In memoria di Anja Niedrienghaus, fotoreporter

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Kabul, Afghanistan, 21 gennaio 2002.  


EPA/ULRICH PERREY-WALTER BIERI 

Il volto di Anja Niedringhaus.

Da sinistra, in senso orario: il 23 maggio 2008 riceve il premio "Goldene Feder" ad Amburgo; il 27 agosto 2013 con la collega giornalista Kathy Gannon; nella foto scelta per il suo profilo twitter. 


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Fine della giornata scolastica a Kabul, Afghanistan, 13 febbraio 2002. 


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Una bambina trasporta del pane sulla testa a Kabul, Afghanistan, 13 febbraio 2002.  


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Donne afghane intorno ad un aereo passeggeri distrutto aspettano la distribuzione di aiuti umanitari, vicino allo stadio di Kabul, Afghanistan, 4 febbraio 2002.  


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Donne afghane in burka in attesa all'ospedale Malalei di Kabul, Afghanistan, 30 gennaio 2002.  


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Soldati dell'Alleanza del Nord su un carro armato russo a Kabul, Afghanistan, 24 gennaio 2002. 


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Delle bambine afghane oltre il filo spinato che protegge la base tedesca a Kabul, Afghanistan, 16 gennaio 2002. 


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MSH06-20011129-DASHT-I-ARZANA, AFGHANISTAN: An Afghan child waits with her mother (L) to receive medical treatment in a refugee camp in Dasht-i-Arzana, 20 km south-east of Mazar-i-Sharif, in northern Afghanistan, Thursday 29 November 2001. More then 20 000 Afghan refugees arrived to this spot as fighting and drought forced them to leave their villages. No international humanitarian aid reached has so far this camp.

EPA PHOTO EPA/ANJA NIEDRINGHAUS


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Pristina, Kosovo, 15 giugno 1999. Un ragazzo di etnia albanese guarda accanto a dei combattenti dell'Esercito di Liberazione del Kosovo, alla periferia della città.


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Morina, Albania, 31 maggio 1999. La città jugoslava di Piano, 3 km a nord della città di confine albanese di Morina, dopo che degli aerei da guerra della NATO hanno lanciato un attacco contro la regione.


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KU01-19990420-KUKES, ALBANIA: An ethnic Albanian refugee child grimaces as he reaches out for bread in the center of Kukes, a northern Albanian border town, Tuesday 20 April 1999. In the last new wave of refugees from Kosovo, about 40 000 ethnic Albanians arrived to Albania, fleeing fighting in Kosovo, Yugoslavia.     (ELECTRONIC IMAGE)   EPA PHOTO/ ANJA NIEDRINGHAUS/nie


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Un combattente albanese dell'Esercito di liberazione del Kosovo (UCK) con le lacrime agli occhi nel corso di una cerimonia di commemorazione per il comandante Xhelal Hajda (31 anni) e per il suo vice Selajdin Mullabazi (28), uccisi nel villaggio di Retimlje, 70 km a sud di Pristina, in Kosovo, 12 novembre 1998.  Centinaia di guerriglieri dell'UCK si sono radunati per commemorare la morte di Hajda e Mullabazi, uccisi con altri tre soldati dalla polizia serba la settimana precedente.


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Una donna albanese su un trattore con i suoi due figli, mentre lasciano il villaggio albanese di Opterush, 35 km a nord di Pristina, in Kosovo, 8 novembre 1998. 


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Sarajevo, Bosnia ed Erzegovina, 18 settembre 1996. Un uomo alza le braccia in segno di vittoria fuori della sua auto, sventolando una bandiera del partito democratico in un corteo per le strade di Sarajevo per festeggiare la vittoria del candidato musulmano, il presidente bosniaco Alja Izetbegovic. 


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Vitez, Bosnia, 10 settembre 1996. Un'anziana croato-bosniaca mostra una delle croci che reca avvolte attorno al collo, durante una manifestazione elettorale dell'Unione democratica croata (HDZ) a Vitez, Bosnia centrale, in vista delle elezioni del 14 settembre successivo. 


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Stup, Sarajevo, 9 maggio 1996. Operai edili preparano il cemento di fronte ad alcune abitazioni semidistrutte nel sobborgo di Stup, alla periferia di Sarajevo.


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Nedjarici, Sarajevo, 23 aprile 1996. Un uomo si affaccia da uno squarcio sulla facciata di un palazzo distrutto dai colpi di artiglieria a Nedjarici, un sobborgo di Sarajevo. 


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Sarajevo, oggi Bosnia-Erzegovina, 31 dicembre 95. Nel cimitero di Ilidza, due genitori serbo-bosniaci trascorrono l'ultimo giorno dell'anno presso la tomba del loro figlio, morto durante il 1995 nei combattimenti intorno a Sarajevo.


