isis, dopo essere stato legato ad Al Qaida Maghreb. 

Il gruppo Katibat Okba Ibn Nafaa, si è distinto in passato per azioni particolarmente violente contro le forze armate (faceva capo a Lokman Abou Sakher con cui i due avrebbero avuto contatti prima dell'attentato e da cui avrebbero avuto le armi pesanti per l'attacco) e opera principalmente nei pressi del monte Chaambi.

Il 19 marzo arriva la rivendicazione ufficiale attribuita a Okba Ibn Nafaa e quindi all'Isis. Seguono altri 20 arresti nei giorni immediatamente seguenti alla strage.

Uccisione del capo della cellula
Il 28 marzo l'annuncio da parte del premier Habib Essid dell'uccisione di Lokman Abou Sakher, leader della cellula Okba Ibn Nafaa in un blitz antiterrorismo a Gafsa, nella regione di Sidi Yaiche, insieme ad altri 8 terroristi.

L'uccisione di Abou Sakher arriva esattamente un giorno prima dello svolgimento della grande marcia internazionalein solidarietà alle vittime e contro il terrorismo, con la quale la Tunisia è scesa in piazza per dire no al terrorismo e alla quale partecipano il presidente Essebsi e alcuni premier e capi di stato stranieri, tra cui Matteo Renzi.

La macchina delle indagini non si ferma e ai primi di aprile arriva un'altra raffica di arresti da parte delle forze dell'ordine tunisine.

Altre due cellule smantellate
Due cellule terroristiche vengono smantellate dalle forze speciali, tutte persone in contatto con i tre terroristi che hanno preso parte direttamente all'attentato. I terroristi fermati avrebbero offerto supporto logistico e dato armi a chi ha eseguito l'attentato. Altri hanno invece compiuto attentati contro le sedi della sicurezza.
Le persone fermate nell'ambito di questo blitz sono 21, tra cui cinque avrebbero legami diretti con una serie di attentati avvenuti nel paese.

Il numero totale delle persone finora fermate nell'ambito delle indagini sulla strage del museo del Bardo è dunque di 46, cui va aggiunto ora il marocchino arrestato in Italia, che andrà estradato in Tunisia. (ANSA).

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