@verollina: vorrei essere un’ereditiera stile Paris Hilton, però con un cane serio

@verollina: vorrei essere un’ereditiera stile Paris Hilton, però con un cane serio

Come mai non hai un profilo con il tuo nome vero? Credo di non aver mai messo il mio vero nome su un social network, a parte facebook. Non so perché, penso derivi tutto dal fatto che sostanzialmente sono tanto …Leggi tutto

Come mai non hai un profilo con il tuo nome vero?

Credo di non aver mai messo il mio vero nome su un social network, a parte facebook. Non so perché, penso derivi tutto dal fatto che sostanzialmente sono tanto aperta quanto diffidente nei confronti della rete. Ho sempre concepito i socialini come un gioco, quindi per l’uso che ne faccio diciamo anche che non avrebbe poi tanto senso utilizzare il mio vero nome. Non è che voglio avvolgermi nel mistero tipo Batman, è che ogni tanto scrivo cose così scorrette o volgari che non le firmerei mai, manco morta <3

Per un periodo avevi lucchetto i tuoi Tweet, perché?

Sono una persona un sacco diffidente, ogni tanto c’ho le manie di persecuzione. Non volevo che gente che non mi aggrada si facesse gli affari miei, quindi mi sono lucchettata. Poi ho realizzato che è da stupidi permettere ad altri di avere ascendente sulla propria vita, anche per cose poco rilevanti come un social network. E poi era uno sbattimento ogni volta andare a spulciare le richieste di follow per accertarmi che non ci fosse nessuno che conoscevo. Quindi ho pensato “ma che me frega a me?” e mi sono slucchettata. Ebbene si, sono solare e un po’ pazzerella.

La divisione fra Twitstar e profili “normali” come me la spieghi?

Cominciamo col dire che per me il termine “twitstar” è un insulto: io considero twitstar la gente che se la tira perché ha tanti followers. Ma sto divagando, ho capito la tua domanda: perché certi hanno successo su Twitter e altri no? Credo dipenda tutto da come ci si pone, da quanto ci si prende sul serio. E soprattutto da cosa si scrive: secondo me la gente tendenzialmente utilizza Twitter come un momento di svago, oltre che come un utile mezzo per tenersi costantemente aggiornati (dai, muore qualcuno e mezzo secondo dopo ne parlano tutti, è comodissimo <3). Per questo secondo me i profili che hanno più “appeal” sono quelli di gente che riesce ad essere spiritosa ma, allo stesso tempo, originale e ad esprimere il proprio pensiero (anche inerentemente a fatti culturali, politici ecc.) in modo accattivante. Da bandire le persone che hanno la pretesa di essere profonde profonde profonde in modo assurdo. A loro consiglio un moleskine, un libro di poesie, una tisana calda nella tazza di Starbucks, una candela profumata e le citazioni di Bukowski.

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Ogni tanto ho ascoltato il tuo programma radio, come mai il titolo “Berlinesi a colori”?

Cominciamo col dire che il programma, in onda su Radioluiss (web radio dell’università LUISS), è un’invenzione di @matteofranza (a proposito seguitelo, ogni tanto sa anche essere divertente). Il berlinese è una tipologia di formato di stampa dei giornali, il nome “Berlinesi a colori” deriva dal fatto che si tratta di una trasmissione di infotainment. Affrontiamo svariati argomenti (politica, storia, musica) in modo simpatico, cercando di fare informazione divertendo e dando, appunto, “colore” alle notizie. Non mancano mai aneddoti da rivendersi con gli amici davanti allo spritz, battute di pessimo gusto e buona musica. Il tutto condito dai nostri due meravigliosi accenti, che non è poco.

Qual’è il lavoro per il quale vorrai essere pagata in futuro?

Da piccola avrei sicuramente risposto l’archeologa, mentre da adolescente la giornalista. In questo momento esatto vorrei essere un’ereditiera: stile Paris Hilton, però con un cane serio. Ma siccome la vedo dura, sto cercando di tenermi aperte più strade. Credo mi butterò sul marketing, anche se il mio grande sogno resta il mondo dell’editoria.

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Questa domanda con te forse avrà risposta a differenza di altri “profili” che ho intervistato: hai mai bloccato o sei mai stata bloccata da qualcuno?

