Zanardi: “Ridiamo il rombo alla Formula 1"

Che la nuova Formula 1 piaccia a pochi non sorprende più di tanto. Silenziosa, anzi, quasi fastidiosa. Un ronzio che vien voglia di scacciare come si farebbe con una zanzara che gira nella stanza in una calda notte estiva (ascolta qui il rumore dei nuovi motori turbo ibridi ). Niente più rombi di motori, niente più fiati sospesi in tribuna di fronte al passaggio sul rettilineo di una monoposto che sfreccia a più di trecento chilometri orari o pelle d’oca che si forma sulle braccia quando si sente la staccata prima che l’auto entrari in curva. Nuove regole, vietato discutere. Banditi i frastornanti 2,4 V8, al loro posto entrano in scena i turbo 1,6 V6. I tremila giri in meno (dai 18 ai 15) si sentono, eccome. E non servirà alzare il volume della TV. Niente da fare quindi. A quanto pare, questo ronzio accompagnerà le auto, e le domeniche degli appassionati, per tutta la stagione.

Cosa dice di questa nuova Formula 1, chi se la caverà meglio?
«Ci vorrebbe la sfera di cristallo, ci sono auto che escono dal box ma non rientrano perché il problema principale è l’affidabilità, caratteristica che determinerà i risultati. To finish firts, first you have to finish, dicono gli inglesi, ma molti faranno fatica. La Mercedes e tutte le auto che usano quel motore sono le favorite. Egualmente lo è la Ferrari, mi auguro che finisca più velocemente degli altri soprattutto nelle prime gare, i punti accumulati all’inizio del campionato sono i più importanti. Ma visto che sbaglio sempre i pronostici preferisco dire che quest’anno la Ferrari la vedo male».

Motori ibridi, argomento scottante. Cosa ne pensa?
«I motori ibridi sono il massimo della tecnologia applicata alle auto da corsa. Ma credo che la gente che sta seduta in tribuna a guardare uno spettacolo come quello della Formula 1 abbia il diritto di godere appieno dello sport, e sport secondo me è vedere uno che arriva a ruote fumanti, sorpassi l’avversario su tratti inaspettati, fiato sospeso, adrenalina che ti fa saltare in piedi sulla sedia. E poi la macchina deve fare casino, non può entrare ai box in silenzio perché è in modalità elettrica. Il rombo dei motori non possiamo eliminarlo, è nel cuore, sotto pelle e nelle orecchie degli appassionati di questo sport. Capisco che ci sono buoni motivi per questa scelta, dall’inquinamento al risparmio energetico. Ma sentire un 12 cilindri che urla in pista è una cosa da lacrime agli occhi da commozione. La prima volta che ho visto in pista una macchina da F1 ero un bambino e quel ho desiderato con tutto il cuore che quel rumore mi accompagnasse per tutta la vita».

A proposito di rombo di motori. Un ritorno alla propria passione, a bordo della Bmw Z4 GT3, in pista per la Blancpain GT Series che aprirò la stagione il 21 aprile a Nogaro (Francia).
«Sì, sono molto gasato. Ogni giorno mi chiedono di fare cose nuove, non sempre però è possibile incastrare tutte le attività che voglio portare avanti nella mia vita. Poi un giorno ti chiedono di salire su un’auto di una bellezza sconvolgente come la Bmw Z4 GT3 e pensi “bè, forse qui vale la pena provare a coniugare questo impegno con le altre iniziative a cui già partecipo”. Si parla di sette gare, un calendario abbastanza easy che non ostacolerà più di tanto l’impegno paraciclistico che non voglio mollare. E poi è comodo, la gestione dell’auto avviene a tre chilometri da dove vivo, dal team Roal di Roberto Ravaglia, quindi possiamo lavorare insieme. A volte mi sento un po’ un pioniere in questo mondo e mi piace stare lì, seduto in macchina a escogitare nuovi modi per migliorare la guida e le prestazioni».

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