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C’è un antidoto universale a prova di serpente

C’è un antidoto universale a prova di serpente

Il morso di un rettile esotico è spesso letale. E, finora, non esistevano molte armi per contrastarne il veleno. Ricercatori americani hanno scoperto un siero potenzialmente efficace nei confronti di tutte le specie più pericolose.


Dagli 1,8 ai 2,7 milioni di morsi di serpente ogni anno, in tutto il mondo: sono le cifre, non da poco, stimate dal New England Journal of Medicine, che parla di un numero medio di morti tra gli 81 mila e i 138 mila, e circa 400 mila disabilità permanenti. La maggior parte degli incidenti sono concentrati nell’Africa Sub-sahariana, nell’America Latina e in alcune parti dell’Oceania; in Italia sono 257 in media all’anno, mentre i decessi riguardano, quasi sempre, bambini o persone affette da cardiopatie. Questi dati hanno spinto l’Oms a classificare l’ofidismo, cioè l’avvelenamento da morso dei rettili, come una vera malattia tropicale dalla priorità alta, e a darsi l’obiettivo di un dimezzamento dei decessi entro il 2030. Tuttavia, l’unico mezzo di contrasto nelle nostre mani, finora, era l’immunoterapia: di fatto, antidoti costruiti isolando il plasma di animali (equini e ovini) immunizzati iniettando basse dosi di veleno. Due gli svantaggi. Prima di tutto, siccome ogni specie di serpente produce la sua tossina, l’antidoto non funziona sempre. E la maggior parte delle volte, chi viene colpito non riesce a vedere o capire quale specie sia stata. Secondo, i sieri, essendo costituiti da proteine animali, possono causare reazioni immunitarie avverse, inclusi shock anafilattici causa di morte. Per fare un esempio, quelli usati in Africa non riescono a salvare una su sette persone morse dal mamba nero, in grado di uccidere un topo in meno di 20 secondi.

Questa la situazione. La novità è che scienziati dello Scripps Research Institute di La Jolla (California) hanno individuato un potentissimo anticorpo umano che può neutralizzare le tossine provenienti da una grande varietà di rettili presenti in Africa, Asia e Australia. E lo stesso studio apre la possibilità di usare un cocktail di anticorpi, sempre umani, per ottenere una sorta di «contro-veleno» universale per tutte le specie di serpenti. «Abbiamo isolato e comparato le proteine nel veleno degli Elapidi, una famiglia di circa 180 specie distribuite in Africa, Australia e America. Per intenderci, il cobra, il bungaro e il mamba appartengono agli Elapidi» dice Irene Khalek, ricercatrice del Scripps Research Institute e prima autrice dell’articolo pubblicato su Science Translational Medicine. «Abbiamo trovato che esiste una tossina, denominata 3FTx, responsabile delle paralisi del corpo delle vittime, le cui differenti versioni nelle varie specie hanno sezioni comuni identiche. Da quel momento il nostro obiettivo è diventato identificare un anticorpo umano capace di legarsi a queste piccole sezioni».

I ricercatori ne hanno scrutinato una libreria di 50 milioni, selezionandone alcune decine sulla base della loro presunta capacità di legarsi alle proteine 3FTx. A quel punto hanno effettuato test clinici dai quali è emerso che un particolare anticorpo serviva allo scopo. «Quando lo abbiamo iniettato nei topi, abbiamo visto che erano protetti dai morsi del cobra e di molte altre specie, perfino il mamba nero. Non solo: non morivano ma nemmeno restavano paralizzati» racconta Khalek. «La cosa stupefacente è che siamo riusciti a ottenere l’anticorpo senza dover immunizzare animali né usare serpenti».

Naturale chiedersi se sia efficace anche contro le vipere. Nel nostro Paese ci sono, oltre alla aspis, la più comune, altre quattro specie di questi rettili. Il loro veleno è prevalentemente un miscuglio di proteine che alterano la coagulazione del sangue, anche se sono presenti neurotossine in grado di interferire con il sistema nervoso. «Di per sé il nostro anticorpo, chiamato 95Mat5, non neutralizza il veleno delle vipere» dice Khalek. «Ma, con le stesse metodologie, ne stiamo cercando altri che ne siano in grado. A quel punto, li potremo combinare al 95Mat5 così da ottenere una sorta di antidoto universale». Nel frattempo, va ricordato che il siero prodotto a partire dagli anticorpi di ovini ed equini non è più venduto nelle farmacie italiane per i tanti problemi allergici, anche mortali, che può provocare. Se necessario viene iniettato in ospedale, ma nei soggetti a rischio si preferisce usare cortisone, antibiotici e anticoagulanti e valutare nel tempo il concreto pericolo di morte. Bisogna tenere a mente che, se per un bambino il pericolo è alto, la dose letale di veleno per un adulto va dai 40 ai 100 mg contro i 20 mg prodotti dalla vipera. Se poi quest’ultima ha appena mangiato, allora sarà solo capace del cosiddetto morso secco. Un bel colpo di fortuna.

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