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30 dicembre 1995. Un bosniaco-musulmano porta in braccio il figlio appena arrivato a Goradze, oggi Bosnia ed Erzegovina, con il primo autobus di linea. Il ragazzo era stato ferito nel 1994 a Goradze ed evacuato a Sarajevo, dove è rimasto per anni. 


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Sarajevo, oggi Bosnia e Erzegovina, 25 dicembre 1995: Dei bambini gesticolano davanti ad uno sbarramento di filo spinato che delimita la base americana della capitale bosniaca. 


Alla memoria della fotoreporter tedesca Anja Niedringhaus , 48 anni, freddata durante un agguato a Khost, nell'Afghanistan orientale, lo scorso 4 aprile, dedichiamo questa selezione di sue immagini, scattate tra il 1995 e il 2002, nella ex Jugoslavia e in Afghanistan, negli anni della sua collaborazione con la European Press Photo Agency. È un omaggio alla vita in prima linea di Niedringhaus - le cui immagini hanno spesso trovato spazio sulle pagine di panorama.it - trascorsa documentando le guerre e la vita, da un angolo all'altro del mondo, con coraggio e amore per la verità. 

Il tributo di AP  in un video su youtube

Secondo la testimonianza raccolta sul posto dal New York Times, un comandante della polizia afghana, quasi certamente un militante talebano, dopo aver gridato "Allah u Akbar!" (Dio è il più grande!), ha aperto il fuoco con un AK 57 sul convoglio su cui la fotografa viaggiava, con la giornalista canadese Kathy Gannon, 60 anni, rimasta ferita da due colpi, per fortuna non mortali. L'auto era protetta dall'esercito afghano e dalla polizia: insieme alle due donne un fixer, un driver, anch'essi sopravvissuti.

L'omaggio del New York Times


"Con la morte di Anja Niedringhaus il mondo ha perso una testimone importante. I nostri pensieri e la nostra compassione vanno ai parenti e agli amici di Anja Niedringhaus, e alla sua collega ferita."

Si tratta solamente dell'ultimo attacco di una serie contro i giornalisti in Afghanistan. In marzo un killer ha sparato a bruciapelo a Kabul contro il giornalista svedese Nils Horner , uccidendolo. Giorni dopo è stata la volta del corrispondente afghano della Afp, Sardar Ahmad , ucciso con moglie e due figli nell'Hotel Serena della capitale. 

L'addio del Washington Post

Da settimane i talebani avvertono di voler mettere in atto "tutto quanto in loro potere" per sabotare le elezioni presidenziali in corso oggi, 5 aprile, in Afghanistan, chiedendo a tutti di non avvicinarsi ai seggi, considerati obiettivi militari. Queste elezioni segnano un fatto senza precedenti: il primo trasferimento del potere presidenziale in modo democratico in una nazione afflitta da decennali e cruenti conflitti.

L'omaggio del New Yorker

Anja era una appassionata, dinamica giornalista, molto amata per le sue foto, il suo cuore e la gioia per la vita. La sua perdita ci spezza il cuore". "Anja e Kathy hanno passato anni insieme per coprire l'Afghanistan, il conflitto e la sua gente.

Chi eraAnja Niedringhaus

Nata a Höxter, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, comincia 16enne a lavorare come freelance per un giornale locale. Poi gli studi universitari in letteratura, filosofia e giornalismo a Goettingen. Nel 1989, a 24 anni, si ritrova a fotografare l'evento "epocale" di dine '900, il crollo del Muro di Berlino. Grazie a quelle sue foto Anja entra a far l'anno dopo parte della European Press Photo Agency (Epa), il celebre network europeo di immagini, dove rimane fino al 2001: 11 anni trascorsi soprattutto nei Balcani e in particolare nella ex Jugoslavia, a Sarajevo. 


Abbiamo perso una grande amica, siamo tremendamente rattristati dalla notizia. Ha iniziato con noi nel 1990, il suo 'battesimo' sono stati i Mondiali di calcio di Italia '90, poi l'ingresso nel mondo delle guerre, a partire da quella dei Balcani. Sentiremo tanto la sua mancanza, con profondo dolore.

Dal 2002 entra alla Associated Press, facendo base a Ginevra, per cui segue numerosi conflitti, dall'Iraq alla Striscia di Gaza, alla Libia, ma anche i Giochi Olimpici (ben nove quelli al suo attivo). Nel 2005 è l'unica donna nel team di fotografi Ap insigniti del premio Pulitzer  nella categoria Breaking News Photographyper la copertura della guerra in Iraq. L'anno dopo riceve il prestigioso premio al Coraggio della Fondazione internazionale donne nei media. Dal 2006 al 2007 ha insegnato giornalismo ad Harvard, una delle più prestigiose università del mondo. I suoi scatti sono stati in mostra al Museo di Arte Moderna di Francoforte, alla Galleria C/O di Berlino, a Londra, Houston, Londra, Vienna e in Canada.

L'ultima sua immagine  dall'Afghanistan pubblicata sul suo sito il 2 aprile, era stata scelta dal New York Times. 

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