Watch Dogs, 7 cose da sapere sul gioco più atteso
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Watch Dogs, 7 cose da sapere sul gioco più atteso

Pregi e difetti di uno dei titoli più chiacchierati e anticipati degli ultimi anni

Ormai lo conosciamo, altroché: da due anni è uno dei titoli più chiacchierati e più attesi, e adesso finalmente Watch Dogs è uscito nei negozi (per PC, PS3 e 4, Xbox 360 e One). La tematica di fondo lo rende affascinante e attuale – il controllo delle informazioni, i big data, la sorveglianza dei cittadini. Lo abbiamo testato, trovandolo ben fatto e ricco di contenuti, ma poco profondo in alcuni aspetti chiave: ecco allora le 7 cose fondamentali da sapere per capire se fa al caso vostro.

La città
Nel gioco, Chicago è la città più cablata e interconnessa degli Stati Uniti: la gestione delle informazioni e delle infrastrutture (oltre che la raccolta dei dati sui cittadini) è affidata a un sistema centrale che tutto vede e tutto sa.
Scenario e al tempo stesso co-protagonista, quindi, Chicago è un vasto mondo "aperto" nel quale possiamo fare un po' quello che ci pare, quando non abbiamo voglia di portare avanti la trama (o dopo la fine). È realizzata con cura e dovizia di dettagli, anche se resta inevitabilmente meno interessante della Los Angeles di Grand Theft Auto V, per fare un esempio.

Gli hacking
Il protagonista Aiden Pearce, l'hacker nemico pubblico numero uno, gira per la città con uno smartphone capace di infiltrarsi negli telefonini dei dintorni e di prendere il controllo di qualunque dispositivo elettrico collegato alla rete. Qualche esempio: puoi entrare nei conti in banca delle vittime ignare e alleggerirli di qualche centinaio di dollari (che poi prelievi con comodo ai bancomat – hackerando pure quelli). Puoi controllare ogni telecamera, e ce ne sono ovunque. Puoi alzare e abbassare a piacimento i dissuasori, le saracinesche dei parcheggi e addirittura i ponti mobili della città. Puoi far esplodere le centraline elettriche. Eccetera.

La strategia
Gli hacking danno profondità strategica agli approcci in battaglia. Facciamo un esempio: per raggiungere un server dobbiamo infiltrarci in un cantiere sorvegliato da mercenari. Possiamo sbloccare il cancello principale e darci dentro di mitra e granate. Un po' grezzo, ma funziona. Oppure possiamo prendere il controllo delle telecamere e, rimanendo nascosti, eliminare tutti i ceffi che riusciamo usando gli elementi dell'ambiente – tipo far esplodere una centralina sotto i piedi di uno che si avvicina troppo, e infine sistemare chi resta con un fucile di precisione. Al giocatore la scelta.

La storia
È uno degli aspetti meno riusciti di Watch Dogs. Il lato "ci controllano tutti" è toccato solo in superficie: più che altro, qui siamo di fronte a una crime story come ne abbiamo viste tante. Non aiutano i dialoghi mediocri e un protagonista piatto, alle prese con una vendetta personale che lascia perplessi.

La grafica
Lo attendevamo al varco: sulla grafica vista due anni fa all'E3 ormai ci avevamo messo una croce sopra (era davvero, davvero troppo, ammettiamolo), ma speravamo almeno in una buona prova next gen. Risultato: un po' sì e un po' no, ed è probabilmente colpa del fatto che il gioco è stato sviluppato contemporaneamente per tutte le piattaforme, costringendo a scendere a compromessi sulla resa finale. Pur senza nulla di eclatante, ne è uscita una buona pulizia generale con tanti dettagli e un'ottima profondità di campo, il tutto condito da alcune cose più next gen qua e là, come gli effetti di fumo.

Il multiplayer
Ubisoft si è inventata una soluzione interessante: le varie modalità sono integrate nel singolo. Mentre si va in giro, di tanto in tanto compaiono inviti a partecipare a una gara online di auto, per esempio, oppure si può finire vittime dell'hackeraggio di un avversario nascosto da qualche parte, che va stanato in tempo prima che concluda l'operazione.

Il companatico
Per dare un senso al gironzolare, e per allungare la vita al gioco, sono disponibili mille cose da fare al di fuori della campagna: minigame in abbondanza, missioni secondarie, sventare crimini, raccogliere oggetti, infiltrarsi nelle basi delle gang e molto altro. Non tutto è interessante, anzi, parecchia roba diventa ripetitiva velocemente, ma resta una sostanziosa iniezione di contenuti.

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Aldo Fresia

Scrivo di cinema e videogame. Curo e conduco la trasmissione radiofonica Ricciotto.

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