L’imprenditore positivo al test e il Coronavirus usato come una clava per colpire un avversario politico. Un vizio che la sinistra italiana non riesce a togliersi…
Il Covid si può battere, gli ultras dell’antivirus no. Sto parlando dei corona-hooligans, quelli per cui la pandemia è un’occasione irripetibile: per pontificare, per crocifiggere, per mettere alla gogna, per attaccare gli avversari. O per semplicemente per farsi notare. Uscire per un attimo dall’anonimato di una carriera incolore, e ottenere il quarto d’ora di celebrità.
Flavio Briatore dice quel che dice, fa quel che fa, e ha il carattere che ha. Può stare simpatico o meno. Ma non meritava quel vergognoso pestaggio mediatico per mano degli ultrà del Covid. Non se lo merita nessuno. Quando i giornali – esagerando – hanno sbandierato il suo contagio, sui social la frase più solidale è stata “ben gli sta” (che poi è un modo carino per dire “devi morire”). Addirittura, in molti commenti, si coglieva un senso di soddisfazione, quasi di appagamento: come se il ricovero fosse il giusto contrappasso per chi ha osato contraddire gli impresari della paura. Quelli che sono solo in cerca di un bersaglio da centrare.
Colpire Briatore per educarne cento, insomma. Il virus usato come una clava. Per bollare come “negazionisti” non solo quelli che negano l’esistenza del virus (pochi scellerati), ma soprattutto quelli che lamentano legittimamente il rischio di una riduzione inaccettabile e disinvolta delle libertà individuali. Tutti nel calderone dell’eresia. E’ anche questa una battaglia politica, svolta con i mezzi del terrore sanitario, per affossare i nemici e salvare gli alleati. Difatti non si comprende perché Briatore debba essere descritto come un pericolo pubblico, mentre Nicola Zingaretti e Giorgio Gori organizzavano allegri aperitivi prima del lockdown. Loro sono statisti che sbagliano, Briatore invece… ben gli sta.
Questa tendenza a difendere gli amici purchessia, è una stortura di cui a sinistra faticano a liberarsi. Anche a costo di rinunciare ai sani principi di una volta. E’ assai singolare, per esempio, che nessuno nel Pd, il partito che pretende di rappresentare le classi subalterne, abbia speso due parole di solidarietà per i dipendenti del Billionaire, colpiti da un contagio di massa. Non sono ricconi con il flûte tra le dita, ma solo dignitosi impiegati del turismo. Per loro, neanche una parola. Con buona pace dei diritti dei lavoratori, e per la gioia degli amici di partito.