Tina Brown, ultima vittima del web
No, anche Tina Brown no! Se metto in fila i ricordi mi viene in mente prima Tatler, poi Vanity Fair e poi lui, l’eccelso New Yorker…. li ha diretti tutti. Sì certo, la definivano la “Stalin con i tacchi a …Leggi tutto
Eccolo The Daily Beast, pieno di notizie, graficamente attraente, interessante, curioso. Ma no. Neanche lei ce l’ha fatta a tenere in piedi una macchina che è molto lontana da quella dell’editoria fatta di carta, nero, colore, chiusure, tipografia. La decisione poi di comprare le ceneri di Newsweek (forse, questo sì, per non tagliare completamente i ponti con il vecchio amore del magazine old economy) hanno dato il colpo di grazia.
I conti non tengono. Dunque, meglio andarsene. Ora Tina guiderà l’associazione “Women of the World” che proprio su The Daily Beast ha dato il titolo a un canale pieno di curiosità sul mondo femminile che cambia il mondo. Chissà se tra loro si nasconde la “Jeff Bezos” dell’editoria. In grado di avere un colpo di genio e rendere profittevole il business dell’informazione in un mondo che da quando la Moore ha partorito il primo figlio è bello che cambiato.