Anonymous Ucraina: online i dati delle carte di credito

Il gruppo di hacktivisti ha reso pubblico il primo lotto di informazioni sensibili che riguardano i clienti delle maggiori compagnie che offrono servizi di valuta elettronica. I dati di più di 900 milioni di carte di credito Visa, MasterCard, American Express e Discover sono stati resi noti in un file pubblicato su Pastebin qualche ora fa e attribuito ad Anonymous Ucraina. Il gruppo, lo stesso che avrebbe hackerato alcuni siti della NATO, appoggerebbe l’annessione della Crimea alla Russia e per questo avrebbe avviato la propria battaglia contro il lato eccessivamente consumistico dell’Occidente.

“Oggi abbiamo pubblicato la prima parte dei nostri dati in possesso che riguardano il sistema finanziario internazionale. Visa, MasterCard, Discover e Amex hanno reso schiave le persone di tutto il mondo”. Gli hacker hanno annunciato il primo leak su Twitter quando il numero di carte rubate era di 7 milioni. La società Risk Based Security ha analizzato il file caricato su Pastebin rivelando che l’ammontare dei soldi conservato nelle carte di credito violate risale ad almeno 1 trilione di dollari. In teoria molti dei risparmi presenti sono in pericolo perché gli Anonymous hanno pensato bene di postare non solo il numero delle carte di credito ma anche i PIN e i dati di accesso ai relativi servizi di home banking.

Non è chiara la fonte di tali dati. Una probabilità è che siano stati hackerati gli sportelli ATM o POS per prelevare le informazioni sulla carta e sui codici segreti. Non è un caso che negli ultimi giorni stia facendo scalpore la notizia della possibilità di rubare i soldi da un ATM semplicemente inviando un sms .

Ulteriori dubbi riguardano la figura degli Anonymous. Non è detto infatti che l’azione riguardi davvero la compagine ucraina del gruppo. In passato gli hacker mascherati hanno compiuto violazioni del genere ma senza rilasciare una tale mole di informazioni, complete anche di numeri sensibili come quelli della tessera sanitaria nazionale, utilizzando i dati in possesso per “avvertire” e “mettere in guardia” piuttosto che punire gli utenti, evidentemente non i colpevoli di quella che gli hacker hanno definito la “distruzione del sistema economico e bancario del paese”. 

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