La rivoluzione di Sarri: così sta ribaltando il Napoli (e cancellando Benitez)
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La rivoluzione di Sarri: così sta ribaltando il Napoli (e cancellando Benitez)

Le 6 mosse del nuovo tecnico per rilanciare i partenopei: umiltà, fatturato, turn over e quegli allenatori che parlano solo di mercato...

E' entrato nel mondo Napoli in silenzio, arrivato per far dimenticare Rafa Benitez a una piazza che temeva il ridimensionamento. Scelto da De Laurentiis, che pure aveva corteggiato un big come Emery (rimasto a Siviglia per fare la Champions) e lanciato senza i soliti clamori. Quasi come se il low profile fosse la cifra tecnica e comportamentale della sua avventura partenopea. Invece Maurizio Sarri si sta prendendo il Napoli giorno dopo giorno: lavora in maniera maniacale sul campo, piace ai tifosi e al presidente e sta conquistando anche calciatori che erano scettici dopo il finale della passata stagione con l'addio a Europa League e preliminare di Champions nel giro di un paio di settimane. Ecco le 6 chiavi su cui il nuovo allenatore sta lavorando per cancellare il passato e Benitez:

Umiltà: pensare da provinciale per andare lontano

Dice Sarri: "Se una squadra forte diventa anche umile, può diventare una squadra difficile per tutti". E' l'esatto opposto della gendeur napoletana delle passate stagioni, quando De Laurentiis aveva scelto un profilo come Benitez proprio per fare al Napoli l'immagine di un club europeo. Attenzione, però: non si tratta di ridimensionamento o provincializzazione, perché Sarri è ambizioso e sta lavorando per bruciare le tappe e accorciare i tempi.

Flessibilità: più moduli per adattarsi ai giocatori

Il Napoli di Sarri non avrà più un solo modello di riferimento, ma potrà io su sit diversi. C'è il 4-3-3, ma anche il 4-3-1-2 che il tecnico ha sempre preferito. Nessun dogma da difendere a prescindere e contro l'evidenza di problemi a volte insormontabili perché non corretti per tempo. L'esempio? Ha a disposizione Callejon e Mertens che sono nati esterni, ma pensa di di adattarli anche nel ruolo di seconda punta e a loro ha chiesto di rendersi disponibili a impersonare più parti nella commedia.

Mercato e i tecnici cogl... che ne parlano

Con Benitez due estati a discutere di chi non c'era e doveva arrivare. Con Sarri la musica è cambiata: "Mi stanno sui coglioni i tecnici che parlano solo di mercato. A me piace allenare i ragazzi che ho a disposizione, per me sono i migliori al mondo. Se parlassi di mercato ucciderei tre giocatori in un secondo". Ha confessato di sentire il direttore sportivo Giuntoli non più di un paio di volte a settimana. Una rivoluzione copernicana che non significa non aver portato in società le sue idee e le sue esigenze di mercato.

Addio turn over programmato

La grande flessibilità non è solo nel modulo, ma si traduce anche nella futura gestione degli impegni del Napoli che dovrà affrontare le asprezze fisiche e logistiche dell'Europa League. Benitez aveva abituato tutti al turn over studiato a tavolino dal suo staff. Sarri la pensa diversamente: "Non si può pensare adesso chi schierare in campionato e chi in Europa League: le scelte dipenderanno anche da condizione e importanza delle partite". A Benitez saranno fischiate le orecchie...

La difesa e quelle richieste dell'anno scorso...

Sarri ha le idee chiare: vuole massima attenzione (quasi maniacale) per i dettagli e una compattezza che nelle ultime due stagioni non si è mai vista. Come? "Voglio sempre cinque giocatori sotto la linea della palla". I problemi dell'anno scorso? "Dipende da cosa si chiedeva di fare". Ancor di più vale la sua testimonianza di allenatore avversario del Napoli di Benitez, una squadra "che poteva farti cinque gol ma che ti dava l'impressione che ti avrebbe sempre concesso qualcosa". Non dovrà più essere così.

Fatturato? Niente paura

Anche Sarri, così come Benitez, si è esercitato nel tema del fatturato e della classifica 'bloccata' dagli investimenti. A differenza di Rafa, però, lo ha fatto con un piglio diverso, pià propositivo che autoconsolatorio: "Siamo i quinti come fatturato, ma vedremo di metterci dietro qualcuno". E ha ricordato il suo Empoli, che dietro non aveva nessuno parlando di soldi, ma che sul campo si è salvato in anticipo e tra gli applausi. Messaggio chiaro e che sarà piaciuto a De Laurentiis prima di tutti.

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Giovanni Capuano