1968: la Citroen Méhari, l'auto di plastica del "maggio francese" - foto

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La Méhari il giorno del lancio a Parigi il 16 maggio 1968
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Cruscotto di una Méhari prima serie
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La carrozzeria assemblabile in ABS della Citroen Méhari
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Il telaio della Mèhari nacque sullo chassis della Fourgonnette 2CV
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Una Méhari finita nella fabbrica di Levallois
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Mehari, la fabbrica Citroën di Levallois dove veniva assemblata la vettura, la carrozzeria in ABS era fornita dalla SEAB
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Il padre della Méhari, il nobile Roland Paulze d'Ivoy della Poype durante la guerra nell'Aviazione della Francia Libera
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Una Méhari in servizio antincendio
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Méhari 4x4 in fuoristrada. La versione a trazione integrale fu presentata nel 1979
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Citroem Méhari 4x4 (1979)
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Una delle ultime Méhari in produzione. Un modello del 1986
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Immagine promozionale di una Méhari della prima serie
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La Méhari, come le altre "spiaggine" era completamente decapottabile, anche il parabrezza era reclinabile
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Campagna promozionale della Méhari
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Interni di una Méhari del 1982
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Interni di una Méhari dopo il restyling.
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Vista frontale di una Méhari post-restyling della fine degli anni '70.
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Renault Rodeo, la risposta alla Mehari basata sulla R4
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La Moretti "Midimaxi" su base Fita 127, ispirata alla Méhari
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LA E-Méhari, l'elettrica di casa Citroen lanciata nel 2016. Di fianco, la sua antenata del 1968

Una macchina semplice, ma al contempo all'avanguardia. Una "spiaggina" nata per il tempo libero con la carrozzeria modulabile interamente realizzata in ABS (acronimo del materiale plastico Acrilonitrile Butiadene Stirene).

Nata nei giorni della "Révolution"

Queste le caratteristiche originali della Citroen Méhari, un' auto pensata per i giovani che fu presentata ufficialmente durante il picco della contestazione studentesca del "maggio francese" dalla casa automobilistica del double chevron.

La Méhari, telonata e completamente decappottabile poteva trasformarsi persino in un pick up a due posti grazie ai sedili posteriori ripiegabili a scomparsa nel pianale posteriore. Meccanicamente la piccola Citroen ereditava il propulsore e la meccanica delle sorelle 2CV e Dyane, equipaggiate con il sempiterno bicilindrico da 602cc. capace di spingere la "macchina di plastica" fino al limite dei 100 km/h. Anche le sospensioni a ruote indipendenti, ricordate per il famoso rollio in curva e per la lunga escursione degli ammortizzatori eranole stesse delle altre utilitarie Citroen.

Caratterizzata da poche ma vivissimetonalitàcromatiche della carrozzeria in stile con il gusto "hippy" del periodo (verde acido, arancio, rosso e giallo vivo), la Citroen Mehari viene presentata alla stampa nella Parigi delle barricate studentesche del "maggio francese", situazione che fu alla base un lancio stampa in sordina di una vettura essenzialmente di nicchia, che saprà tuttavia imporre la propria personalità nei vent'anni a venire.

Figlia di un nobile padre

Un'altra peculiarità della bicilindrica di plastica fu la propria nascita e il seguente sviluppo fuori dalle porte della Citroen. L'idea di una macchina in ABS fu infatti frutto dell'inventiva di un personaggio molto particolare: il blasonato conte Ronald Paulze D'Ivoy de la Poype. Il nobile Alverniate era stato un asso dell'Aviazione della Francia libera durante la guerra nei cieli di Russia. Dopo il congedo si dedicò allo studio e all'industria delle materie plastiche specializzandosi proprio nei componenti auto in ABS, di cui Citroen era tra i principali acquirenti.

La sua idea "bizzarra" fu sviluppata a partire dallo chassisdi una Fourgonnette 2CV, sul quale fu montato un semplice telaio sul quale venivano imbullonati i moduli della carrozzeria in ABS ondulato.

La Citroen apprezza l'idea dell' "auto in plastica"

Per una volta, la dirigenza della casa francese volle fare propria la proposta del suo fornitore, che nel frattempo si stava organizzando per produrre un numero limitato di spiaggine in plastica con il nome commerciale di "Donkey". La Citroen pensò infatti di destinare allo stabilimento ENAC (che già produceva la 2CVFourgonnette alla produzione della Méhari, mentre il padre della nuova vettura si sarebbe lanciato a breve in nuove avventure industriali, come ad esempio la produzione della microcar "Flipper". In seguito la produzione della Méhari passerà allo stabilimento Citroen di Levallois.

La produzione della piccola Citroen non raggiungerà cifre esorbitanti nei suoi venti anni di carriera dal 1968 al 1987. Dagli stabilimenti usciranno in tutto circa 150.000 Méhari, che passeranno soltanto da un lieve restyling nel 1977.

Nel 1979 fu presentata la versione 4x4, che rimarrà in listino soltanto 4 anni, oggi molto ricercata dai collezionisti. Durante gli anni di produzione la Méhari sarà limitatamente impiegata anche dall'Armée Française e dalla Gendarmerie Nationale.

La simpatia e l'originalità della Méhari spinse la rivale Renault a sviluppare una spiaggina che potesse contrastare il successo della bicilindrica Citroen, dando vita alla sfortunatissima serie "Rodeo" basata sulle vetture di serie R4, R5 ed R6 che fallirono tuttavia l'obiettivo di strappare clienti alla concorrente in ABS. In Italia alcuni carrozzieri (Moretti, Fissore) si ispirarono negli anni 70 e 80 alla piccola francese decappottabile elaborando modelli su base Fiat 126 e 127.

Nel 2016 Citroen ha presentato la nuova Méhari, la E-Méhari spinta da un propulsore elettrico caratterizzata dai colori vivaci della carrozzeria proprio come l'antenata venuta alla luce all'ombra della contestazione nella primavera del 1968.

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