Tra Alitalia e Air France c'è di mezzo Lufthansa

C'è molto di non detto dietro la mossa di Air France-KLM, che ha a che fare con la nuova battaglia nei cieli d'Europa. Il no ha colto tutti di sorpresa , a cominciare dagli altri soci Alitalia. Ma come, non voleva aumentare la sua quota? E allora perché i franco-olandesi rifiutano l'aumento di capitale di 100 milioni di euro proposto dall'amministratore delegato Gabriele Del Torchio? Jean-Cyrill Spinetta, presidente onorario, l'uomo che ha trattato due falliti tentativi di fusione, il primo nel 2001, il secondo nel 2008, sostiene che 100 milioni non bastano. Ci vuole molto di più. La situazione finanziaria è drammatica, anzi disperata: con una perdita semestrale di 294 milioni, in cassa sono rimasti solo 128 milioni. Tutto ha il segno meno: i ricavi, i passeggeri, crescono solo i debiti (Del Torchio vorrebbe dalle banche altri 300 milioni) che sono da rinegoziare, secondo Ai France-KLM, ma dopo aver chiarito chi comanda e chi paga. La cordata dei "capitali coraggiosi" si è sfaldata e Spinetta aspetta di raccogliere i frutti caduti all'assemblea del 14 ottobre.

A tutto ciò s'aggiunge la confusione nel governo italiano, diviso tra il ministro dei trasporti Maurizio Lupi che è disponibile a dare il via libera a Air France, dietro garanzie sul ruolo delle tratte e degli aeroporti italiani; e il ministro dello sviluppo Flavio Zanonato che spera nell'arrivo di nuovi soci finanziari, ha parlato di un'altra banca, ma forse intendeva il Fondo strategico che fa capo alla Cassa depositi e prestiti, tirato per la giacca da più parti. Dunque, Spinetta che è già incappato due volte nel tiro al piccione da parte della politica italiana, ha deciso di aspettare facendo trapelare uno scontento che può persino preludere al ritiro. Tattica sempre efficace se l'altro partner è già alle corde.

Ma c'è anche un'altra spiegazione che emerge da un articolo del quotidiano economico parigino La Tribune che fa capo a LVMH di Bernard Arnault. Air France aspetta perché vede di fronte a sé una grana forse ancor più grossa. La SAS, la compagnia posseduta dai tre paesi Scandinavi, Danimarca, Svezia e Norvegia, sta per cadere definitivamente nelle braccia potenti della Lufthansa che ha aumentato il fatturato ed è tornata in utile nel 2012. L'ipotesi di una acquisizione è stata avanzata da Christoph Franz, presidente del direttorio della compagna tedesca. È come il gioco dei quattro cantoni. La Lufthansa è convinta che Air France-KLM si mangerà Alitalia ormai alla fame, quindi accelera su SAS che finora è stata una sorta di junior partner. Ma questa mossa, a sua volta, spinge Air France a stringere i tempi.

Secondo La Tribune, i franco-olandesi sono di fronte a un difficile dilemma: per non essere distanziati dovrebbero rompere gli indugi e impadronirsi di Alitalia, ma c'è una difficoltà non da poco perché Air France-KLM ha appena avviato essa stessa un piano di ristrutturazione per ridurre le perdite (il bilancio 2012 ha chiuso in rosso per 1,19 miliardi) che si presenta esso stesso costoso, perché occorre pagare prepensionamenti e tagli del personale. Alitalia non è cara, ma mettendo tutto insieme, il paniere si fa pesante per gli azionisti, a cominciare dal governo francese in difficoltà per ridurre un deficit pubblico del 4% che non scenderà sotto il 3,6 l'anno prossimo e con un debito del 94% che punta ormai decisamente verso il 100% del prodotto lordo.

YOU MAY ALSO LIKE