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25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Picchiate tra le mura domestiche, violentate per strada, vittime di cyberbullismo.

Donne vittime di violenze fisiche e sessuali, persecuzione e stalking. Uccise dalla violenza dei loro compagni. Il 25 novembre, Giornata internazionale contro la Violenza sulle donne, è una data simbolo per far riflettere collettivamente sulla gravità di un fenomeno che non accenna ad arrestarsi.

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In piazza contro la violenza

Presidio in Campidoglio contro la violenza maschile sulle donne. Roma, 29 gennaio 2009 (Credits: Roberto Monaldo/ LaPresse)   29/01/2009


In piazza contro la violenza

Flash Mob contro la violenza maschile sulle donne. Roma, 20 novembre 2008 (Credits: Roberto Mobaldo/ LaPresse)


In piazza contro la violenza

Manifestazione contro la violenza sulle donne e sulla prostituzione. Roma, 28 novembre 2009 (Credits: Roberto Monaldo/ LaPresse)


In piazza contro la violenza

Torino in piazza contro la violenza sulle donne.  25 novembre 2009 (Credits: ANSA/ Tonino Di Marco)


In piazza contro la violenza

Una manifestazione contro la violenza domestica sulle donne. Una croce bianca per ogni donna uccisa da violenze e percosse.  Pamplona, Spagna, 25 novembre 2011 (Credits: Jesus Diges/ ANSA)


In piazza contro la violenza

Un cartellone della campagna contro la violenza alle donne promossa e finanziata dalla Fondazione del Monte e realizzata insieme all'Associazione Orlando a Bologna. La campagna prevede anche messaggi di uomini 'comuni' e testimonial, come l'attore Ivano Marescotti, il calciatore Alino Diamanti e Giampaolo Morelli. Bologna, 12 ottobre 2012 (Credits: ANSA/US )


In piazza contro la violenza

Flash mob contro la violenza sulle donne organizzato da Tilt a Piazza Montecitorio. Roma, 2 maggio 2012  (Credits: Roberto Monaldo/ LaPresse)


In piazza contro la violenza

Esposizione di sagome di cartone in PiazzaSan Carlo a Torino contro il silenzio della violenza sulle donne " Voci del silenzio contro la violenza sulle donne ". Torino, 25 novembre 2009 (Credits: LaPresse)


In piazza contro la violenza

(AP Photo/Antonio Calanni)Un gruppo di donne partecipa ad una manifestazione contro la violenza sulle donne organizzata dall'Onlus Intervita. Le partecipanti mostrano i ritratti di alcune delle donne aiutate da questa associazione a lasciarsi alle spalle le situazioni di violenza in cui erano imprigionate in passato.

In piazza contro la violenza

Marcia per la Giornata Internazionale contro la violenza alle donne: una donna con il volto coperto da una rete. Bogotà, 25 novembre 2009 (Credits: LaPresse/ AP Photo/Fernando Vergara)


“Solo nel 2015, dal 1 gennaio al 3 ottobre, 1100 donne tra i 18 e i 75 anni,  si sono rivolte al  “Telefono Rosa”, il servizio a disposizione di tutte coloro che voglio rompere la catena del silenzio”, ci racconta il Presidente Gabriella Moscatelli. “La paura di denunciare agli organi competenti dell’autorità giudiziaria non ferma le donne a rivolgersi a noi: parlano, anche perché sanno anche di essere assistite psicologicamente e legalmente”.

La crescita delle violenze è capillare in tutta Italia, senza distinzione tra nord e sud, con l’unica differenza che al centro-nord ci sono più organizzazioni di aiuto rispetto al sud, dove è vive ancora la cultura della ritrosia ad ammettere che si subisce violenza, per paura e soprattutto per vergogna.

Il 2015, inoltre, ha mostrato un abbassamento dell’età media delle vittime di violenza e soprattutto di chi la compie.

I moventi oscillano da quello passionale al possesso, spesso ci si trova davanti alla reazione violenta di un uomo che si ribella alla decisione della donna di voler interrompere un legame più o meno formalizzato.

Secondo i dati Istat di giugno 2015, in Italia, 6,788 milioni di donne hanno subito una qualsiasi tipo di violenza, fisica o sessuale, nel corso della loro vita. Il 31,5% del totale e la loro età oscilla tra i 16 ed i 70 anni.

“Un punto di partenza da parte dello Stato per cercare di arginare questo problema", sottolinea Moscatelli, "potrebbe essere quello di educare al rispetto per la persona introducendo già dalla scuola primaria la giusta conoscenza sulla prevenzione alla violenza”.

Per combattere questo fenomeno scendono in campo i Centri Antiviolenza, ma manca spesso una corretta informazione preventiva. Molte donne, ad esempio, compiono l’errore di credere che una violenza domestica non possa essere denunciata. Al contrario: la polizia può chiedere in via d’urgenza una misura cautelare di allontanamento del coniuge dalla casa familiare con un divieto di avvicinamento e anche di comunicazione.

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