Amina Sbui, colpevole di essere libera

Amina Sbui, la giovane tunisina finita nell'occhio del ciclone da quando ha postato sul proprio profilo facebook i seni nudi su cui compariva la scritta Il mio corpo è mio, ha dovuto oggi rispondere alle nuove accuse che le hanno mosso i giudici. La diciannovenne tunisina, in carcere dal 19 maggio per aver scritto Femen, il gruppo femminista cui appartiene, sulla tomba di un cimitero di Qairauán, è comparsa oggi al tribunale di M'saken,  a circa 140 km da Tunisi. La accusano questa volta di aver aggredito un agente di polizia e di aver oltraggiato la morale pubblica, delitti che in Tunisia comportano fino a un anno e mezzo di carcere.

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