Io non ho mai bloccato nessuno, fino a qualche mese fa nemmeno sapevo esistesse questa funzione (non scherzo eh). Mi infastidisce di più leggere le persone che non mi piacciono, se loro leggono me non ho problemi. Credo che almeno una persona mi abbia bloccata, ma per motivazioni che non riguardano me direttamente. Diciamo pure che raramente mi sono mai scontrata con qualcuno su twitter, lo trovo abbastanza inutile. Il confronto è ok, ma le liti vi prego no.

Chi non sopporti nei social?

Sui social in generale non c’è una categorie in particolare, su twitter ce ne sono due: le twitstar e le attention whore. Della prima abbiamo già parlato qualche domanda fa, voglio solo aggiungere che sarebbe grandioso se questa gente che se la tira tantissimo perché ha molti followers iniziasse a realizzare che, nella maggior parte dei casi, fuori da twitter non è nessuno. Quindi ecco, care le mie twitstar, prendetevi meno sul serio e fateve ‘na risata. Arriviamo alla seconda categoria, che si sta affermando tantissimo soprattutto negli ultimi tempi. Una “attention whore” per come la concepisco io è una donna/ragazza che per avere più seguito posta (avvalendosi principalmente di Instagram, questa bellissima app che dalla sera alla mattina ci ha resi tutti fotografi talentuosi) foto provocanti, tendenzialmente di tette. Ecco, mi domando: è veramente necessario? Sarei curiosa di parlarci per capire cosa le spinge, visto che spesso sono comunque persone che scrivono anche cose intelligenti e che quindi non avrebbero bisogno di simili espedienti. Però ecco: mi sono stufata di vedere le loro facce riprese dall’alto con le minne che sembra penzolino dal mento.

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Se potessi incontrare Boosta, magari a cena, da soli tu e lui. Cosa gli diresti?

Dipende da quanto vino abbiamo bevuto. So’ simpatica, vero? A parte gli scherzi, gli direi innanzitutto che è un figo (perché io sono una persona originale). Poi discuterei dei suoi progetti letterari, di curtura insomma. E infine gli chiederei di chiamare i suoi compari e di improvvisare un concertino solo per me. Non chiedo troppo, 5 canzoni: Strade, L’odore, Il Diluvio, Radioestensioni e Veleno.

Ho notato che hai praticamente visto un numero spropositato di serie televisive ultimamente, consigliacene un paio.

La mia passione per le serie tv si è evoluta soprattutto dopo che mi sono iscritta a Twitter, nel 2009. Generalmente prima di iniziare un telefilm chiedo il parere dei miei followers, che se ne intendono molto più di me e mi danno sempre consigli ottimi. Per andare sul sicuro dico che dovete assolutamente guardare queste 3 serie, altrimenti sarò costretta a non rivolgervi più la parola: Game of Thrones, Sherlock e Girls.

Il profilo su Twitter che ami di più?

Vabbè Delò ma questa è una domandona. Ne devo scegliere uno solo? Senza ombra di dubbio sceglierei @dissociato, peccato che abbia deciso di non scrivere più. Poi adoravo anche @crilearebe ma s’è cancellata, @teofish idem. No, non guardatemi così: giuro che non è colpa mia.

Seguitela qui: Twittet , berlinesi a colori

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Andrea Delogu

Disgrafica e di sinistra, abbiate pietà.

Nella mia biografia basterebbe scrivere che sono nata a Rimini per farvi capire che volente o nolente sono cresciuta con la musica da club o da discoteca.

Nei giorni in cui non andavo a ballare son riuscita a diventare cintura nera di Karate secondo Dan, scrivere e condurre un programma per Match Music dal titolo "A casa di Andrea", presentare il meglio di Sky, recitare in "Saturday Night Live" su Italia1, far parte di un gruppo musicale e cantare la colonna sonora dello spot Heineken USA, a recitare in alcuni cortometraggi, partecipare a diversi spot pubblicitari, ma soprattutto sono riuscita a convincere Panorama a darmi un Blog.

Chi è il matto tra i due? Prima che mi dimentichi: amante del rock, della buona e abbondante cucina, sostenitrice della piadina della Lella e degli strozzapreti del BarSole, malata di Twitter e tuttologa in pensione

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