AP Photo/ECM Records, Sven Theilman
Economia

A scuola di leadership con il jazz

Charlie Parker. Thomas Edison. Steve Jobs. C’è molto più del talento come denominatore comune di tre personaggi che hanno fatto, a modo loro, la storia. Lo fa notare Frank J. Barrett, autore fresco di stampa di “Yes to the Mess: Surprising Leadership Lessons from Jazz” (Sì alla confusione: sorprendenti lezioni di leadership dal jazz). Un saggio che suggerisce come gestire la complessità e i cambiamenti del business. I leader, spiega Barrett, fanno così: improvvisano. “Inventano nuove risposte, prendono rischi calcolati senza un piano predefinito o una rete di sicurezza che garantisca un certo risultato. Negoziano mentre avanzano, non si crogiolano negli errori o nelle accuse reciproche”.

Dalle colonne di Fast Company , Barrett accende i riflettori sulle caratteristiche della leadership contemporanea e lo fa raccontando aneddoti. Come quello su Steve Jobs che ha bocciato il progetto della nuova sede di Pixar che gli architetti avevano disegnato a compartimenti nello stile tradizionale degli studios hollywoodiani. Jobs, infatti, aveva capito subito la pericolosità di isolare ingegneri che, lasciati soli a se stessi, si sarebbero ritirati a pensare le proprie idee. Ed è per questa ragione che ha puntato su un gigantesco open space in grado di facilitare gli incontri occasionali e le conversazioni estemporanee.  

L’open source e il crowdsourcing hanno moltissimo in comune con le jam session di jazz. Questi movimenti, infatti, hanno abbandonato i modelli tradizionali e proprietari, in favore di un’aperta collaborazione “Nel jazz e nel business, le jam session sono disegnate per stimolare nuove intuizioni e accelerare l’apprendimento - scrive Barrett -. I jazzisti, infatti, si mettono in gioco, sperimentano, seguono le intuizioni e costruiscono sulle idee degli altri ”.  Un gruppo musicale jazz, proprio come un team di lavoro, è un insieme di strumenti, back ground, preferenze, stili, abilità e livelli diversi.

L’improvvisazione jazz e la creatività nelle organizzazioni sono un risultato che si può raggiungere, facendo collegamenti fra esperienze e intuizioni, sperimentando idee senza garanzia della destinazione. E’ stato proprio per questa sua capacità di passare da un accordo all’altro che Charlie Parker si è conquistato il sopprannome di “Bird”. “Orchestrare una jam session potrebbe benissimo essere una delle qualità meno riconosciute di un imprenditore. Ma i business men di successo sanno come creare questi momenti”, aggiunge l’autore. Perchè, alla fine, Edison aveva ragione, quando osservava: “Non ho fallito. Ho solo scoperto diecimila modi che non funzionano”.

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