Atlantide: la città hi-tech che vive sott'acqua

È stato da sempre il sogno dell’uomo, trovare Atlantide, quell’isola raccontata per la prima volta da Platone nei dialoghi Timeo e Crizia. Ma l’uomo del 21esimo secolo è stanco di cercare. Abbiamo tutto a portata di mano: gli smartphone ci dicono cosa fare, gli orologi dove andare e il frigo quando manca il latte. Siamo così stanchi di cercare che se perdiamo qualcosa andiamo a ricomprarla e se non riusciamo a trovare una città, seppur di fantasia, ci mettiamo a costruirla. O almeno è quello che farà l’azienda cinese Shimizu Corporation che darà vita alla nuova Atlantide marina.

Basata sul modello chiamato Ocean Spirals, la struttura galleggerà al di sopra dell’oceano mentre si immergerà in caso di maltempo o pericolo. Il riferimento alle spirali non è casuale: Atlantide sarà formata da sfere concentriche, ognuna alta 500 metri e in grado di ospitare circa 5.000 persone, in strutture private e hotel. Secondo il costruttore, per realizzare la prima sfera, che sarà pronta per il 2030, serviranno più o meno 25 miliardi di dollari, una cifra spendibile solo da magnati orientali, in cerca di fama e popolarità. 

Atlantide sotto il mare

Shimizu Corporation

Atlantide sotto il mare

Shimizu Corporation

Atlantide sotto il mare

Shimizu Corporation

Atlantide sotto il mare

Shimizu Corporation

Atlantide sotto il mare

Shimizu Corporation

In realtà che il futuro preveda una colonizzazione dell’acqua non è così imprevedibile. Abbiamo imparato ad adattare deserti, foreste, montagne e tanti altri luoghi impervi alle nostre necessità ma non abbiamo mai pensato seriamente di utilizzare la superfice marina, che copre il 71% del pianeta in maniera più pratica. Se mai ci riusciscissimo potremmo risolvere tanti problemi di spazio, ma anche creare una popolazione sopra la terra e una nell’abisso, con eventuali problematiche sociali e di classe (anche i termini “Nord” e “Sud” acquisterebbero un senso decisamente diverso).

Per realizzare l’Atlantide del nuovo millennio servirà un bel po’ di tecnologia. Basti pensare alla necessità di portare l’aria sotto il mare, installare le molle di elevazione e immersione per tutta la spirale ed eventuali capsule che trasferiscano le persone da una città all’altra. L’estensione della città dovrebbe essere di un quindicina di chilometri, con la punta superiore immersa per almeno quattro chilometri. Il progetto è stato sviluppato dalla Shimizu Corporation in collaborazione con l’Università di Tokyo e l’Agenzia giapponese per la scienza e la tecnologia terrena e marina (Jamstec). 

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