Orange is the new black arriva in Italia. Le cose da sapere
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Televisione

Orange is the new black arriva in Italia. Le cose da sapere

La serie tv di culto ambientata in un carcere femminile, da oggi è disponibile in streaming su Infinity. E a settembre sarà programmata da Mya

Da oggi su Infinity, il servizio di cinema in streaming on demand di Mediaset, è possibile vedere la prima stagione di Orange is the new black, la serie tv prodotta da Netflix che prende spunto dalla storia vera di Piper Kerman, condannata a scontare 15 mesi in un carcere federale per traffici vari. Una storia che nelle mani di Jenji Kohan, la geniale autrice di Weeds, è diventata il nuovo fenomeno di culto della tv americana. "La serie indaga sull'auto-distruzione e sulla brutalità che si annida anche nell'animo femminile - ha dichiarato Kohan - la prigione è solo un megafono di questo aspetto".  

Orange è l'arancio delle divise indossate dai detenuti negli Usa. Piper Chapman (l'attrice Taylor Schilling), l'alter-ego di Piper Kerman vorrebbe indossarlo con la grazia di una ragazza di buona famiglia e idee progressiste, che si trova lì per espiare una colpa lieve. Ma deve fare i conti con il piccolo universo concentrazionario di Litchfield, dove si incrociano le storie feroci di un gruppo di donne, di cui scopriremo tutto attraverso dei flashback. Tra loro c'è anche una transessuale, interpretata da Laverne Cox, che qualche giorno fa, al varo della seconda serie di OITNB (da domani su Netflix), ha conquistato la copertina di Time.

Si parla di mafia russa, razzismo, fanatismo religioso e omosessualità, naturalmente: Piper in carcere incontra Alex (Laura Prepon), l'ex fidanzata che l'ha messa nei guai. E dopo qualche resistenza si rende conto che forse aveva ragione Blaise Pascal a dire che "il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce".

La serie, che da settembre sarà programmata anche da Mya, merita attenzione fosse solo per la capacità degli autori di creare una storia ricca di poesia e realismo, ribaltando uno dei cliché del cinema trash: quello dele donne oltre le sbarre, declinato in decine di b-movie a partire dagli anni 50.

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Eugenio Spagnuolo