Le 10 serie tv più belle del 2013
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Televisione

Le 10 serie tv più belle del 2013

Una stagione da ricordare per gli amanti delle serie tv. E il 2014 non sarà da meno

Non tutte hanno avuto il successo sperato. Anzi spesso l'Auditel non ha premiato gli squilli di tromba: serie come Hannibal, su Italia Uno, e The Newsroom, su Raitre, nonostante il battage, non hanno conquistato gli italiani e si sono lasciate dietro un'emorragia di spettatori. Mentre la veterana Breaking Bad invece ha tenuto fede alle aspettative fino all'ultima puntata. Ma l'elenco delle serie tv non sarebbe completo senza quei telefilm che in Italia non sono ancora stati trasmessi, ma che hanno ottenuto grande successo all'estero: uno su tutti Utopia, serie inglese in sei episodi già fenomeno di culto sul web. E non è l'unica sorpresa.

>> Il meglio del 2013

1. Breaking Bad
Alla quinta stagione ha detto addio ai suoi telespettatori con un finale… esplosivo e molto apprezzato (a differenza di quello di Lost). Le avventure seriali di un compassato insegnante di chimica che si trasforma in boss della droga hanno anche guadagnato il Guinness dei primati: la serie è stata la più votata di sempre su Metacritic, il sito che attribuisce un punteggio a serie tv e film, raccogliendo recensioni di esperti e pubblico.

2. The Walking Dead
Nessuno avrebbe mai scommesso un centesimo sul fatto che una serie che parla di zombie potesse superare il traguardo della quarta stagione. E invece… The Walking Dead continua a macinare successi. Nonostante ogni episodio sia un concentrato di amarezza apocalittica che non risparmia nessuno. Neppure i bambini, che qui maneggiano le armi con  troppa, sospetta, disinvoltura.

3. The Newsroom
Raccontare il dietro le quinte del giornalismo televisivo americano, con sprazzi di realtà (ben documentata) e attori del calibro dei Jane Fonda sembrava l'idea dell'anno. Ma in Italia la serie ha perso la scommessa degli ascolti: colpa forse dei riferimenti alla politica estera, ritenuti troppo lontani dal nostro vissuto quotidiano. Peccato.

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4. Hannibal
Il dottor Lecter prima di diventare Hannibal: dare un prequel alla fortunata serie di film e libri del silenzio degli innocenti, sulla carta funzionava. Ma gli autori si sono arresi alla complessità del personaggio di Thomas Harris, finendo per cedergli. E Hannibal si è mangiato tutte le loro buone idee.

5. Grey's Anatomy
In Italia la serie ospedaliera americana è arrivata alla nona stagione su Foxlife e La7 e non avverte segni di stanchezza. La rete tv ABC ha convinto il cast a regalarsi una decima, ultima, stagione.

6. The Americans
Stephen King l'ha definita la miglior serie tv dell'anno. E' il punto di vista di due agenti del kgb, moglie e marito, ai tempi della guerra fredda di Reagan. Una spy story con un pizzico di melodramma che non guasta. La ricostruzione del clima dell'America degli anni 80 è uno dei suoi punti di forza.

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7. In the flesh
Chi l'ha detto che gli zombie sono irrecuperabili? In questa serie inglese di tre puntate, andata in onda a marzo sulla BBC, si tenta l'impossibile: curarli e restituirli alla provincia cupa e sottoproletaria dalla quale sono venuti. E l'horror diventa metafora di tante altre cose.

8. Utopia
Andata in onda a gennaio su Channel 4, ha svelato al mondo l'incredibile talento degli inglesi per le serie tv. Protagonisti: un gruppo di comuni cittadini alle prese con un complotto più grande di loro, in sei puntate ad alta tensione (presto in Italia).

9. Ray Donovan
Qualcuno l'ha paragonata ai Sopranos, perché al centro del racconto c'è una famiglia di immigrati irlandesi che si muove nella zona grigia tra crimine e legalità.  Ray Donovan non è un mafioso, ma un faccendiere che si prende cura dei problemi di alcuni personaggi famosi di Hollywood. E' un crimine che paga il suo. Dovrebbe arrivare sugli schermi italiani l'anno prossimo.

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10. Orange is the new black
Prende le mosse dalle memorie di Piper Kerman, una giovane donna americana di buona famiglia che qualche anno fa ha dovuto scontare un anno di carcere per un peccato di gioventù. Un'esperienza intensa da cui Netflix ha estratto un serial di culto e le premesse per giocare al tavolo dei grandi produttori televisivi americani.

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Eugenio Spagnuolo