All'abito su misura ci pensa l'algoritmo
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Economia

All'abito su misura ci pensa l'algoritmo

Lanieri, azienda fondata nel 2012 da due trentenni, sta rivoluzionando l’abbigliamento maschile sartoriale con il suo e-commerce.

Prendi un algoritmo, rivestilo con i migliori tessuti made in Italy, scegli bottoni e finiture ma anziché parlare con un sarto, affidati a due giovani laureati in ingegneria. Il risultato è Lanieri, azienda fondata nel 2012 dal 33enne Simone Maggi (a destra nella foto) e Riccardo Schiavotto, 32 anni, che sta rivoluzionando l’abbigliamento maschile su misura con il suo e-commerce. 

L’idea è tanto sfidante quanto funzionale e segna l’incontro tra tecnologia e fashion made in Italy. “Nella sostanza funziona così: l’abito su misura si ordina online, fornendo alcune misure che vengono elaborate da un algoritmo di nostra invenzione, capace di definire le proporzioni e a capire la particolare fisicità del cliente” spiega Simone Maggi, amministratore delegato della società. “L’algoritmo amplia la propria esperienza ogni volta che viene usato, migliorando il disegno, e diventando sempre più preciso nella sua risposta”. Insomma, una comodità e una sicurezza crescente nella fattura, per la quale vengono utilizzati i migliori tessuti italiani (tra cui Vitale Barberis Canonico, Albini, Ermenegildo Zegna, Loro Piana, Tomas Mason e tanti altri).

Lanieri è già presente con i suoi atelier a Milano, Roma, Torino, Biella, Zurigo, Bruxelles e Parigi, ed è arrivata a fatturare 2 milioni nel 2016 (triplicati rispetto all’anno precedente) con previsioni di crescita più che incoraggianti. “Nella moda sta tornando il desiderio di distinguersi attraverso abiti sartoriali che rispecchino il gusto le esigenze dei clienti” continua Maggi. “Noi semplicemente abbiamo applicato questo concetto alla tecnologia e al canale retail più diffuso, quello online, aiutando però i clienti a vivere ugualmente quell’esperienza sensoriale che l’acquisto di moda richiede”. I tessuti utilizzati da Lanieri infatti, possono essere visti e toccati in atelier e nei temporary shops attraverso un apposito catalogo che può essere inviato anche a casa, ma “al momento dell’ordine le spese di invio, pari a dieci euro, saranno scontate e quindi restituite”.

Gli abiti di alta gamma Lanieri costano tra i 590 e i 1040 euro e di recente l’offerta è stata ampliata anche ai pantaloni chinos da uomo, più sportivi ma molto richiesti. In linea con l’evoluzione dell’e-commerce, che si stima raggiungerà nel 2017 un valore di 23,1 miliardi soltanto in Italia (vendite online complessive senza distinzione di settori). “Ai clienti proponiamo una scelta che comprende 100 tessuti, 20 fodere e 30 tipi di bottoni, con il risultato che una giacca può essere realizzata in ben 11 milioni di combinazioni e soddisfare qualsiasi esigenza di personalizzazione”.

Il mercato del lusso e della moda sta crescendo del 25 per cento online e secondo un recente sondaggio, lo scorso anno 4 italiani su dieci hanno comprato online. Un mercato che cresce soprattutto tra i millennials e la fascia di consumatori tra i 35 e i 54 anni, e che ha nei paesi anglosassoni i consensi più vasti. “Circa il 7 per cento dei nostri ordini provengono dagli Usa” sottolinea in proposito l’amministratore delegato “per cui il nostro prossimo fronte di espansione saranno proprio gli Stati Uniti. A sostenerci ci sono anche soci importanti come il Gruppo Industriale Reda e un pool di lanifici biellesi, entrati in società attraverso l’ultimo aumento di capitale”.

La partnership è interessante e segna un cambiamento importante dopo la grande crisi del tessile piemontese. Lanieri, che ha appena trasferito la sua sede proprio nello storico complesso industriale del Lanificio Sella che oggi ospita il polo di innovazione Sella Lab,  rappresenta infatti il trait d’union tra passato e futuro, interpretando al meglio le esigenze del presente. Lanieri si è aggiudicato per il secondo anno consecutivo il Netcomm eCommerce Award 2017 nella categoria “abbigliamento e accessori”. Si tratta di un premio dedicato a tutti coloro che attraverso lo sviluppo di business innovativi online stanno scrivendo la storia dell’e-commerce in Italia e nel 2016 era stato vinto dai due ingegneri ex-aequo con il colosso dell’e-commerce Zalando. 

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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