Africa, nuovo Eldorado della finanza

I mercati finanziari delle economie sviluppate arrancano, i Brics rallentano, l’Africa invece sta diventando l’eldorado degli investitori. Nel 2012 la borsa nigeriana è cresciuta del 35 per cento (dopo un aumento del 18 per cento registrato nel 2011), quella di Nairobi ha segnato un più 30 per cento e quella ugandese è salita del 39 per cento. A far brillare le 19 borse del continente sono la prospettiva di guadagni ghiotti e la necessità di diversificare il portafoglio, comprando titoli sulle piazze meno integrate nel sistema finanziario globale. Alcuni paesi subsahariani, tra cui Nigeria, Namibia, Angola e Zambia, hanno emesso bond in dollari, spuntando condizioni migliori di quelle riservate a Spagna o Italia.

Vitalità che dipende anche dalla rinascita dell’economia. Il Fondo monetario internazionale prevede che nel 2013 il pil africano crescerà in media del 6 per cento, e continuerà allo stesso ritmo per l’intero decennio. Le ragioni del boom sono spesso legate all’alto prezzo delle materie prime, ma a correre sono pure le economie di paesi senza grandi risorse naturali. Grazie allo sviluppo dei rapporti commerciali con la Cina, ma anche con India, Brasile e soprattutto Malesia, primo investitore in Africa.

In 10 anni gli investimenti diretti esteri nel continente sono saliti dagli 11,7 miliardi di euro del 2002 ai 36 del 2012. La corsa dell’economia è legata anche a un miglioramento delle condizioni di vita: sale il livello d’istruzione, diminuisce la mortalità infantile, crescono aspettativa di vita e popolazione. Mentre emerge una nuova classe media: oggi ci sono tre telefonini ogni quattro persone ed entro il 2017 il 30 per cento delle famiglie avrà un televisore. La sfida è offrire un’occupazione ai milioni di giovani africani. Sarà nella finanza?

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