Basquiat e la moda: un legame indissolubile
(Ansa)
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Basquiat e la moda: un legame indissolubile

A Parigi, una mostra organizzata dalla Fondazione Louis Vuitton omaggia l'artista, uno dei personaggi più amati e apprezzati dal lusso e dall'high street

Come è possibile che un artista scomparso 35 anni fa abbia ancora un impatto così forte nel mondo della moda? Quando si parla di Jean-Michel Basquiat (1960-1988) non ci si può che porre la domanda.

Le sue opere sono regolarmente protagoniste delle collezioni di maison del lusso come di brand high street, quasi nel tentativo di offrire al pittore quel tipo di immortalità che solo pochi personaggi riescono a ottenere. Ma qual è il motivo che spinge così tanti creativi verso il lavoro di Basquiat?

Secondo Micaiah Carter, responsabile degli scatti per la campagna pubblicitaria della linea firmata Coach in collaborazione con l’artista (AI 2020): «Il carisma di Basquiat è stato un trampolino di lancio che ha permesso di stimolare riflessioni importanti e inusuali». Per Simon Chilvers, direttore creativo di Matches Fashion, quando si tratta di personaggi come Jean-Micheal Basquiat e Keith Haring (Artestar gestisce le licenze di entrambi gli artisti, ndr) il successo è dato dalle loro calligrafie super incisive e fondamentalmente riconoscibili «che appaiono su una tela nel modo in cui i vestiti ora devono apparire sullo schermo di un telefono». In un’intervista del 2021, il fondatore di Artestar, David Stark, ha invece evidenziato come il consumatore di lusso sia cambiato nel tempo e si identifichi spesso più spesso in un «collezionista appassionato».

Per quanto riguarda i brand, l’arte contemporanea viene vista come un modo non solo di sfruttare la popolarità di un artista riconosciuto a livello mondiale, ma anche di segnalare ai consumatori i propri valori condivisi. Come ha sottolineato Rebecca Robins, responsabile globale di Interbrand, le capsule collection sono un modo per i marchi di assorbire il «capitale culturale» degli artisti più famosi al mondo e di parlare con una comunità ben precisa.

Tiffany & Co.

Nonostante sia impossibile identificare la prima collaborazione postuma di Jean-Michel Basquiat - l’artista era molto interessato al mondo della moda, finendo anche per sfilare per Comme des Garçons (PE 87) - uno dei primi progetti degni di nota interessa maison Valentino. Per la collezione autunno/inverno 2006, Valentino Garavani aveva infatti scelto di collaborare con Artestar, traducendo l’irriverenza di Basquiat in elaborati lavori di perline e ricami. La collezione stessa era un'ode a come l'eredità dell’artista avrebbe continuato a influenzare la moda di lusso per i prossimi anni a venire.

A introdurre Basquiat nell’universo high street sono invece stati Uniqlo nel 2003, con una t-shirt dalla linea UT e Reebok, che nel 2009 ha collaborato (collezione AI) con la tenuta del pittore per una serie di sneakers decorate. Sono seguite le felpe e le magliette in collaborazione con Supreme (2013), la linea firmata da Virgil Abloh per Off-White (2018), le borse di Olympia Le-Tan (2018), le camicie di Comme des Garçons (2018), gli abiti e accessori di Coach (2020) e quelli Saint Laurent (2021). E non finisce qui. Sempre nel 2021, Tiffany & Co. ha inserito il quadro Equals Pi - dipinto da Basquiat nel 1982 e recentemente acquistato dalla famiglia Arnault - nella campagna pubblicitaria che vedeva Beyoncé e Jay Z protagonisti. La stessa campagna che segnava il riposizionamento del brand dopo l’acquisizione da parte di LVMH.

Attualmente sul mercato sono presenti collaborazioni con Junya Watanabe, ETUDES, Wacko Maria, Uniqlo, Dr Martens, Jimmy Lion, Be@rbrick e Casetify, a riprova che l’opera di Basquiat rappresenta un investimento lucrativo anche quando si tratta di calzini, statuette o cover per smartphone.

E mentre ci si inizia a chiedere quante collaborazioni siano troppe, soprattutto quando a essere coinvolto è un artista che non può più esprimere la sua volontà, e se l’opera di Jean-Micheal Basquiat meriti di più che essere ridotta a semplice “merchandise” - l’ex assistente dell’artista Stephen Torton ha aspramente criticato questo trend in un post su Instagram, dichiarando: «Questa perversa appropriazione dell'ispirazione dell'artista è eccessiva... Che [i marchi] speculino e monetizzino, commercializzino e manipolino ogni manifestazione di questo genio ribelle non è di mio gusto» - la Fondazione Louis Vuitton lo omaggia con una mostra, che andrà in scena fino al prossimo 28 agosto, Parigi, nel Bois de Boulogne.

La mostra, intitolata Basquiat x Warhol. Painting 4 Hands, è la più importante dedicata a questo straordinario corpus di opere realizzate da Jean-Michel Basquiat insieme a Andy Warhol. «Una conversazione che avviene attraverso la pittura, invece che con le parole» come definita dall’amico Keith Haring.

Curata da Dieter Buchhart e Anna Karina Hofbauer, in collaborazione con Olivier Michelon, curatore della Fondation Louis Vuitton, la mostra riunisce oltre 300 opere e documenti, tra cui 80 tele firmate congiuntamente dai due artisti. Sono inoltre esposte opere singole di ciascuno di loro e una serie di lavori di altri importanti artisti, tra cui Keith Haring, Jenny Holzer, Kenny Scharf, e Michael Halsband per evocare l'energia della scena artistica newyorkese degli anni Ottanta.

La mostra è ulteriormente arricchita e intervallata da fotografie, tra cui la famosa serie Boxing Gloves di Michael Halsband realizzata per il manifesto della mostra Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol del 1985.

Valentino

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Mariella Baroli