Anche l'Europa si accorge del pericolo TikTok
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Anche l'Europa si accorge del pericolo TikTok

Il social nato in Cina, amato dai ragazzini di tutto il mondo, è entrato nel mirino della European data protection board. L'organo ha infatti istituito un gruppo di lavoro per verificare la conformità delle pratiche usate dall'app.

La storia dell'applicazione TikTok, il social network inizialmente creato per i più giovani (in teoria dai 13 anni in su), somigliava a una favola ma potrebbe diventare un incubo. Non a caso è ufficialmente nel mirino dell'Unione Europea, che sollecitata dai garanti della privacy, ha portato ad allertare l'European Data Protection Board (Edpb), organo che ha istituito un gruppo di lavoro per verificare la conformità delle pratiche usate dalla app cinese nei confronti del Gdpr comunitario, ovvero la legge sulla protezione dei dati, e in particolare quella sui minori.

Il funzionamento di TikTok sarà quindi analizzato approfonditamente cercando di stabilire se i dati dei circa 350 milioni di utenti europei (di cui 7 in Italia e in totale circa 2 miliardi nel mondo in 34 lingue), non vengano raccolti e sfruttati da qualche governo o da privati illegittimamente.

Intanto due settimane fa l'Edpb si è espresso anche nei confronti di un'altra applicazione, Clearview AI, accusata di aver usato le immagini degli utenti di vari social media per far crescere le potenzialità del proprio algoritmo di riconoscimento facciale. Questo è in uso da parte delle polizie di vari stati nel mondo, a cominciare dagli Usa, ma in mano a gente senza scrupoli potrebbe diventare pericoloso. Ebbene, il Edpb ha concluso che in Europa l'uso di questa app anche se usata dalle forze dell'ordine non sarebbe coerente con il regime di protezione dei dati dell'Unione.

Dunque l'attenzione nei confronti delle nuove app è un tema sempre più caldo e quanto sta accadendo a TikTok lo dimostra. L'applicazione era nata nel 2014 in Cina da un'idea dei suoi sviluppatori Alex Zhu e Lulu Yang, i quali inizialmente volevano creare un social con scopi nientemeno che educativi. Ma pur essendo stata finanziata questa idea non ebbe il successo sperato e i due puntarono su un pubblico differente, quello degli adolescenti, trasformandola in Musical.ly, che consentiva di realizzare brevi video con musica in playback. Ebbe un discreto successo che portò alla nascita di una piattaforma streaming e quindi all'offerta di acquisto da parte della cinese Bytedance fondata nel 2012 da Zhang Yiming, che se l'aggiudicava per quasi 750 milioni di euro, azienda che nell'estate 2018 ha unificato Musical.ly e TikTok sotto lo stesso nome.

Di fatto Bytedance ha sempre dichiarato di non voler politica sul suo social, e che questo è dedicato esclusivamente al divertimento. Inoltre che i dati raccolti (come la posizione Gps dell'utente se non disabilitata) finiscano negli Usa e a Singapore e non nel quartier generale di Pechino.

Tutto bello? Mica tanto, poiché se l'app in poco tempo era divenuta popolare in Europa e negli Usa, superando Facebook, nell'autunno scorso il Comitato americano per gli investimenti esteri, sollecitato dai senatori Tom Cotton e Chuck Schumer l'hanno definita una potenziale minaccia, in quanto seppure TikTok dichiari di non memorizzare i dati degli utenti, la società Bytedance deve comunque rispettare le leggi cinesi che invece impongono il contrario e devono sottoporre il traffico dei server aziendali al controllo governativo, come appare evidente dal fatto che dalla piattaforma sono state eliminati i contenuti associati alle proteste di Hong Kong.

Uno dei fattori che più preoccupano è il fatto che seppure TikTok sia nata per i ragazzini (sopra i 13 anni, ma è impossibile controllare che quelli più giovani non aderiscano mentendo sulla data di nascita completando così il profilo per la creazione dell'account), ora è ampiamente usata anche da adulti e personaggi noti. Una cosa infatti è creare brevi video musicati per i propri amici, altro è condividerla su questo e altri social e non sapere che fine facciano l'immagine e i dati dei nostri figli.

Ma soprattutto, controllando i dati si può facilmente sapere chi siete, a che ora vi svegliate, dove andate, che aspetto avrete tra anni, mentre entità commerciali avranno interesse capire come vi vestite, le vostre preferenze su accessori e colori, eccetera, come tutti i social network che implicano l'uso delle immagini personali.

Da parte dell'European Data Protection Board si contesta che su TikTok i minori pubblicano la loro immagine senza alcuna protezione, peraltro la legge italiana ed europea prevederebbe il divieto ai minori di 14 anni e non a 13, inoltre tutti gli account sono pubblici per impostazione predefinita, quindi quindi anche i non iscritti a TikTok possono vedere ciò che viene condiviso e contattare i ragazzini spingendoli ad accettare contatti «amicizie» per aumentare il numero di propri seguaci e compiacersi della propria popolarità, una forte tendenza già in età pre-adolescenziale.

Dunque rispetto ad altri social network le condizioni non sono differenti soltanto perché questa app è stata frequentata inizialmente da molti giovanissimi. Ecco perché da parte dei genitori è essenziale conoscere la app usata dai figli. Ed anche se nel tentativo di controllarla non potrebbe evitare il consenso all'uso della videocamera (la app si basa proprio sui filmati girati dall'utente), su altre funzioni invece (come la geolocalizzazione) qualcosa è consentito fare. Chi non voglia proibire l'installazione di TikTok sul dispositivo dei minori può però impostare alcune protezioni azionando quanto previsto dalla app stessa nell'angolo in basso a destra dello schermo cliccando su «Me» e quindi facendo apparire il menù a punti verticali (burger menu) visualizzando un elenco di opzioni e quindi cliccare su Privacy e sicurezza. Da qui è possibile disattivare la «rilevabilità» del dispositivo e dichiarare privato il proprio account. Cambiando l'impostazione di base che è «tutti» i vostri ragazzi potrebbero perdere un po' di risposte da parte di commentatori, e questo certamente potrebbe non essere gradito, ma poi proseguendo nelle impostazioni si scopre che è possibile decidere chi può mettere una reazione e commentare i video, chi può usare la chat, inviare messaggi diretti (l'impostazione predefinita è amici), rendere possibile il download dei propri filmati e scegliere chi può vederli. Dopo aver definito il proprio account come privato solo gli utenti approvati da noi come follower possono vedere i nostri contenuti. Caricando un video si ha l'opzione di scegliere chi può vederlo (pubblico, amici o privato), commentarlo, (se privato l'opzione sarà disattivata, altrimenti è pubblico), salvarlo in bozza eccetera. Se abbiamo già caricato un video del quale vogliamo proteggere la diffusione toccando l'icona di chi può visualizzarlo lo si può sempre modificare in privato.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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