In effetti qualcosa non tornava. La sera di domenica l’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, che è quella delegata al controllo e all’autorizzazione dei farmaci italiani, aveva emesso un comunicato nel quale si diceva che a proposito degli effetti perversi del vaccino Astrazeneca si era creato un «allarmismo ingiustificato».
Lunedì, dopo circa dodici ore, la stessa Aifa, in un altro comunicato, ci faceva sapere che avevano bloccato la somministrazione dei vaccini Astrazeneca su tutto il territorio nazionale. Questo quello che succedeva tra domenica e lunedì. Qualcosa di evidentemente anormale, difficilmente giustificabile, non comprensibile e, soprattutto, rappresentante qualcosa che avrebbe certamente mandato nel panico quel bel po’ di italiani già vaccinati o che da lì a poco stavano attendendo la vaccinazione. Senza tener conto di tutto il resto di italiani che, pur non avendo preconcetti sui vaccini, certo qualche interrogativo se lo sarebbero posti dopo questo comportamento ingiustificabile e irragionevole, almeno ai loro occhi, dell’agenzia del farmaco. Ieri veniamo a sapere dal ministro Speranza che tutto ciò è stato la conseguenza di una telefonata tra lui, ancora incredibilmente ministro della Salute italiana, e il suo pari grado tedesco. Dice sempre Speranza che comportandosi così la Germania, cioè bloccando tutto, noi non potevamo che comportarci, di conseguenza, nello stesso modo. E perché mai? E chi l’ha stabilito? E chi l’ha detto che se la Germania si comporta in questo modo noi dobbiamo decidere di comportarci come i tedeschi?
Tra l’altro è utile ricordare che l’Ema, che è l’agenzia del farmaco europea (e che dovrebbe pronunciarsi oggi su eventuali legami causa-effetto tra la somministrazione del vaccino Astrazeneca e gli episodi di trombosi) non aveva mai fatto nessun intervento nel quale intimava la sospensione della somministrazione del vaccino. Dunque, certe volte si fa quel che dice l’Europa senza battere ciglio, altre volte si fa di testa nostra, altre volte si fa di testa nostra ma col cervello della Germania non tenendo conto di quel che dice l’Ema. Come lo chiamereste voi tutto questo se non un casino pazzesco? Perché la questione di fondo è: ma chi è che decide sull’opportunità o meno di proseguire la vaccinazione, l’Ema e l’Aifa o il ministro Speranza? Che, a quanto ci risulta, ha competenze in materia pari a quelle che ha anche chi scrive sull’astrofisica? Allora le ipotesi sono quattro. La prima. Ha deciso Speranza. Ma ha deciso perché l’Aifa ha cambiato idea nel tempo di dodici ore o perché Speranza ha sollecitato un cambiamento di opinione dell’Aifa e l’ha indirizzata ad adoperarsi per bloccare la somministrazione del vaccino? Non sappiamo quale delle due ipotesi sia la peggiore. Decidete voi.
Seconda ipotesi. Ha deciso la Germania per sé stessa e per noi. Non sarebbe la prima volta che la Germania decide non solo per noi e per tutta Europa. È una vecchia abitudine. Provò a farlo anche con la Bce di Draghi, ma non ci riuscì. Evidentemente con Speranza è stato più facile.
Terza ipotesi. L’Aifa ha fatto un gran casino. Scriviamo questa ipotesi più per motivi retorici che reali. E non vogliamo neanche lontanamente credere che sia questa l’ipotesi vera perché, se così fosse, sarebbe di una gravità totale. Cioè l’agenzia che dovrebbe tenerci al riparo dall’utilizzo di farmaci pericolosi e che possono avere conseguenze nefaste sulla nostra salute riesce a dire due cose talmente contraddittorie a distanza di dodici ore. Un disastro. Come potremmo ancora fidarci di questa agenzia? Quarta ipotesi. Ha deciso la Germania «suggerendo» a Speranza di fare lo stesso, il quale Speranza ha «suggerito» all’Aifa di fare come ha fatto la Germania. E se questa fosse l’ipotesi più verosimile? A questo punto, se così fosse, l’Aifa non si dovrebbe più chiamare così perché non sarebbe più un organo indipendente dalla politica ma sarebbe divenuto da essa dipendente, quindi dovrebbe chiamarsi Adifa, cioè agenzia dipendente italiana del farmaco. Dipendente da chi? Dalla politica appunto. E se così fosse saremmo messi male assai. Perché allora sì che non potremmo più fidarci.
Cosa vi dobbiamo dire? Speriamo che sia stata una catena di errori e che Dio ce la mandi buona.