Nati nel 1943 a un giorno di distanza l’uno dall’altro, a marzo compirebbero 80 anni. Storia di due geni che hanno dominato la scena senza mai incontrarsi. Tranne quella volta che avrebbero dovuto fare un tour insieme…
Nati sotto il segno dei Pesci: stesso anno, stesso mese, praticamente lo stesso giorno, a dodici ore di distanza, tra il 4 e il 5 marzo del 1943. Con lo stesso nome, Lucio, e il medesimo destino. Oggi avrebbero 80 anni e chissà quali imprevedibili traiettorie musicali starebbero disegnando. Ognuno per conto suo, come sempre. Vicini per ragioni di calendario, ma opposti e distanti nella declinazione dell’arte della musica e nell’arte della vita. Rigoroso, riservato e alieno alle apparizioni pubbliche, Battisti (in tutta la sua carriera ha suonato dal vivo una trentina di volte concentrate tra il 1969 e il 1970), esuberante, bizzarro e incontenibile Dalla, un istrione nomade che quando era in tour amava dormire nel retro della sua Porsche Cayenne, ribattezzata La casa di Lucio, i cui sedili posteriori erano stati modificati per trasformarsi in un giaciglio. A fianco, un piccolo frigorifero stipato di pane, vino e salame.
Universi distanti e paralleli, quelli dei due Lucio: «Negli anni Settanta Battisti veniva a casa mia intorno alle nove del mattino, bevevamo insieme un caffè, e poi mi faceva ascoltare seduto sul divano i pezzi nuovi a cui stava lavorando» racconta Mogol. «Io, a gambe incrociate sul tappeto, iniziavo a scrivere i testi». Due metronomi. Creava musica quasi sempre di notte Lucio Dalla, un funambolo irregolare in bilico tra pianoforte, videogame e biliardino. Senza filtri né remore, quando voleva comunicare qualcosa alzava il telefono incurante dell’orario: «“Sono Lucio. Ho appena ascoltato in radio la tua nuova canzone, Certe notti. Venderai almeno 700 mila copie. Ciao”. Si congedò senza quasi darmi il tempo di rispondergli. Non c’eravamo mai sentiti prima» ricorda Ligabue.
Scrivere canzoni destinate a rimanere per sempre è il grande tratto comune tra i due Lucio: quello nato a Bologna ha iniziato alternando canzoni per il grande pubblico a dischi nel nome dell’avanguardia pura e della sperimentazione, affidando le parole alla genialità fulminante del poeta bolognese Roberto Roversi. Poi, sono arrivati i classici: Com’è profondo il mare, L’anno che verrà, Futura, Caruso.
Esattamente al contrario, Battisti, affiancato da Mogol, ha esordito sbancando le classifiche con hit memorabili, per poi cambiare radicalmente pelle, fino a diventare irriconoscibile negli ultimi quattro album dalla copertina bianca (L’apparenza, Cosa succederà alla ragazza, La sposa occidentale e Hegel). Dischi dal sound elettronico, minimalisti, in cui l’artista capovolge il suo metodo di lavoro rispetto all’era Mogol, adattando la sua musica all’astrazione pura e glaciale dei testi del poeta romano Pasquale Panella.
Erano divoratori insaziabili di musica Dalla e Battisti. Il primo veniva dal jazz, adorava il soul e a 15 anni si esibiva con il leggendario trombettista americano Chet Baker. A seguire, la gavetta nei locali beat degli anni Sessanta gorgheggiando a suon di scat, un’improvvisazione che prevede l’imitazione del suono degli strumenti con la voce. Ascoltava tutto e si procurava dischi da ogni parte del mondo l’altro Lucio, il Battisti, quello che aveva scelto di vivere lontanissimo dai riflettori, in Brianza. «Ascoltava, studiava e risuonava tutte le parti, incluse quelle di batteria, delle canzoni internazionali che gli piacevano» rievoca Mogol. Anche per questo i suoi dischi erano avanti «anni luce» rispetto a quelli dei colleghi. Ne è una prova tangibile e inconfutabile Anima Latina, un album cult del 1974 ma senza tempo, un lampo di genio presente nella collezione di vinili di centinaia di artisti internazionali.
E proprio il vinile è il formato scelto dalla Sony per celebrare i due giganti della musica italiana: a partire dalla prima settimana di marzo usciranno infatti le ristampe dei vinili, in edizione limitata, di alcuni dei loro più importanti album. Veri e propri oggetti da collezione che verranno pubblicati per la prima volta in versioni inedite (colorate e picture disc) e numerate (500 copie). «C’era una bella amicizia tra me e Battisti» afferma Franz Di Cioccio batterista e voce della Premiata Forneria Marconi. «Era un musicista curioso, pieno di entusiasmo. Per lui lo studio era il luogo perfetto per dar forma alle canzoni. La mattina, prendeva la chitarra e faceva ascoltare ai session-men i brani e le storie raccontate con i testi di Mogol. E io mi divertivo a cercare le sfumature giuste per “i suoi mondi”. Acqua azzurra acqua chiara, Il tempo di morire, Mi ritorni in mente, Un’avventura, Dieci ragazze e il capolavoro, Emozioni, dove per non alterare l’atmosfera creata dalla voce e dagli archi, suonai la batteria con le bacchette ammorbidite dai feltri, sono solo alcuni degli splendidi brani che ho avuto il piacere di suonare con lui».
Chi era Lucio Dalla ce lo ricorda Paola Pallottino, storica dell’arte e autrice di testi, tra cui l’indimenticabile 4/3/1943, finita nel mirino della censura prima di approdare al Festival di Sanremo nel 1971. «Non potendo più scrivere “per” lui, mi ero ripromessa di non scrivere mai più “di lui”. Del mio amico Lucio Dalla… Ma, riascoltando la versione di Gesubambino, massacrata dalla censura (per il titolo ritenuto blasfemo, ndr) e trasformata in 4/3/43, la sua data di nascita, mi sono ricordata della battaglia che anche lui aveva invano ingaggiato contro Rai, Ariston e RCA, perché Lucio era contro ogni forma di censura, come ha sempre dimostrato il suo rispetto per i miei testi dove, nonostante la musicalità insita nella metrica, che avrebbe potuto confliggere con la melodia, in tanti anni non mi ha mai chiesto di cambiare neppure una virgola! Di questo, come di tante altre cose, gli sarò eternamente grata». Rimarranno per sempre le canzoni di Lucio & Lucio, geniali e inimitabili come i grandi compositori classici che scrivevano immense opere perché vivevano di musica, perché respiravano musica. Ognuno come voleva, quando voleva. Nonostante la coincidenza astrale delle loro date di nascita, i due non hanno mai incrociato gli spartiti e le carriere Lucio & Lucio, tranne una volta in cui, si dice, Dalla avrebbe proposto al collega un tour insieme. Ma Battisti disse semplicemente: «No, non si può fare».