Tony Macello goes to court: Made in Jersey

Tony Macello goes to court: Made in Jersey

Made in Jersey è una nuova serie della CBS. La creatrice è Dana Calvo, già al lavoro come produttrice e sceneggiatrice su serie come Studio 60 On The Sunset Strip, il discusso show di Aaron Sorkin, …Leggi tutto

Made in Jersey è una nuova serie della CBS. La creatrice è Dana Calvo, già al lavoro come produttrice e sceneggiatrice su serie come Studio 60 On The Sunset Strip, il discusso show di Aaron Sorkin, Greek – La Confraternita e Covert Affairs. L’esordio è avvenuto il 28 settembre e a questo punto, dopo solo due episodi, possiamo esprimere un pacato commento. Made in Jersey per quanto mi riguarda può tranquillamente chiudere. Troppo cattivo, dite? Anche no. D’altra parte in questi ultimi due mesi abbiamo visto fiorire più pilots di serie televisive che funghi. Bisognerà pure eliminare qualcosa, no? E Made in Jersey sembra essere lì apposta. vediamo per quale motivo. Ora, non so se voi siete dei tamarri come il sottoscritto, ma se avete sui 30 anni e se siete cresciuti nel mondo in cui sono cresciuto io, conoscete sicuramente almeno una canzone di Bon Jovi a memoria. facciamo una prova. Questa la conoscete?

Quando la sento, anche se ho ormai 35 anni e mi fregio di ascolti colti e raffinati, sono tutto contento e canto a squarciagola il ritornello, c’è poco da fare. Sono un tamarro. Come Jon Bon Jovi, di origine italianissime, ma born and raised nel New Jersey. Il New Jersey, soprattutto per i fighetti snob di New York di New York, è da dove vengono i tamarri. Un po’ come la battuta su Spinaceto in Caro Diario. Kevin Smith, il regista di Clerks e di molti altri (deludenti) film, è del New Jersey. Se avete visto i suoi film, o per le meno i suoi primi tre, detta proprio la Trilogia del New Jersey, avete presente benissimo di cosa stiamo parlando. Gente che va in giro in tuta o vestita in maniera molto kitsch, particolarmente sboccata e aggressiva. Chi viene dal New Jersey, per essere sintetico, è un po’ un buzzurro. Ok, di cosa parla Made in Jersey?

New Jersey? Pensavo peggio!

New Jersey? Pensavo peggio!

La serie della Calvo è un vero e proprio legal. Ogni episodio presenta un caso di nera e ce lo racconta dal punto di vista del solito solerte avvocato che alla fine, manco fosse il migliore degli investigatori privati, riesce a salvare il proprio assistito da un’ingiusta accusa di omicidio. Avete presente, no? Solo che questa volta la trovata è quella di avere come protagonista una zarra del New Jersey. Janet Montgomery interpreta l’avvocatessa Martina Garretti, una bella ragazza con una cofana antiproiettili al posto dei capelli, che indossa delle vistose giacchette rosse quando tutti in ufficio optano per un elegante grigio o per un severo nero, una che quando parla sembra sempre stia per venire alle mani con il suo acerrimo nemico Tony Crimine.   Insomma, quello che si vuole fare è mettere nei panni di quello che solitamente siamo chiamati a immaginare come un preciso, elegante e integerrimo protagonista, uno dei suoi tanti opposti. Importante sottolineare “tanti”, nel senso che dal Dr.House in avanti, siamo ormai abituati a vedere scardinate tutte le nostre sicurezze per quanto riguarda le caratteristiche principali dei nostri protagonisti. Solitamente i dottori sono carini, buoni e con il camice bianco? Ed ecco arrivare appunto il Dr. House. Gli avvocati di New York sono da che mondo e mondo come quelli di Suits? Ed ecco arrivare Made in Jersey. E così si potrebbero aprire tanti nuovi ed esaltanti scenari: una serie con degli zombie vegetariani. Un’altra con dei reali affetti da allergia all’argento. Oppure una su una squadra di football americano composta solo da gente rachitica. Che potrebbero anche essere delle buone idee, ma non se la questione si esaurisse solo ed unicamente lì. Made in Jersey è un semplicissimo e banale legal che basa il suo appeal sul fatto che la protagonista non è come coloro che la circondano.

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Federico Bernocchi

Federico Bernocchi è un giovane di 35 anni. Conduce la trasmissione televisiva Cloud su Coming Soon TV, scrive per Rivista Studio, Wired e Vogue. Sacrifica la sua vita sociale e le sue ore di sonno guardando insistentemente film e serie televisive.

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