ANSA/ FABIO CAMPANA
Economia

Cos'è l'Ape, l'anticipo di pensione del governo Renzi

Una sigla di tre lettere, Ape, che significa anticipo di pensione (o qualcosa del genere). E' la novità partorita dal governo Renzi per cambiare la legge Fornero e consentire ai lavoratori italiani di mettersi a riposo un po' prima del previsto, cioè attorno a 63 anni anziché a 66 anni e 7 mesi. Chi beneficerà di questa “finestra” d'uscita, dovrà però accettare un taglio dell'assegno di entità variabile, a seconda della specifica situazione di ogni futuro pensionato.

Come sono cambiate le nostre pensioni dal 1996 a oggi


La soluzione adottata dal governo è quella del prestitio previdenziale. In pratica, nella fase immediatamente successiva alla messa a riposo, cioè nei primi 2 o 3 anni di pensione, gli assegni verrebbero pagati (del tutto o in parte) attraverso un finanziamento erogato da una banca o da una finanziaria.


Corsia preferenziale

Il pensionato sarà però obbligato a restituire le somme prese a prestito, attraverso una trattenuta sul futuro assegno erogato dall'Inps. Dato che i potenziali debitori sono molto anziani, lo stesso Inps dovrebbe impegnarsi a fornire alle banche un'assicurazione contro il rischio di morte del beneficiario del prestito, in modo da garantirne comunque il rimborso. Tuttavia, l'esecutivo sembra intenzionato a usare diversi pesi e diverse misure, a seconda della situazione in cui si trova il futuro pensionato. Per i lavoratori in situazione di difficoltà (per esempio hanno redditi bassi o sono disoccupati), l'anticipo di pensione dovrebbe essere finanziato interamente dallo stato. Per le persone dipendenti di aziende che hanno degli esuberi del personale, invece, i tre anni di anticipo potrebbero essere coperti (almeno in parte) dalle imprese che li mandano in pensione. Infine, chi si trova in una situazione di “normalità”, l'unica strada per mettersi a riposo a 63 anni consisterà appunto nel chiedere un finanziamento a una banca, seppure con delle modalità un po' particolari e con delle garanzie rafforzate. Pensionati in anticipo sì, ma pure un po' indebitati.


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