Hai un criminale tra gli antenati? Ecco come scoprirlo

Nell'era di internet, dove tutto viaggia in rete, anche l'albero genealogico finisce sul web, e nulla può più sfuggire, neppure la presenza di criminali tra i propri antenati. Grazie ad un sito, creato da appassionati britannici del ramo, è infatti possibile scoprire se tra i propri progenitori c'era qualche omicida, ladro, scippatore o altro. Gli inglesi, autori di Findmypast.co.uk, non usano questi termini, ma un molto più morbido"pecora nera". Il risultato è lo stesso: è sufficiente cliccare sul sito in questione, inserire il proprio cognome nell'apposito spazio indicato sul web e sullo schermo si potranno leggere vita, morte e miracoli (o delitti) dei propri antenati.

Non solo. Se si è particolarmente curiosi, si può anche digitare la richiesta per poter visionare i documenti originali relativi al "crimine", scritti a mano e scannerizzati. Il tutto è stato reso possibile grazie ad una collaborazione con gli Archivi di Stato britannici, che raccolgono due milioni e mezzo di informazioni su delitti, crimini, serial killer che si sono aggirati nel Regno Unito (e in particolare tra Inghilterra e Galles) tra il 1770 e il 1934.

Il sito è già stato "preso d'assalto", a indicare il successo dell'idea. Del resto, l'archivio contiene non solo indicazioni su chi si è macchiato di crimini, ma anche intere pagine di giornali dell'epoca (notoriamente ricchi di cronaca nera), foto segnaletiche, e persino i carteggi tra i delinquenti e i loro familiari, e le lettere che i parenti scrivevano ai giudici chiedendo clamenza.

Tra le curiosità, c'è la storia di tale Joseph Smith, bigamo e uxoricida, che ai primi del '900 uccise le moglie nella vasca da bagno di casa: ad in castrarlo - vera novità per l'epoca - furono le indagini della squadra scientifica, antenato dei moderni CSI. Tra i "classici" (a conferma che certi delitti e crimini si ripetono nella storia) c'è anche il caso di Catherine Wilson, infermiera che viveva nel Lincolnshire, che si faceva inserire tra i beneficiari dei testamenti dei suoi pazienti, salvo poi uccidelri avvelenandoli. O quello di Amelia Dyler, che alla fine dell'800 si rese autore di uno dei crimini più atroci, uccidendo 400 bambini e gettandoli poi nel Tamigi.

Le prime critiche all'iniziativa non sono tardate, proprio per timore di emulazione, ma anche per il rischio che venga la privacy dei sudditi di Sua Maestà.

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