Conrad Bain, addio al papà di Arnold
Televisione

Conrad Bain, addio al papà di Arnold

È scomparso a 89 anni l'attore protagonista (con il piccolo Gary Coleman) di una delle sitcom più popolari e amate degli anni 70 e 80. Uno show che ha divertito e commosso mezzo mondo

La storia del cinema e della tv è piena di uomini come Conrad Bain. Attori popolarissimi, che però non sono conosciuti con il loro vero nome, ma con quello del personaggio che li ha resi davvero familiari al grande pubblico. E così, quando ieri le agenzie hanno annunciato che l'attore di origini canadesi si è spento a Livermore, California, all'età di 89 anni, tutti abbiamo pensato la stessa cosa: "Oddio, è morto il signor Drummond". Vale a dire l'indimenticabile protagonista della sitcom Il mio amico Arnold, prodotta dal 1978 al 1985 dal network NBC e poi, per l'ultima stagione, dalla ABC. Una serie culto, che si concesse il lusso di ospitare come guest star l'allora first lady americana Nancy Reagan e campioni immortali come Muhammad Alì, e che fu molto seguita anche da noi, dove fu proposta prima da un network di piccole tv locali e poi portata al successo da Canale 5.

Ma chi è Philip Drummond? Un ricchissimo vedovo newyorkese di mezza età, che promette alla sua governante di colore, in fin di vita per una grave malattia, di occuparsi dei suoi due bambini, Arnold (Gary Coleman)  di 8 anni, e Willis (Todd Bridges) di 12. Così, dopo la scomparsa della donna, i due fratelli Jackson si trasferiscono dalla loro modesta abitazione di Harlem a un favoloso appartamento di Park Avenue, dove vivranno con il loro padre adottivo, la sua figlia naturale Kimberly (Dana Plato) e la nuova governante Edna (Charlotte Rae). Inizia così una convivenza  piuttosto vivace, scandita dalle evidentissime differenze sociali e culturali tra i componenti della nuova famiglia. Arnold, in particolare, dimostra di avere un bel caratterino e la battuta sempre pronta.

Nella serie prevalgono i toni brillanti, ma non mancano momenti toccanti o addirittura drammatici. A propiziarne il successo, su questo non si discute, è soprattutto Gary Coleman. Un bambino che, a causa di gravi disfunzioni renali, in pratica a dieci anni ha smesso di crescere. Una tragedia che però, paradossalmente, in tv è stata la ragione del suo successo: con l'aspetto di un bambino ma la maturità di un adolescente, Coleman sfodera una verve che fa la differenza e crea tra l'altro la frase  “Watchoo talkin' 'bout, Drummond?” (“Che diavolo dice, signor Drummond?”), che si trasforma in un vero tormentone.

Vestendo i panni del compassato neopapà, Conrad Bain diventa una star e corona una carriera che nella prima parte era stata soprattutto teatrale (a Broadway negli Anni 60 va in scena con produzioni importanti come Re Lear, Zio Vanya e Morte di un commesso viaggiatore) per poi virare verso Hollywood, dove lavora tra l'altro con Clint Eastwood (L'uomo dalla cravatta di cuoio, 1968) e Woody Allen (Il dittatore dello stato libero di Bananas, 1971). In tv arriva all'inizo degli Anni 70 con la serie Maude, che si apre nel 1972 e ha un buon successo. Niente a che vedere, però, con il boom di Diff'rent Strokes (questo il titolo originale), che in Italia viene presentato (per le prime due stagioni) come Harlem contro Manhattan, prima di trasformarsi definitivamente in Il mio amico Arnold.

Un prodotto che, come tutti i classici, ha resistito benissimo al passare del tempo: ancora oggi le repliche proposte da Fox Retro (canale 132 della piattaforma Sky) strappano risate a scena aperta. Merito dei pestiferi ragazzini, certo, ma anche del loro adorabile papà. Come si chiama? Ah sì, Bain, Conrad Bain.

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Alberto Rivaroli